
FEDERICO MUSSUTO
Il soft power della disseminazione delle informazioni controllate per indurre, gradualmente, la popolazione a credere e avvertire un senso di pericolo per l’ingerenza russa sta crescendo.
La banalità del costruire queste notizie, facendo credere che il drone intercettato sul Lago Maggiore oggi possa essere utilizzato all’interno di un Paese dell’UE, dimenticandosi, forse, della presenza russa nello spazio con i suoi satelliti, è l’ennesima prova di quanto ridicola sia questa narrazione.
Sono tre settimane che, stando a un’attenta analisi delle notizie e dei programmi, crescono informazioni costruite ad hoc sulla Russia e sul mondo militare. Il tutto, può essere fatto risalire, come inizio, a un programma di intrattenimento come “The Voice”, dove un militare italiano, partecipando come cantante, è stato celebrato più per i suoi trascorsi in divisa che per le doti canore.
Domenica 30 marzo, Rai1, nella rubrica libri, gestita da Angelo Polimeno Bottai (nipote di Bottai, ex governatore di Roma, Addis Abeba e ministro delle corporazioni e dell’educazione nazionale sotto la dittatura di Mussolini) offriva un’attenta lettura del libro del dissidente russo, Alexander Baunov, “La fine del regime” edito da Silvio Berlusconi Editore.
Quando, nel gennaio 2023, è stata pubblicata in Russia la prima edizione di “La fine del regime”, il libro è andato esaurito in pochi giorni e il suo autore è stato presto definito un «agente straniero» dalle autorità governative. I lettori non hanno avuto problemi a cogliere tra le righe che cosa l’autore, narrando la fine degli ultimi regimi dittatoriali nell’Europa occidentale, intendesse raccontare riguardo alla Russia di Putin, già in preda a un’involuzione che sembrava indirizzarla verso un destino simile. In questa nuova edizione, aggiornata per il pubblico internazionale, Baunov abbandona il linguaggio metaforico, usato per aggirare censure e divieti, e rende espliciti «quei parallelismi, quelle analogie e quelle differenze» che il lettore russo è in grado di comprendere immediatamente. Le risonanze con l’attualità sono molteplici: nel racconto del crollo della dittatura greca dopo il tentativo di annettere Cipro, che considerava una parte integrante del paese; nel collasso del regime portoghese, segnato da una guerra coloniale e imperialista protrattasi per anni; e infine nella prospettiva di speranza data dalla transizione democratica in Spagna, dove il cambiamento prese lentamente piede ed ebbe come protagonisti gli stessi membri dell’élite al potere. Le biografie delle persone parlano e dicono più di quanto possano dire le loro argomentazioni. Basti pensare alla casualità storica contemporanea che vede il nipote di Badoglio alla guida della Farnesina. Siamo sicuri che l’opera di Baunov sia valida solo per la Russia e non per meccanismi storici che continuano a portare avanti questo Paese? Con figure che occupano posti dirigenziali in epoche “democratiche” nonostante siano presenti ceppi familiari che condussero l’Italia in guerra e oggi siamo nuovamente con discendenti, sicuramente di livello culturale inferiore, a infiammare gli animi degli italiani per abbracciare una nuova guerra.
Più che guardare alla Russia o altre potenze straniere, dovremmo guardarci all’interno, attentamente. La democrazia non è un esercizio che va esercitato ogni 5 anni.