CICLO PITTORICO FINE SEICENTO NELL’EPISCOPIO DI MELFI 

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di Franco Cacciatore 

 

Presentati a Melfi in una sala a piano terra dell’episcopio i dipinti, ascrivibili a fine seicento,  riaffiorati dopo un secolo. La cerimonia nel Salone degli Stemmi, con l’intervento del vescovo della diocesi, Mons. Ciro Fanelli, del Sindaco della città, Giuseppe Maglione e di Mons. Ciro Guerra, Direttore dei Beni Culturali Ecclesiastici, che d’intesa con la Soprintendenza ha operato per il rinvenimento del ciclo pittorico e che ha relazionato sul ciclo pittorico. Il Vescovo Fanelli, che ha voluto fortemente il restauro, ha espresso grande  soddisfazione. Il Sindaco Maglione ha rivolto un plauso per l’arricchimento culturale dato della città.  
Nella sala oggetto di restauro ha agito, a partire dagli inizi del 900, tipografia Del Secolo, autentica istituzione della città, passando dal nonno Dario al nipote Mario.

SCHETTINO

A seguire, negli anni 70, altro titolare. Dagli anni ’90 circolo ricreativo dell’Azione Cattolica. Poi qualcosa di inaspettato. A causa di una scrostatura dell’intonaco in un angolo della volta, una larvata figura di un galletto, giustamente chiamato “rilevatore”. Si eseguono dei saggi, effettuati di concerto con la Soprintendenza, e si scopre decorazione diffusa all’intera volta della sala. Il restauro si è protratto dal 2016 al 2022. Con un lungo e paziente lavoro di centimetro dietro centimetro per una superficie di cento metri quadri, è  stato portato via lo spesso strato di pittura misto al grasso derivante dalla lavorazione della tipografia. Ad operare il bravo restauratore lucano, Paolo Schettino, che insieme alle collaboratrici Mariapia Logrippo e Roberta Lavitola, è riuscito a far riaffiorare l’intero impianto pittorico. A suo dire, nell’illustrare le fasi del restauro, il più impegnativo lavoro compiuto nella sua lunga attività, ma di grande soddisfazione.  
L’amplia sala mostra basamenti in pietra vulcanica del Vulture e lungo una parete presenta una serie di nicchie del quale non si conosce l’uso, forse solo per creare armonia. La volta, come detto, reca elementi decorativi, da collocare fra il seicento e i primi del settecento, con motivi paesaggistici e floreali, altri il mondo animale,  anche esotico; di rilevanza due riquadri con soldati in costume spagnolo d’epoca che entrano festanti in una città fortificata. Senz’altro si riportano all’evento del 1528, che si celebra a Melfi nel giorno di Pentecoste, quando la città dopo aver subito la sanguinosa espugnazione francese è liberata dall’esercito spagnolo di Carlo V. Anche se nell’intero impianto pittorico mancano soggetti religiosi, non a caso sarebbe stata scelta dell’avvenimento storico la rappresentazione della liberazione della città, per la popolazione avvenuta per intervento dello Spirito Santo. Nell’occasione solennemente celebrato. Sconosciuto l’autore del ciclo pittorico. Con probabilità decoratori, anche venuti di fuori, adusi ad arricchire con affreschi dimore gentilizie o ecclesiali.
La sala è intitolata a Mons. Antonio Maria Spinelli, patrizio napoletano e mecenate, che fu vescovo  di Melfi dal 1697 al 1724, dotando la Basilica Cattedrale di opere di grande pregio, dal trono vescovile al pulpito e all’organo. A lui va certamente ascritto anche l’attuale ciclo pittorico rinvenuto. Una realtà che oggi torna alla fruizione della comunità, valido contributo alla storia e alla monumentalità del luogo. 
 

Foto:. Il tavolo della presidenza all’inaugurazione. Il restauratore Paolo Schettino. La sala un tempo tipografia ed oggi, dopo il restauro. La figura del galletto, rivelatore del ciclo pittorico. Scene della liberazione della città da parte dell’esercito spagnolo nel 1528. Rosone centrale e altri motivi decorativi.   

 

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Quotidiano Online Iscrizione al Tribunale di Potenza N. 7/2011 dir.resp.: Rocco Rosa Online dal 22 Gennaio 2016 Con alcuni miei amici, tutti rigorosamente distanti dall'agone politico, ho deciso di far rivivere il giornale on line " talenti lucani", una iniziativa che a me sta a molto a cuore perchè ha tre scopi : rafforzare il peso dell'opinione pubblica, dare una vetrina ai giovani lucani che non riescono a veicolare la propria creatività e , terzo,fare un laboratorio di giornalismo on line.

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