Pietro Simonetti
La Basilicata è ‘l’unica Regione ad avere tre strutture che si occupano di gestione delle aree industriali,nelle quali al momento sono occupati almeno 50 mila addetti, indotto compreso, Si tratta del Consorzio ASI di Potenza in liquidazione ,di Api-Bas e dell’Asi di Matera. Si poteva fare diversamente come nel Friuli ed altre regioni, invece sono prevalse logiche di spartizione e superficialità giuridica , quest’ultima purtroppo non ocasionale. Ad oggi, dopo l’eliminazione del Commissario liquidatore, una sola persona regge sia lìapibas, sia il Consorzio in liquidazione. Sulle cose da fare , una delibera di giunta su proposta dell Dipartimento alle attività produttive erpga per la società diretta dal dr.Vergari are nulla, un finanziamento per sfalciare l’erba,la manutenzione delle strade, dell cunette i lampioni nello otto aree industriali. Si tratta un contributo,da recuperare successivamente dalle aziende che insistono sulle aree industriali di 1,2 milioni. Quindi paga la Regione per erba,manutenzione stradale,lampioni,poi si vede. Ovviamente si parla dei siti da bonificare anche in provincia di Matera fermi da 15 anni e delle zone speciali Zes. Oltre alla reclame per intercettare investimenti,promuovere il territorio e attuare le misure per le aree di crisi complesse e non. In questo quadro di auspici e promesse la Giunta Regionale ha chiesto uno studio all’università di Venezia sulla situazione dello stabilimento ex Sata di melfi, con un finanziamento importante. Una scelta discutibile e sicuramente contraria al rilancio dell’Ateneo Lucano che continua ad essere del tutto ignorato. Sul fronte della ingegneria della fantasia deliberativa, o del proliferare di convenzioni e protocolli c’è anche la chicca dell’inserimento,nella sfera di competenza dell’apibas dell’area di Nerico, gestita dall’Asi di Avellino, a<rea nella quale furono allocati cinque stabilimenti con i fondi del post terremoto e che ora presentano una sola azienda funzionante. Forse chi ha scritto la delibera ignora la geografia anche dei consorzi oppure vuole allagare l’area di influenza.Propendiamo per la prima evidenza. Dopo questa ennesima interpretazione di leggi,delibere,programmi e intenzioni,restano aperti due questioni: a che punto è la liquidazione ASI; ed ancora , chi è deputato ad assegnare suoli, a recuperare siti e capannoni,alcuni dei quali oggetto di attività criminali come lo stoccaggio di rifiuti speciali e pericolosi? Inoltre chi farà gli espropri per eventuali allargamento degli agglomerati in presenza di normative statali? Staremo a vedere le ulteriori decisioni o le ennesime convulsioni, irimpalli di responsabilità. E tutto ciò mentre le ristrutturazioni aziendali decimano l’occupazione, le imprese piccole sono in difficoltà e la crisi morde.