di ROCCO PESARINI
Se solo fino a tre settimane fa qualcuno mi avesse detto che il Potenza si sarebbe salvato con una giornata di anticipo, senza nemmeno passare dall’incubo lotteria dei play – off, gli avrei suggerito di farsi visitare accuratamente da qualcuno bravo. Eppure, è ciò che è accaduto.
E Potenza ed il Potenza festeggiano una permanenza in serie C che, in una città con tante criticità, dove non riesco ancora ad intravedere un progetto, una “visione”, un’idea di collettività e comunità, è indubbiamente un risultato fondamentale, soprattutto nell’anno (il 2022, proroga del 2021) ci vede come “città europea dello sport” (sto aspettando di capire e sapere in quali eventi, iniziative, attività, questo “titolo” si concretizzerà da qui a fine anno).
Merito di un grandissimo mister (potentino Doc) come Pasquale Arleo, merito dei gol di Cuppone e Cargnelutti, merito di un gruppo che è finalmente diventato gruppo.
Tutto verissimo. Ma merito anche di una società e del suo presidente (Caiata) che aveva promesso che ci saremmo salvati. E salvezza è stata.
Ora però, mettendo da parte disamine tecniche (Arleo, Cuppone, Cargnelutti e diversi altri spero restino) e considerazioni politiche (Caiata ha la sua carriera politica ed ognuno pensi al riguardo ciò che crede), è sulle dinamiche societarie che occorre prestare particolare attenzione.
Perché Caiata ha detto che il suo impegno di presidente finisce qui e, pur aggiungendo che “resta a disposizione del Potenza”, stavolta, non credo possa esserci qualcosa che possa far arretrarlo da questa volontà.
E la domanda allora sorge spontanea: ok il Potenza è salvo, e ora?
Perché Caiata lascia da vincitore: i suoi detrattori possono anche legittimamente dire che se non fosse fallito il Catania, non ci saremmo salvati. Ma sono ipotesi e illazioni cui corrisponde una sola VERITA’ STORICA: IL POTENZA E’ GIA’ SALVO e con i se e con i ma non si fa assolutamente nulla.
In cinque anni Caiata ha vinto un campionato (serie D), ottenuto due play – off (se avessimo vinto a Reggio Emilia… chissà) e raggiunte due salvezze (soffertissime ma raggiunte, punto).
Qualcuno pensa di avere soldi, programmi ed organizzazione per migliorare o anche solo eguagliare questi risultati? Perfetto, si faccia avanti alla luce del sole (perché di uomini del mistero non se ne può più).
Una parte della tifoseria ritiene che Caiata debba andarsene? Legittimo pensarla così (non ho alcun dubbio che la si pensi così avendo sempre a cuore, in primis, l’amore per la squadra).
Conoscendo però un pò le dinamiche sociali e sociologiche di sta città, sapendo che Potenza è una città dove chi si spende, si impegna e magari raggiunge risultati, viene prima o poi ammantato di “invidia sociale” cui consegue, causa stanchezza e delusione, il mollare tutto, inviterei tutti, o quantomeno coloro che non vedono l’ora che Caiata vada via, di restare cauti.
Perché non vorrei che per gettare “l’acqua sporca”, si rischi poi di buttare via pure il bambino (leggasi il Potenza e la sua serie C).
Perché in questa città a fare “bla – bla” son bravi tutti. Ma è il “fare” che ci fotte.