IOLANDA CARELLA E SALVATORE SEBASTE
Atella
Posta al centro della Valle di Vitalba, dal nome del casale Vitalba scomparso alla fine del Duecento, fu costruita tra il 1320 e il 1330 da Giovanni d’Angiò, signore della valle e conte di Gravina che per popolarla emanò un decreto secondo il quale i cittadini erano esentati dalle tasse per un decennio. L’obiettivo fu subito raggiunto poiché tanta gente del circondario si trasferì ad Atella, sfuggendo così all’enorme pressione fiscale di quel periodo.
Per quanto riguarda la sua origine (il nome pare derivi da Ater) ci sono varie ipotesi: sorta nel (figura. 2) terzo secolo a.C. per opera di profughi provenienti da Atella campana durante la seconda guerra punica o sulle rovine di Celenna, città citata da Virgilio nel VII libro dell’Eneide, o addirittura nel IV secolo a.C. in seguito al ritrovamento di una necropoli nel territorio di S. Eligio.
È stato ritrovato anche un sarcofago romano d’epoca imperiale che è custodito nel Museo Nazionale di Napoli.
Nel Trecento e nel Quattrocento Atella fu una delle cittadine più importanti della Basilicata: pagava più tasse d’ogni altro paese della regione, i prodotti del suo territorio raggiungevano i più importanti mercati del Meridione d’Italia e diversi atellani frequentavano corti principesche italiane.
Il Racioppi parla dello scontro, avvenuto nel 1496, tra francesi e spagnoli che circondarono la città. L’assedio durò un mese e Atella fu infine dominata dagli Spagnoli.
In quel periodo, imponenti erano le mura che la circondavano ed alcune costruzioni che la caratterizzavano (il duomo, il castello angioino con la torre e numerose chiese).
Il terremoto del 1694 distrusse quasi tutta la città e provocò una progressiva decadenza per la diffusione della malaria e la crisi dell’agricoltura e dell’allevamento, tanto da indurre gli atellani ad emigrare.
Attualmente la situazione è nettamente migliorata per gli insediamenti industriali installati nel territorio. Il Duomo di S. Maria ad Nives mostra la facciata, a capanna in pietra locale, piatta e lineare con una serie d’archetti pensiLI: Il portale , ad arco acuto, è arricchito da un raccordo d’archi rovesciati a tutto sesto e da un doppio ordine di stipiti con basamento e capitelli lineari. La lunetta reca un elegante e sinuoso tralcio di fiori di malva, delimitato da un sole raggiato e dalla luna. In alto c’è un semplice rosone, due nicchie con le sculture a tutto tondo di S.Antonio abate e di S. Nicola di Bari e più in alto un arcaico Crocifisso. Il campanile è a sinistra, in fase di ristrutturazione per i danni del terremoto del 1980; è basso, a base quadrata con due bifore nella cella campanaria. Lo stile della facciata è sobrio e raffinato e rivela l’eleganza principesca del gotico-angioino.
L’interno con il soffitto a capriate di legno, è del Settecento. Entrando, a destra, s’incontrano: la cappella del Crocifisso decorata con affreschi, che mostra sull’altare (fig. 4) un Crocifisso ligneo del Seicento o del Settecento, una nicchia affrescata da restaurare, un altare con una nicchia barocca in cui è posta la scultura lignea di S. Lucia del Settecento, un’altra nicchia affrescata in cui spicca (fig. 5)
la robusta e grave scultura in pietra ad altorilievo dipinto, forse di S. Nicola di Bari del Quattrocento. Si notano ancora: l’olio su tela della Natività (fig. 6), di scuola napoletana del Seicento e (fig. 7) l’affresco del Battesimo di Gesù, forse della scuola di Giovanni Todisco, realizzato nel Cinquecento.
Al centro domina l’altare del Settecento col coro ligneo finemente intagliato e con l’organo, anch’esso del Settecento. Nel coro sono conservate due statue-reliquarie lignee, una statua manichino dell’Addolorata, un Crocifisso ligneo e un Cristo morto, in cartapesta.
A sinistra vi è l’olio su tela dell’Annunciazione del Cinquecento. In una cornice riccamente decorata, fiancheggiata da due sculture di angeli barocchi, domina la Madonna della neve dell’Ottocento, titolare e patrona della chiesa. Si suppone che sotto quest’immaginepossano trovarsi una o due figure dipinte, quasi certamente del Seicento. Accanto c’è la settecentesca tela pitturata ad olio Madonna allattante tra angeli e santi. Sempre a sinistra sarà collocato il pulpito, ora in fase di restauro presso la Soprinten
denza ai Beni Artistici e Storici di Matera. Una visita merita il Palazzo Comunale che ha per ingresso un portale del Quattrocento, proveniente dalla chiesa di S. Francesco della Scarpa. Nel Municipio è gelosamente custodito un Crocifisso (fig. 9) in rame dorato, di Santoro Paulicelli del Quattrocento. Nelle sale sono esposte opere
pittori contemporanei Raffaele e Giovanni Brenna, originari di Rionero, ma operanti ad Atella.
Attaccato al Comune vi è il Monastero delle suore benedettine in ristrutturazione, risalente al Quattrocento, con un’elegante bifora trecentesca. Annessa al monastero si trova (fig. 10) la Chiesa di S.Benedetto.
L’interno mostra tele dipinte ad olio: la Trinità di Cristiano Danona (pitt. doc. 1589), Madonna col Bambino. Incoronazione della Vergine, S. Gabriele, Annunciazione, Pentecoste, Incoronazione di S.Benedetto (quasi tutte del Settecento).
Custodisce paramenti di S. Lucia, ex voto (fig. 13) in oro e in argento, le statue lignee: S. Benedetto del Trecento, S. Vito, S. Biagio e S. Leonardo del Quattrocento, S. Pietro in legno dorato di Altobello Persio (scult. 1507-1593), un Crocifisso ligneo del Trecento e una pregevole cantoria del Settecento.
Entrando in paese dall’antica porta , a destra si nota la Torre Angioina, residuo del poderoso castello distrutto dal terremoto del 1694. La torre ora è sottoposta a lavori di restauro per gli ingenti danni subiti nel terremoto del 1980. Per le vie del centro storico sono presenti alcuni portali e balconi in pietra locale, finemente scolpiti da maestranze locali. A pochi chilometri da Atella presso il cimitero si trova la Chiesa di S. Lucia, ora inagibile e pericolante, murata dopo il terremoto del 1980. In essa vi è un’edicola del Quattrocento, affrescata con vivacità decorativa e levigate campiture della Madonna della misericordia.
Bibliografia
- Grelle Iusco, Arte in Basilicata, Roma, De Luca Editore, 1981.
- Scuola Media di Atella, Alla scoperta di Atella.
- Costantino Conte, Atella: la storia, i documenti e le tradizioni, a cura dell’AmministrazioneComunale di Atella, 1988.
- Il brigantaggio ad Atella, Venosa, Appia 2, 1984.
- Autori vari, Nel secolo dei lumi, Calice editore. 1990.