
PATRIZIA BARRESE
1° Gennaio: dopo il cenone più scaramantico e la frenesia dei festeggiamenti da poco trascorsi, cerchiamo di idealizzare il nuovo anno, ricoprendolo di una forza magica, auspicando possa fronteggiare e risolvere le vicissitudini future, cominciamo a riflettere sul 2023, sugli scenari che giungeranno all’orizzonte e ripercorriamo il viaggio nel tempo dell’anno trascorso, le cui problematiche emerse hanno visto in prima linea soluzioni convincenti e coraggiose, un anno sfidante e critico segnato da eventi che l’hanno contraddistinto: dagli “ultimi” episodi di Coronavirus allo scoppio della guerra russo-ucraina e la difficile situazione economica ed energetica arrecata, avanzando sino alla scomparsa della Regina Elisabetta, l’elezione in Italia del primo Presidente del Consiglio donna, i Mondiali in Qatar e la scomparsa del papa emerito Benedetto XVI che ha segnato gli ultimi rintocchi del 2022.
I bilanci di fine anno, a completamento dei 12 mesi trascorsi, rappresentano il personale momento per tirare le somme esprimendo con “un sospiro” le speranze e gli auguri rivolti alle problematiche su vasta scala che abbiamo osservato e ci lasciamo alle spalle tuttora irrisolte: auspichiamo nel dialogo politico e nell’incontro tra i popoli, la risoluzione della guerra lontana che ancora squarcia gli animi e i corpi di chi combatte e la solidarietà dei Paesi che collaborano per la Pace; il lavoro, la capacità di trovare sempre nuove ipotesi di sviluppo nel contesto mondiale in continuo cambiamento, la fattiva soluzione verso le mutazioni ambientali e climatiche che ci circondano. Un consuntivo che rievoca ricordi, confronti, resoconti e pesi emotivi: in pochi minuti guardiamo al passato e al futuro, riflettendo sulla vita, alla stregua di un foglio su cui scrivere nero su bianco spesso con il sapore in bocca di emozioni contrastanti. Ma siamo capaci di distogliere lo sguardo dal passato, pronti a concentrare energia e risorse utili per imbastire gli scenari futuri con nuovo spirito di adattamento e fiducia verso il domani? Ogni nuovo anno reca con sé l’augurio di rinnovamenti e nuovi capitoli di vita da scrivere, nessuno può tornare indietro nel tempo per cambiare ciò che è stato, bisogna dunque cominciare ad agire sul presente.
Fra gli auguri personali che si avvicendano, è doveroso rivolgerne uno alla nostra Regione, che maturi maggiore consapevolezza delle rispettive potenzialità, coinvolgendo le nuove generazioni, che rappresentano il capitale umano migliore per catalizzare lo sviluppo a livello nazionale, a partire dalle risorse naturali e paesaggistiche che rappresentano una delle più importanti ricchezze che ci circondano; contare sul coinvolgimento razionale dell’Università, mediante una formazione e informazione sempre più qualificata , quale luogo importante per lo sviluppo culturale, sociale ed economico della nostra regione e di progetti delle realtà imprenditoriali in germe, volti ad ottenere sviluppo e rimodernare la nostra realtà territoriale. L’identità, la cultura e il territorio di Basilicata, è pregno di energia e per il nuovo anno che si affaccia all’orizzonte, pensiamo al futuro che necessita dell’impegno collettivo e del coinvolgimento anche di coloro che per necessità lavorative hanno dovuto allontanarsi da affetti e luoghi dove affondavano le loro radici. Bisogna recuperare i ritardi che ci allontanano da altri contesti regionali e ci precludono di vincere le sfide più competitive, come il turismo, l’innovazione tecnologica, e trattenere sul nostro territorio le giovani menti in grado di contribuire alla svolta e al rilancio della Basilicata, perché diventi un motore importante di sviluppo sociale ed economico.
Tuttavia la percezione che dilaga è la più comune lamentela già ai primi rintocchi dell’anno: l’insoddisfazione della propria vita, di ciò che non si possiede, di ciò che finora non abbiamo realizzato. Nessuna fortuna, nonostante i banchetti a base di lenticchie, e il resoconto personale, relazionale e professionale dell’anno lasciato alle spalle. Dovremmo accingerci al nuovo anno con lo stesso sentimento di fiducia alla stregua di Antonio Gramsci nel 1916 quando sosteneva: “Voglio che ogni mattino sia per me un rinnovamento e un Capodanno, col suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione”. Il 1° giorno di ogni nuovo anno induce sempre a riflessioni solenni e domande: cosa abbiamo migliorato nell’anno lasciato alle spalle e con quali intenzioni guardiamo l’alba del nuovo anno? Aprire il nostro sguardo al domani è l’augurio che possiamo scambiarci, aspirare al futuro con speranza, determinazione e la consapevolezza di gioire con forza e fede dei piaceri semplici e attrezzarci per tutte le nuove sfide che porteranno a raggiungere obiettivi importanti. Il brindisi virtuale è di fare un tuffo nell’animalità celata in ciascuno di noi per trarne nuovo vigore, propiziamo il futuro con buoni pensieri e cominciamo a piastrellare la strada del domani fatta di sfide continue che rafforzano il temperamento e ci consentono di apprezzare i barlumi di serenità.
Spesso facciamo leva sulla buona sorte ma saggiamente non bisogna mai prendere la mano dalla buona fortuna né farsi abbattere da quella avversa perché la fortuna in realtà è una fra gli innumerevoli termini del dizionario, bisogna piuttosto attendere che le giuste opportunità si incontrino con il talento personale. Cominciamo dunque il nuovo anno con grinta e forza d’animo verso i cambiamenti che giungeranno, l’audacia reca in sé genialità, forza e magia, dopotutto ciascuno ha un rituale apotropaico per salutare il vecchio e accogliere il nuovo scacciando ogni maleficio, e tra i riti propiziatori affidiamo ricchezza, timori e speranze a 12 acini d’uva, abbondanza di lenticchie e amuleti, “ciò che realmente ci auguriamo è celato nel nostro personale silenzioso” e che la capacità di slancio e di auto-miglioramento continuino ad accompagnarci durante questo nuovo anno. Non dimentichiamo però la fondamentale saggezza partenopea: Napoli, non è più superstiziosa di altre città, è però l’Università della superstizione, il luogo per eccellenza in cui vige questo motto:” nella vita vale più una goccia di fortuna che non un intero barile d’oro e di saggezza”.
Curniciello alla mano e buon 2023…si parte!