La ricerca presentata dalla Università delle donne e dall’Ateneo di Salerno sui flussi migratori in uscita dalla Basilicata, conferma ed in parte integra,le conoscenze sul fenomeno che dura da decenni. Il lavoro utile ed originale intreccia anche la crisi demografica in atto dagli anni novanta e che recentemente ha assunto dimensioni devastanti non affrontato con adeguate politiche e misure di contrasto.PIl fenomeno riguarda con diverse intensità l’intero Paese. La questione e’ trattata con lucidità in un libro pubblicato nel 2023 “L’ultimo degli italiani,come si dissolve un popolo”di Roberto Volpi che scrive :”siamo tra i paesi a più alto rischio di estinzione che ci siano al mondo”
Il riassetto della struttura sociale e del sistema economico del paese iniziato negli anni novanta ha prodotto nuovi divari nord/Sud e all’interno dei territori con evidenti riflessi sui comportamenti delle persone, in particolare sulla componente femminile alla ricerca di condizioni di vita diverse e migliori Anche nel campo del lavoro la precarietà ed il blocco sostanziale dei salari e degli stipendi ha determinato nuove condizioni e percorsi. Le dinamiche della mobilita’del persone non riguardato solo l’immigrazione da altri Paesi. In particolare nella’Europa allargata circa 5O milioni di persone si sono spostate da dentro e fuori la UE con le conseguenti diverse valutazioni sul fenomeno che da tempo emergono sulla vicenda migranti. L’attuale situazione italiana,fatta anche di visioni politiche diverse, scontri,segnala ritardi nella presa d’atto della realtà e delle prospettive e’ stata recentemente affrontata dal Censis che ha scritto “Siamo stati ciechi dinanzi a presagi relativi a processo economici e sociali.lo stesso vale per la Basilicata:la prognosi su emigrazione e denatalita non riesce ancora a determinare risposte concrete,che sono difficili,sul terreno delle politiche e sulle misure da adottare. Molti commenti,pochi progetti,nessuna definizione di piani e programmi. le risorse finanziarie ci sono:solo nel comparto pubblico ogni anno circa 10 miliardi euro vengono trasferiti dallo Stato e dalla UE. Questa cifra salva sommata a quelle private.Il totale si avvicina ai 15 miliardi,circa 36.000 euro ad abitante. La ricerca indicata parla di chi parte.E’ il caso di affrontare alche il campo di chi arriva stranieri e non. Nei settori della produzione e dei servizi alcune migliaia di persone si trasferiscono da altre regioni,la maggioranza di quanti arrivano sono stranieri.25 mila sono residenti stabili,altri cinquantamila,almeno 25.000 sono assistenti domiciliari, gli altri impegnati in agricoltura, in edilizia e servizi con contratti a tempo determinato. La Basilicata,per fermare la scomparsa, ha bisogno almeno 4500 nuovi nati all’anno e 7500 ingressi di migranti e il ritorno dei discendenti lucani all’estero a partire da America latina ed Europa,una parte anche per studi,con borse di studio,per salvare Unibas e ricostruire il sistema formativo distrutto negli ultimi anni. Occorre un piano pluriennale per il lavoro e la formazione, previsto per legge,ma dimenticato da un decennio a causa dell’allergia alla programmazione delle risorse. A partire dagli attuali livelli produttivi e occupazionali, esiste l’esigenza del ripopolamento anche per utilizzare le 80 mila case sfitte (solo a Potenza ce ne sono 6000), a partire dai centri storici dei Comuni. E’ tempo di campagna elettorale e di programmi. E quindi adesso occorre proporre. Anche le parti sociali e culturali devono svegliarsi dal torpore dell’attesa di improbabili tavoli e concertazioni vista la confusione e la ritrosia del direttore e dei suonatori stonati. Da ricerche e studi bisogna passare a piani e progetti.