di Teri Volini
Una grossa, grossissima delusione per chiunque avesse ritenuto che il progredire dell’umanità avrebbe toccato il suo apice riguardo alla libera espressione del pensiero nel terzo millennio: almeno, tali erano le aspettative e le speranze di chi crede in un progresso effettivo! Ma così non è stato.
Pensavamo di aver messo da parte i tempi in cui si veniva arrestati o perseguitati, confinati o uccisi per aver esternato il proprio pensiero e/o per aver rivelato menzogne e malefatte dei potenti di turno: ebbene, in questo ancor giovane millennio abbiamo assistito alla persecuzione reiterata e all’arresto, sotto gli occhi catatonici del mondo intero, di Julian Assange, un giornalista che credeva di far bene il suo mestiere rivelando la verità sui fatti incresciosi o criminali commessi dalle potenze mondiali.
Pensavamo di aver toccato il cielo con un dito quando ci avevano offerto la possibilità di “chiacchierare” con gente di tutto il mondo in tempo reale, tramite i social networks: ma non ne avevamo colto il lato oscuro e pericoloso per la libera espressione del pensiero.
Si è visto nel tempo del covid, e poi un quello della guerra, dove i social di turno potevano cancellarti in un solo colpo se non rispettavi le opzioni che essi stabilivano fossero sante e giuste, ma che in realtà corrispondevano a ben precisi diktat di potere e d’interesse.
Così, nel 3°millennio, si può esser puniti non con una multa o il carcere, ma con l’oscuramento, non dissimile da un confino; con l’impossibilità di comunicare, e per di più senza alcuna spiegazione.
Si viene bannati persino se ci si dichiara dubbiosi o contrari all’utilizzo degli insetti nell’alimentazione: una cosa pazzesca, se non sorgesse spontaneo il pensiero che ci devono essere interessi giganteschi dietro questo accanimento per una decisione alimentare imposta, che coinvolge tutti, e che a quanto pare è stata ormai presa, ancor prima di comunicarla agli utenti, con il pretesto di diminuire la fame nel mondo.
Altri utenti – tantissimi – vengono messi in castigo per simili motivi, e persino un video d’arte nel sociale – una Dichiarazione d’Identità che invoca l’unione tra i popoli – viene eliminato dalla “community” con questa motivazione: questo video è stato rimosso per aver violato le norme di You Tube su molestie e cyberbullismo … Mah!
Nel mondo alla rovescia che stiamo nostro malgrado costruendo, questa è diventata la regola: e noi, imbambolati, ci rassegniamo subito a tutto, senza pensare al grande rischio che corriamo se una simile modalità si conferma come normale procedura; se accettiamo che alla censura d’altri tempi, in cui il censore era quel severo “sorvegliante” che copriva con un tratto nero ciò che, secondo lui – e il regime cui obbediva – non andava, in libri, lettere, articoli e quant’altro, è stato sostituito, con raccapricciante regolarità, e nel silenzio generale, da un algoritmo: ora è un censore robotizzato a stabilire ciò che un essere umano può o non può scrivere. Poi toccherà a ciò che può o non può pensare o fare.
Non è cosa buona, anzi, è pessima…