Ai naviganti euboici (calcidesi ed eretriesi) si deve la prima fondamentale iniziativa di insediamento stabile in occidente. Riguardo poi al tipo di insediamento istaurato e alle sue finalità, non sembra più esserci dubbio che l’isola d’Ischia (Pithekussai) sia stato il primo stanziamento euboico (o greco in assoluto) in occidente, anche se la tradizione storiografica successiva, pur confermando questa priorità cronologica, assegna poi a Cuma il titolo di più antica fondazione coloniale. Lo stanziamento di Ischia occupò il promontorio di Monte Vico e le colline circostanti ed utilizzò come necropoli la valle di S. Montano, alle falde di Monte Vico, nei pressi del moderno paese di Lacco Ameno. Di grande rilievo è inoltre il complesso “industriale” rinvenuto nella collina di Mezzavia, in località Mazzola, ove sono state rinvenute abitazioni e officine nelle quali si lavoravano i metalli che risalgono al VII sec.
Fig. 1 Lacco Ameno
E’ probabile che lo stanziamento pitecusano non avesse il carattere di una colonia intesa in quanto comunità autonoma di cittadini, caratterizzata, ciò che è comune a tutte le colonie, dalla presa di possesso di un territorio e dallo sfruttamento agricolo di questo, ma quello di testa di ponte di un commercio che aveva come interesse principale i metalli.
Fig. 2 Caulonia
L’insediamento di Cuma nasce un quarto di secolo dopo da quello Pitecusano e con caratteristiche strutturali diverse, quelle che, in seguito a crisi agrarie e di popolamento, portano in occidente i coloni in cerca di nuove terre da sfruttare. Tra le poche conoscenze topografiche di Cuma, sembra che l’acropoli fosse già abitata da gente italica. Sempre ai calcidesi si devono alcune tra le più importanti fondazioni coloniarie in Sicilia, come Naxos, Zancle e, sull’altro lato dello stretto, Rhegion (metà VIII a.C.) che per la favorevole posizione geografica fungevano da punto di collegamento per i traffici tra oriente ed occidente mediterraneo. Quattro città della Magna Grecia (Crotone, Sibari, Caulonia, Metaponto) appaino invece fondazioni degli Achei del Peloponneso, verso l’ultimo quarto del secolo VIII a.C. (Crotone e Sibari), alla fine del secolo (Caulonia) e verso la metà del secolo VII a.C. (Metaponto). Le più antiche di esse, Sibari e Crotone, hanno vicende di fondazione che la tradizione tende ad incorniciare, sottolineandone la stretta contemporaneità. Infatti, entrambe furono edificate nei pressi del mare, Sibari alla foce del Crati, Crotone dell’Esaro, in un contesto favorevole per entrambe allo sviluppo dell’agricoltura.
Fig. 3 Topografia Sibari
A Crotone il rinvenimento di ceramica greca tardo-geometrica che risale al 730-720 a.C, rappresenta una sicura conferma della datazione tràdita della fondazione della città; negli stessi anni fu fondata Sibari, il cui sito, inghiottito dall’ammasso dei detriti fluviali sotto una coltre di oltre sei metri di deposito alluvionale, fu scoperto per la prima volta negli anni Trenta da Zanotti Bianco, in località Parco Cavallo. Di Caulonia le uniche acquisizioni archeologiche riguardano la fortificazione, i resti delle case ellenistiche e il Tempio del V sec. a.C. oltre ad alcuni frammenti di periodo “tardo geometrico” fuori le mura, che hanno consentito di far risalire a quest’epoca la fondazione. Metaponto, ultima delle fondazioni achee, fu impiantata presso la foce del Basento ed ebbe uno straordinario sviluppo grazie alla feracità del suo territorio, come dimostra l’impiego della spiga d’orzo come episemon delle sue monete. Recenti ritrovamenti archeologici, hanno consentito di ipotizzare che intorno alla metà del VII secolo a.C. Metaponto fu dedotta in un sito che dovette essere sottratto a precedenti abitanti di cui non è ancora chiara l’identificazione.