Addio, Gigi

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MICHELE PETRUZZO

Gigi Proietti si è spento nel giorno del suo ottantesimo compleanno. Con lui se ne va un pezzo di storia italiana. Maestro indiscusso della risata e simbolo della romanità, nei suoi cinquant’anni di straordinaria carriera ha deliziato tante generazioni, spaziando dal teatro al cinema. 33 fiction, 42 film, 51 spettacoli teatrali (di cui ben 37 da regista), 10 album da solista, 8 direzioni di opere liriche. Comico, attore di teatro, cinema e tv, regista, poeta teatrale, doppiatore, addirittura cantante. Difficile persino da inquadrare nelle etichette consuete, perché la sua eccezionale duttilità andava oltre qualsiasi categorizzazione. La sua arte, infatti, non si riversava soltanto nella comicità, perché il suo talento e la sua poliedricità si prestavano anche ad usi differenti e a tematiche impegnate: non solo “Mandrake” e il “Cavaliere nero”, ma anche il celebre spot a favore del “NO” nel referendum per l’abrogazione del divorzio nel 1974 e lo straziante monologo del figlio di un partigiano morto all’età di diciotto anni. Gigi Proietti era anche questo.

Nato nella Capitale il 2 Novembre 1940, ha attraversato diverse epoche della storia italiana, di cui ha conservato e portato con sé gli aneddoti più divertenti: dalla dolcevita romana fino all’era digitale, passando per gli anni della radio e del “Gran Varietà”.

Ognuno di noi è affezionato ad una sua battuta, ad un suo pezzo, ad una sua barzelletta, ad una sua espressione. Ognuno di noi ne conserva un frammento. Perché Gigi Proietti è sempre stato un porto sicuro in cui attraccare, lo sguardo a cui rivolgersi per smorzare preoccupazioni e affanni quotidiani, il sorriso saggio che rassicura, l’angolo di una comicità tanto naturale quanto travolgente, a cui non si può resistere.

La sua scomparsa addolora un intero Paese, perché in fondo era un po’ il nonno di tutti noi, quello che con un buffetto e una risata stempera le amarezze, quello che staresti ad ascoltare per ore senza mai stancarti, soprattutto per la bellezza dei suoi racconti, custoditi e narrati con cura, perché appartengono ad epoche lontane, che lui ha vissuto sempre con leggerezza e con un sorriso contagioso.

Recentemente aveva dichiarato: “La comicità è un grande mistero, si sa solo che fa ridere”. E noi, che insieme ai nostri nonni e genitori ci siamo tanto divertiti con lui, proveremo a cercare il segreto di quel mistero nei suoi film, nelle sue barzellette, nelle sue frasi e nelle sue risate, che non ci stancheremo mai di vedere e rivedere. Addio, Gigi!

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Sull' Autore

Nato a Potenza in una calda notte di agosto del 1994. Storico, appassionato di politica e tifoso della Roma. Ho studiato a Bologna, dove ho conseguito la laurea magistrale in Scienze storiche con una tesi in “Storia delle donne e dell'identità di genere”. Ho frequentato la Scuola di giornalismo della Fondazione Lelio Basso e ho collaborato con “Il Manifesto”. Adoro la letteratura e il mare.

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