CLIMA E CAMBIAMENTI: LE BATTAGLIE SOLITARIE DI TERI VOLINI

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ANTONIETTA LISCO

Siamo molto sollevati per il fatto che negli ultimi tempi si sia riacceso l’interesse per la salvaguardia ambientale, anche grazie all’intervento delle giovani generazioni, che hanno ricevuto un forte input da Greta Thunberg ed altre ragazze della sua età. Il nostro augurio è che la loro azione serva da stimolo per un reale miglioramento della situazione del pianeta, che attualmente è molto a rischio a causa di tante scelte sbagliate. Tuttavia, occorre non dimenticare il lavoro, intenso e continuativo, compiuto negli anni da persone che hanno dedicato il loro tempo e la loro stessa vita a suscitare ed esemplificare quell’interesse. Una di queste persone è una lucana, che già nel definirsi artista biofila ha voluto puntualizzare quali fossero i suoi obiettivi: si tratta di Teri Volini, che della difesa della natura ha fatto il suo impegno fondamentale, e non dell’ultima ora, ma da oltre un quarto di secolo. Fu infatti alla metà degli anni ‘90 che avvenne un cambio di direzione nella sua attività artistica, quando da quella pittorica (con cui già onorava la natura, stimolandone il rispetto tramite la bellezza che prorompeva dalle tele), passava alla realizzazione di opere performative, grandi installazioni e manifesti d’artista collettivi, con cui promuoveva quegli intenti esplicitamente, coinvolgendo tantissime persone a livello non solo regionale ma internazionale. Di fatto, sacrificando in qualche modo la sua pittura, in quel momento all’apice, e rinunciando al riconoscimento che ne derivava, l’artista biofila privilegiava delle opere che comunicavano senza alcuna esitazione l’improrogabilità di un rinnovato rispetto per la terra, e stimolavano al necessario cambiamento di rotta. Lo faceva con grandi opere, a partire dalla grande azione simbolica in Sicilia con il Nastro Rosso che parlava di energia vitale sull’Etna, seguita dalla sua Ragnatela tra le Dolomiti lucane, forte monito all’impermanenza delle umane realizzazioni in confronto alla potenza della Natura, seguita da un numero cospicuo di altre opere, tra cui le Invasioni Tentacolari (il richiamo allarmato alla nostra insensibilità nei riguardi dei materiali che usiamo e non sappiamo come smaltire, Potenza, 2007, http://www.terivolini.it/html/invasionitentacolari.htm  nonché da considerevoli azioni nel sociale, comprendenti un grande impegno didattico nelle scuole, pubbliche conferenze sul tema, video, articoli, partecipazione a manifestazioni, e così via.

ritmo fuoco sicilia etna

TeriVolini manifesta la sua libera creatività privilegiando l’impegno ambientale e civile, nell’esemplarità delle azioni quotidiane e nelle performances artistiche, seguendo le linee della scultura sociale, su cui scrive anche un importante saggio illustrativo, The Social Sculpture, che posta in web, offrendolo in dono per la libera lettura ed esplorazione, per meglio mostrare i suoi intenti, nella certezza che questo modo etico e partecipe di praticare l’arte possa ridare all’arte stessa e alla società intera, una nuova forza e un esemplare significato https://issuu.com/terivolini/docs/the__social_sculpture_e_book_agg_to

Insomma, grazie a un così incommensurabile impegno, Teri Volini è a buon titolo una precorritrice, l’antesignana di un ideale programmatico che lei ha sempre avuto ben chiaro, che ha anticipato i tempi, e continua a farlo.

 

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Sull' Autore

Antonietta Lisco, assistente domiciliare e ospedaliera. Ama l'arte, la scrittura, la moda e gli arredi. Quando può pratica yoga, il suo piacere per il corpo. Ascolta musica, ama il cinema. Scrive. Sua passione da sempre. Ha scritto un romanzo e...chissà.

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