TINA GAREFFI, “I VERSI DI UNA PANDEMIA”

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La narrazione della pandemia da Covid 19 è stata un unicum nella storia della comunicazione in epoca moderna. Non era mai accaduto che un tema monopolizzasse tutti i canali informativi. Ma chi di noi si sarebbe potuto immaginare una situazione del genere? Sicuramente ci sarebbe sembrato un racconto di fantascienza… e invece la nostra vita è stata improvvisamente stravolta nei suoi ritmi abituali. Da una settimana all’altra ci siamo ritrovati costretti a rimanere a casa, a non andare a scuola o al lavoro, a non vedere i nostri amici e colleghi, a fare sport da casa, ad insegnare o lavorare attraverso un computer, a distanziare i nostri figli dai nonni per salvaguardare la loro fragilità. Il tutto è stato necessario per evitare il diffondersi di un virus altamente contagioso, così come opportune sono state tutte le misure restrittive e come indispensabile è stato il vaccino per ridurne i danni. Di questa triste pagina della nostra storia ogni resoconto è da apprezzare perché è importante lasciare traccia storica del nostro vissuto alle generazioni future e renderne indelebile il ricordo.     

          Un contributo originale è stato offerto da una giovane ma promettente autrice di Pignola, Tina Gareffi, brava e originale “poetessa” che ci ha voluto regalare un libricino dal titolo esemplificativo: I versi di una pandemia – “conservare nella memoria,” un libellus, con una impostazione valida e originale, un prosimetro pandemico. Infatti, l’alternanza di prosa e versi si mostra senza dubbio efficace perché attraverso la prosa consente di ripercorrere gli eventi più significativi di due interminabili anni della nostra vita e, con la dolcezza della poesia, ci aiuta a sentirli vivi nel nostro ricordo.

Il volume è stato presentato a Pignola in una sera molto partecipata per iniziativa della Fidapa, sez. di Pignola e ha visto la presenza del Sindaco, Gerardo Ferretti, di Anna Albano, presidente della sez. Fidapa di Pignola e del Dott. Luigi D’Angola neo Direttore generale dell’ASP Basilicata a cui sono stati affidati i saluti istituzionali. Di grande importanza ed interesse sono stati i contributi offerti dalla Dottoressa Mimma Laino, Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione ASP e del Dott. Michele De Lisa, Direttore FF UOC Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda Sanitaria che hanno anche rievocato i momenti più salienti dell’emergenza nella quale sono stati coinvolti in prima linea. La serata condotta da Nicola Sabatella oltre alle riflessioni dell’autrice che ha spiegato la genesi, la struttura e lo scopo del pregevole lavoro, è stata arricchita delle profonde e intimistiche riflessioni del già Dottore in Economia e attuale seminarista Francesco Scavone ed è stata allietata dalle musiche della giovane ma promettente pianista Antonella  Trivigno.

Come già indicato dalla sottoscritta nella postfazione in questa valida e originale cronistoria dei due anni di pandemia tutto ha inizio dallo sconforto globale, quel gemito impotente che riecheggia nei versi dell’autrice, partito dal cielo dell’Oriente e propagatosi a macchia d’olio fino ad obbligare le autorità a decretare uno status di pandemia mai così globalizzato. Ma, nella primavera scandita da ritmi stravolti da un’insolita quiete troneggia ovunque il comune messaggio di speranza, lo slogan “andrà tutto bene” accompagnato dai colori dell’arcobaleno mentre “Eroi vestiti di bianco senza mantello…silenziosi… portano a termine una missione con lo strazio negli occhi.”

Nell’alternanza di periodi di libertà e chiusura, nell’ottimismo suscitato dai buoni risultati della campagna vaccinale ci si sentiva finalmente liberi e pronti a ripartire.

La nuova alba di speranza è stata purtroppo stravolta dalle forti esplosioni nel cielo buio di Kiev. Di certo l’autrice avrebbe auspicato un diverso epilogo poetico rispetto all’alba grigia …sorta sul fallimento dell’umanità. A questo realistico e doloroso finale che ritroviamo nell’ultima poesia si contrappone il messaggio di speranza scritto in prosa, in uno stile limpido e asciutto con il quale si ribadisce che un mondo, stanco e ancora ammalato, ha sete di pace.

Un sentito ringraziamento Tina Gareffi perché i suoi versi hanno ben incastonato le comuni emozioni nella memoria e hanno offerto un piccolo ma significativo contributo in modo che il ricordo del vissuto possa diventare insegnamento per le generazioni future.

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