
Marco Di Geronimo
Mercoledì abbiamo pubblicato un appello col quale abbiamo chiesto al centrosinistra di ricostruire un’alternativa progressista alla Giunta Bardi. In ottanta abbiamo firmato un documento che propone di elaborare una gamma di politiche economiche e sociali con cui ridare forma allo sviluppo della Basilicata. L’abbiamo scritto senza arroganza e presunzione, con l’intento di stimolare un dibattito che ci spaventa vedere fermo da troppi mesi.
La profonda instabilità del centrosinistra non è un capriccio di questo o di quest’altro. Non siamo incapaci di accorgerci delle profonde contraddizioni che attraversano lo schieramento progressista. Non siamo tanto ciechi da non toccare con mano l’enorme difficoltà di aprire un confronto tra proposte politiche che entrano in contraddizione quasi per vocazione.
Tuttavia, dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur. Palazzo Verrastro è in mano a un centrodestra incapace di programmare il futuro della Basilicata sul lungo periodo. Le esperienze amministrative locali insegnano che la coalizione conservatrice non è in grado di costruire una pianificazione all’altezza del terzo millennio e che è del tutto priva di qualità amministrativa. Se il centrosinistra lucano non cambia radicalmente approccio e non impersona un’alternativa credibile, si rischia di consegnare il futuro della Lucania a chi non potrà che sciuparlo.
Non basterà un’intesa elettorale a ridare credibilità allo schieramento progressista. Ciò che noi chiediamo non è una generica unità per il bene della Patria, da opporre a dei fantomatici barbari che calano dal Nord. Le forze del centrosinistra lucano devono immaginare una gamma di politiche sociali ed economiche radicalmente innovative, in netta discontinuità col passato.
Il centrodestra non smentisce, anzi, conferma e amplifica l’attuale modello di “sviluppo” pensato per la nostra terra: uno sviluppo che consiste in una agonia controllata, nell’espulsione dei ragazzi che chiedono lavori e prospettive, e nel saccheggio nell’ombra con sempre meno potere politico per chi si oppone a queste logiche. È questo che davvero ci preoccupa. La ragione profonda del nostro impegno politico consiste nel fatto che larga parte delle prospettive di vita dei nostri coetanei nella nostra Regione dipende dalla possibilità di invertire questo trend devastante.
La forza elettorale del centrodestra si basa sulla mancanza di credibilità del centrosinistra. È per questo che lo schieramento progressista deve abbandonare il vivacchismo e offrire una seria prospettiva di riscatto ai cittadini lucani. I tanti temi che abbiamo sollevato – l’intreccio tra transizione ecologica, questione petrolio e stabilità occupazionale; la digitalizzazione dell’economia e della società lucana; la programmazione di un modello di sviluppo basato sull’inclusione sociale e territoriale che fermi il declino dei capoluoghi e rilanci la crescita dei piccoli centri; la valorizzazione dell’università e del suo ruolo di volano dell’innovazione – rappresentano gli snodi del dibattito politico nel centrosinistra europeo. In Basilicata ci sono tutte le premesse per renderli il punto di partenza di un nuovo centrosinistra, che offra finalmente ai cittadini la prospettiva di un avvenire migliore, in cui non si sia costretti a scegliere tra rassegnarsi ed emigrare.
Il nostro gruppo di ragazzi è ampio ed eterogeneo. Ci sono persone che provengono da tante esperienze diverse: l’associazionismo, la mobilitazione studentesca, pure contenitori politici diversi tra loro. I valori e le posizioni sono distinti, a volte lontani. Per molti di noi firmare questo appello ha significato intraprendere per la prima volta un percorso politico. Ciò che ci ha unito è la comune speranza in una Basilicata migliore, più giusta, più inclusiva, più solidale.
Ciò che noi chiediamo a tutte le forze politiche del centrosinistra è di assumersi la responsabilità di contribuire alla rinascita di un’alternativa progressista in Basilicata. Quel che ci importa non è sconfiggere il centrodestra: quel che ci importa è garantire alla nostra terra un nuovo corso politico, che la risparmi dalla morte economica e demografica. Siamo convinti che solo attraverso un centrosinistra che torni a puntare su innovazione, progresso e inclusione, sarà davvero possibile ricostruire una coalizione sociale che sosterrà questa proposta, archivierà la Giunta Bardi e salverà la Regione dall’isolamento e dal sottosviluppo. Vogliamo contribuire a rifondare questo centrosinistra, vogliamo poterlo votare con convinzione, vogliamo cominciare al suo interno un percorso di formazione politica che ci consenta di contribuire al dibattito e di spostarlo sui temi e sulle posizioni che davvero interessano la nostra generazione. Questi sono i motivi per cui abbiamo firmato quel documento, questi sono i motivi perché crediamo che un’alternativa sia possibile.