
LUCIO TUFANO
Dai Piani di Zucchero a quelli del Mattino, dalle masserie Cavaliere, San Luca-Branca al Cugno delle finocchio, ai piani di Santa Loia, si estendono le superfici coltivabili dando impulso ed incremento alle colture del grano. Tutto dà al regime una base elementare nelle campagne. I contadini sono il target più ossessionato dalla radio e da tutti i canali della propaganda. Nelle contrade della provincia e nei paesi si scandiscono in coro gli slogan del regime. Le feste degli alberi, dell’uva, del bozzolo, dei veliti del grano, della bonifica sono occasioni di protagonismo nei borghi e nelle città. Perfino la fondazione di nuove città come quelle dell’ agro Pontino risanato dà una sensazione di ripristino del solco quadrato di Romolo per una regione che recupera i miti e la preistoria. I rurali vengono quotidianamente lusingati, inorgogliti per il loro testardo perseverare, per il loro presidiare la terra: non è più consentita la emigrazione all’estero, ma le migrazioni interne sono possibili per le famiglie dei coltivatori che vogliono andare a lavorare la terra di altre regioni.”I rurali, rimasti fuori del liberalismo e della democrazia viva, non hanno nulla da opporre alle argomentazioni fasciste”. Ma come è nel loro costume e nelle loro abitudini prendono quel poco che il Fascismo loro concede, terre più fertili da coltivare, perfino quelle sabbiose ed aspre dell’Africa. Mussolini sollecita le parate e le mostre dove l’agricoltura possa esporre i prodotti, folclore e gruppi di pacchiane. Al costume contadino e al folckore si prestano anche le ragazze e le donne della città; “sentito è invece il nazionalismo rustico, naturale, con la sua idolatria “nostrana”. I rurali si adeguano, si adattano ai dettami e alla volontà del regime, deformando, secondo il loro istinto e il loro punto di vista, lo stesso sistema politico che spesso ne esce goffo e ridicolo. Si permea di Fascismo la casa del proprietario, dell’ agricoltore, l’abituro del contadino; si venera il Duce che apprezza le famiglie numerose, che premia i raccolti. Dei rurali parlano le leggi, i manifesti, le adunate, i discorsi, i littoriali, la biennale, i libri di testo, le manifestazioni, le cattedre ambulanti e le amministrazioni dei Comuni, delle Provincie, dei Consigli delle Corporazioni e dei sindacati. Il Fascismo si identifica con i lavori stagionali, con i concimi, con le sementi elette, con i criteri di coltura e con gli ibridi di frumento, con il calendario, con le massaie popolari, con la religione e con i fenomeni di stagione. Cerere, le messi, la spiga, la vanga, il fieno, le aie, la falce, il pane, racconti e poesie agricole, la stirpe, il lavoro, il destino, Le migrazioni temporanee procurano la mano d’opera necessaria per i lavori di bonifica(1) . Le migrazioni definitive provvedono alla colonizzazione, mediante il trasferimento di numerose famiglie di agricoltori dalle provincie popolate in quelle meno abitate e suscettibili di una più alta produzione industriale o terriera. Un comitato permanente per le migrazioni interne concede speciali contributi per le intraprese di colonizzazione che comprendano l’impiego di almeno cinque famiglie coloniche migrate, accorda premi ai piccoli proprietari e ai conduttori di fondi che abbiano attuato notevoli miglioramenti fondiari con l’impiego di famiglie migrate. I sussidi sono più elevati quando il collocamento delle famiglie migrate riguardi le zone di montagna da ripopolare … Si assicurano i mezzi finanziari per le opere di trasformazione, bonifica e colonizzazione mediante la legge “Mussolini”, giacché i suoi presupposti e il concetto informatore sono frutto del pensiero politico del Duce. ( FOTO DAL MUSEO DELLA BONIFICA)
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