
Giuseppe Digilio – Presidente Confiva
In attesa di comprendere come nella pratica saranno spesi i fondi del Recovery fund che ottimamente il Governo Italiano è riuscito a strappare all’Unione Europea, pur nella consapevolezza che nessun centesimo di quei fondi potrà essere utilizzati per favorire le imprese, la Confederazione a Tutela delle Partite Iva – CONFIVA – prova a sintetizzare in pochi punti quali provvedimenti servirebbero urgentemente per salvare e per sostenere le piccoli e medie imprese, i professionisti, i lavoratori autonomi, commercianti, artigiani e agricoltori.
Dal recovery fund non ci aspettiamo che siano destinati fondi alle imprese ma, con la garanzia del risparmio di cassa per le maggiori entrate da destinare ai capitolati delle altre spese correnti, si possono attuare riforme che non siano strettamente collegate a provvedimenti una tantum come quelli finanziabili con gli impegni economici europei, ma più strutturali per il paese. La riforma di cui l’Italia ha bisogno e che serve al Paese è strutturale, in grado garantire una fiscalità generale sostenibile senza gravare ulteriormente sui contribuenti né sulle generazioni future come, purtroppo, accade ora. Basterebbe mutuare alcuni semplici provvedimenti che gli altri stati membri dell’Europa adottano in materia.
In nessun paese dell’Unione Europea, infatti, sono negati i diritti minimi fondamentali per le imprese come accade in Italia, mentre, in pochi altri, la tassazione è così alta a fronte di servizi inesistenti o percepiti tali per cui molte micro imprese, lavoratori autonomi e possessori di partita iva non si sentono soddisfatti alla pari degli omologhi contribuenti Europei.
L’emergenza Covid ha solo aumentato le condizioni di disagio che le piccole imprese, i possessori di partita iva e i piccoli contribuenti vivono quotidianamente, spinti sempre più in basso nella scala sociale per via di strumenti finanziari inadeguati e tassazione insostenibile. Ecco perché l’attesa di una coerente modifica del fisco rappresenta l’unica speranza per continuare a investire le residuali energie nelle proprie rispettive attività. Tradire quest’aspettativa può essere davvero pericoloso per un autunno che si prevede molto caldo, fatto di chiusure ed emergenze che potrebbero mettere a dura prova la tenuta sociale del Paese. Bisogna agire e farlo subito. Alcuni provvedimenti non sono più procrastinabili, e il rafforzamento delle misure economiche per le imprese è da considerarsi priorità.
Il Ministro Gualtieri, recependo le richieste delle associazioni datoriali si è reso disponibile a valutare ipotesi di garanzie per 200 miliardi di euro a copertura del 90% degli importi di finanziamento per tutte le imprese italiane, e non da meno la liberazione di risorse al servizio dell’economia reale per ben oltre 500 miliardi. In questa ottica, i liberi professionisti, i lavoratori autonomi, le piccole e medie imprese, i commercianti, gli artigiani e gli agricoltori aderenti alla Confiva, hanno chiesto al Governo per tramite dei senatori del Gruppo Misto, che vengano accolti alcuni provvedimenti in grado di aiutare il mondo produttivo a risollevarsi dalla crisi. Non bastano solo gli aiuti e le mancette one-shot, ma vanno aperti i cordoni della borsa ed eliminate le cause di contenzioso con il fisco per lo più create da eccessivi costi della burocrazia, ammende, sanzioni e aggravi ingiustificati di costi.
Nello specifico Confiva propone alcuni provvedimenti urgenti su cui misurare la volontà reale del Governo e dei parlamentari di rispondere alle esigenze del mondo produttivo:
- blocco degli invii delle cartelle esattoriali e istituzione di provvedimenti per sanare il debito in percentuale sostenibile per ogni diversa esigenza;
- sospensione dei pignoramenti sulle somme eccedenti il debito per il quale si è reso necessario il pignoramento stesso (fisco amico – stop all’usura dell’agenzia delle entrate e ai super costi di notifiche e spese di giudizio);
- eliminazione degli acconti e dei saldi per gli anni antecedenti e successivi a quello in corso sul reale incassato dalle partite iva
- pagamento mensile delle tasse commisurate alla reale disponibilità dei contribuenti con eventuale conguaglio di fine anno su somme non calcolate
- dilazione in caso di momentaneo impedimento dei pagamenti F24 in più rate senza aggravio di spesa
- cassa integrazione per i possessori di partite iva non in grado di generare utili (per maternità, malattia o altro) nei mesi di mancata fatturazione
- integrazione al minimo garantito dei guadagni con assegno Inps mensile (secondo i dati istat sulla povertà)
- semplificazione degli adempimenti e accorpamento della camera di commercio, ufficio iva e del registro in un unico ente per la tenuta GRATUITA dei registri e dei dati delle imprese
- lotta all’evasione e all’usura con l’istituzione dello strumento di credito fiduciario da parte degli Istituti di credito (attraverso CDP) per pagamenti dei debiti contratti per l’attività e sugli acquisti di magazzino
- azzeramento dei costi sul trasferimento a parenti fino al secondo grado di parentela per la cessione de proprietà dei mezzi (agricoli, industriali e aziendali)
- agevolazioni per le piccole e medie imprese sull’acquisizioni di tecnologie e formazione del personale per il passaggio dall’offline all’online (acquisto di sistemi informatici, strumenti e-commerce e programmi gestionali).