L’avvocato Andrea Sticchi Damiani di Lecce ha portato a casa 43 sentenze favorevoli del Tar che ha considerato illegittimo l’azzeramento di tutti I procedimenti in essere dopo che l’assessore all’ambiente Rosa, con una delibera di gennaio aveva soppresso la commissione per la valutazione dei procedimenti, invitando le aziende a ripartire da zero con la richiesta di autorizzazione a collocare impianti di produzione di energie alternative. Questa striscia di sentenze tutte uguali è stata l’ennesima sconfessione dell’atteggiamento tenuto dal Governo Bardi che dall’inizio ha messo sotto I piedi la legge regionale varata nel 2016 e che cercava di tenere insieme la posizione della Corte costituzionale (secondo la quale le Regioni non possono negare l’autorizzazione ma solo motivare la loro posizione contraria ) e la necessità di non violentare l’ambiente con impianti collocati in zone particolarmente delicate dal punto di vista ambientale e dal punto di vista estetico-paesaggistico. Invece il combinato disposto di un assessore che sulla questione si è dimostrato estremamente rigido, sia mettendo vincoli su interi territori ( da Melfi a Banzi) , a Monteserico e sull’aria industriale di Viggiano, sia riducendo la potenza delle installazioni e il clima di urgenza a coprire il fabbisogno energetico dell’Italia, ha determinato un effetto boomerang di proporzioni notevolissime, così che si rischia adesso di passare da uno stop generalizzato ad un liberi tutti, con le conseguenze che è difficile immaginare. A governare questo terrremoto è il neo Assessore Latronico, il quale deve mettere in conto sia gli oneri che toccano alla Regione per aver perso tutte queste cause, sia la paura che scorre nei corridoi del Dipartimento per aver portato avanti un braccio di ferro dagli effetti esiziali per la Regione, colpevole di eccesso di difesa. E in tutto questo si è persa di mira la sola strada che sembrava ragionevole e convincente, se pure faticosa: quella di trovare insieme tra Regione e imprenditori delle soluzioni di mediazione che evitassero scempi ambientali attenzionando le possibili soluzioni alternative o di mediazione. E dunque il rischio è che adesso quella legge del 2016 non basta più a garantire soluzioni onorevoli , perchè la scia di sentenze tutte a favore dell’iniziativa privata, autorizza i più spregiudicati a mettere le pale pure, si fa per dire, in cima alle torri dei castelli, con grandi pericoli per la salvaguardia del paesaggio . L’assessore Latronico che è persona competente e responsabile e che ha un curriculum parlamentare di tutto rispetto, deve ora pensare a come trovare un modus operandi mettendo insieme la volontà del Governo, delle associazioni di settore e della Soprintendenza, almeno fino a quando non porterà in Consiglio il piano di tutela paesaggistica, che comunque rischia di arrivare a tempo scaduto o addirittura rischia di non essere nemmeno uno strumento risolutivo, come dimostra gli annullamenti dei divieti fatti alla Puglia pur in presenza del suddetto piano. Cioè oggi se si vogliono mantenere insieme le diverse posizioni ed evitare disastri, bisogna concordare una azione condivisa tra le diverse Istituzioni, magari creando una sede di composizione delle questioni. Altrimenti c’è il rischio serio che dopo il blocco si debba affrontare la piena, se è vero come è vero che già si intravedono le avvisaglie e già si muovono I trombettieri. Rocco Rosa
43 SENTENZE NEGATIVE, LA REGIONE DELLE CAUSE PERSE
0
Condividi