Tornando al dipinto qui preso in esame, l’ipotesi che ha portato all’attribuzione a Mattia Preti potrebbe essere il confronto con un dipinto omonimo collocato dalla critica tra il 1665 e il 1670, periodo in cui è collocata l’attività matura del pittore, oggi a Genova nella galleria nazionale della Liguria a Palazzo Spinola. In quel periodo, Mattia Preti era impegnato a Malta, alle committenze dell’ordine gerosolimitano. John Spike, riporta nei suoi studi A brush with passion: Mattia Preti (1613-1699) del 2013 e Mattia Preti: i documenti del 1998, una citazione tratta dal testo Descrizione Storica delle Chiese di Malta e Gozo pubblicato a Malta nel 1866 (ed. Malta 1985, p. 303), di Achille Ferres, in cui si fa menzione di una copia dell’Incontro tra san Francesco e san Domenico nella chiesa maltese di San Paolo a Cospicua. Si potrebbe dunque pensare che ci si riferisca al dipinto qui preso in esame, un tempo nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Lagonegro ed oggi nel convento francescano a Potenza? Se cosi fosse, si potrebbe pensare più che ad una copia ad una versione dell’omonimo soggetto oggi a Genova. Il tema proposto si riferisce ad un episodio della vita di San Domenico il quale, mentre era in viaggio per Roma ebbe occasione di passare per Assisi, ove incontrò Francesco con al seguito altri suoi frati, secondo quanto riportato dal domenicano francese Geraldo di Frachet nelle sue Vitae fratarum, a seguito di un sogno effettuato da San Domenico in cui gli apparvero in sogno Gesù, la Vergine Maria ed un altro uomo di cui Domenico non era a conoscenza: quest’uomo era San Francesco d’Assisi. Questo aspetto è presente nel dipinto conservato a Genova ma non nella versione lucana. Nell’Incontro tra i Ss. Francesco e Domenico attribuito a Mattia Preti un tempo a Lagonegro e oggi a Potenza, vengono esclusi i frati francescani presenti nell’omonimo soggetto oggi a Genova: l’attenzione dell’osservatore è concentrata tutta sulle figure dei due santi che con tenerezza fraterna si tendono le braccia l’uno all’altro. Questo aspetto trae ispirazione da un passo molto importante contenuto nelle “Prime costituzioni dell’Ordine dei frati predicatori”, troviamo scritto, al capitolo 34: “I frati minori devono venire accolti con carità e gioia, come se si trattasse di nostri frati; e secondo le possibilità del convento si provveda loro il necessario con affetto e decoro”. Senso di fraterna tenerezza e umanità compaiono in quest dipinto lucano attribuito a Mattia Preti, fondendosi con forte senso del realismo che si evidenzia nei tratti fisici con cui i due santi sono raffigurati, ad esempio lo zigomo di San Francesco e la barba e gli occhi di San Domenico, i panneggi del saio indossato dal poverello assisiate e le pieghe della manica della tunica di San Domenico. Questo aspetto da l’immagine di una raffigurazione realistica, quasi caravaggesca. Non a caso Mattia Preti fu uno dei più importanti seguaci del grande genio rivoluzionario della pittura italiana tra ‘Cinquecento e ‘Seicento: Michelangelo Merisi da Caravaggio. Con l’Incontro tra i Ss. Francesco e Domenico già nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Lagonegro ed oggi nel convento francescano di Potenza, la storia dell’arte italiana in generale e lucana in particolare, continua ad affascinarci con pagine semisconosciute che rivelano delle vere e proprie meravigliose storie.
Alcune ipotesi sul dipinto Incontro tra i Ss. Francesco e Domenico attribuito a Mattia Preti in terra lucana
0di Marco Tedesco
In Basilicata, l’arte del XVII o sec., continua a far emergere sorprese. Nel territorio di Lagonegro, infatti, fu rinvenuto un dipinto raffigurante un Incontro tra i Ss. Francesco e Domenico, attribuito da Anna Grelle Iusco nel suo testo dal titolo Arte in Basilicata, al Cavalier Calabrese Mattia Preti, nativo di Taverna, piccolo borgo in provincia di Catanzaro. Oggi conservato nel convento francescano di Potenza, questo dipinto si trovava nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Lagonegro. Molti oggi sono ancora i misteri su questo dipinto, attribuito a Mattia Preti. Se quest’ultimo fosse realmente l’autore, si potrebbe anche ipotizzare che questo Incontro tra i Ss. Francesco e Domenico poteva essere parte integrante di un cospicuo corpus di opere che Mattia Preti inviò in Calabria dalla seconda metà del secolo XVII o . Se dunque questo dato fosse reale, si potrebbe ipotizzare che il dipinto potrebbe essere giunto a Lagonegro grazie anche all’interessamento del vescovo della diocesi di Santa Severina mons. Francesco Falabella, patrizio originario di Lagonegro, il quale fece erigere nel 1665 nella sua cittadina natale la chiesa di Sant’Anna per la quale commissionò l’anno successivo al pittore Francesco Gaetano, in parte seguace del Preti e in parte seguace del Pietrafesa, una pala d’altare raffigurante la Santa titolare della chiesa in gloria tra i Ss. Michele e Gioacchino e i quattro San Francesco di Sales, di Paola, d’Assisi e Saverio. L’inserimento dei quattro San Francesco era un chiaro e preciso omaggio al nome del vescovo Falabella, committente dell’opera.
IN COPERTINA
Mattia-Preti-Incontro-tra-i-Ss.-Francesco-e-Domenico-1665-1670-Genova-galleria-nazionale-della-Liguria-palazzo-Spinola-foto-tratta-dal-web.jpg
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