Per la prima volta nella storia della Repubblica una donna è chiamata a presiedere la Corte di Cassazione. Si chiama Margherita Cassano ed è di origini lucane . La sua nomina è stata proposta all’unanimità martedì scorso dalla Commissione per gli incarichi direttivi del Consiglio Superiore della Magistratura. Il voto finale avverrà il primo marzo nella prevista seduta plenaria, presieduta dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. Nata a Firenze, nel 1955, Margherita Cassano, figlia di un alto magistrato, è in magistratura dal 1980. Addetta al settore penale, dal 1981 al 1998 è stata PM nel capoluogo toscano, dove si è occupata di importanti indagini su associazioni di stampo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti.
Dal 1998 e per 4 anni, è stata togata di Magistratura Indipendente al CSM. Dal 2003 ha lavorato, poi, in Cassazione come consigliere. Dal gennaio 2016 ha presieduto la Corte d’appello di Firenze dov’è rimasta fino al 15 luglio 2020, quando è stata nominata presidente aggiunto della Cassazione, prima donna a raggiungere un ruolo così importante presso la Suprema Corte
La Cassano prenderà il posto di Pietro Curzio, che va in pensione.
A rivolgere il pensiero augurale al futuro giudice più alto in grado del Paese il presidente della Giunta regionale,Bardi e del Consiglio , Cicala .,
Come lucani- ha detto Bardi- non possiamo che essere orgogliosi del fatto che Margherita Cassano è diventata simbolo di un altro importante passo avanti sul fronte della parità di genere. La Corte di Cassazione è garante dell’uniforme interpretazione e applicazione del diritto, sono sicuro che Margerita Cassano saprà dirigere con mano ferma il supremo organo di giurisdizione italiana”.
“Un riconoscimento di assoluto rilievo – afferma Cicala – che ci riempie di gioia ed orgoglio in quanto lucani e che sottolinea il valore della competenza e la forza della determinazione. Leggendo il curriculum di Margherita Cassano si percepisce quanto sia importante investire nel sapere. Un traguardo importante che diventa esempio da emulare per i nostri giovani. L’auspicio che formulo è che l’elezione o la nomina di una donna a capo di una istituzione non faccia più notizia e che sempre più donne competenti e motivate possano rompere il tetto di cristallo in nome di una reale parità di genere nel mondo del lavoro”.