ELEZIONI COMUNALI: LA PAURA DELL'”ANATRA ZOPPA”

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GERARDO LISCO

Il sistema elettorale previsto per i Comuni al di sopra dei 15.000 abitanti sembra fatto apposta per favorire il leader a discapito del partito o della coalizione di partiti che lo sostengono. Uno dei  risultati che potrebbero uscire dalle elezioni comunali è quello di eleggere un Sindaco privo della maggioranza sufficiente per poter governare. La vittoria del sindaco senza maggioranza prevede il voto di fiducia da parte del consiglio comunale. La cultura politica alla base di una tale scelta è in un certo senso bonapartista. In questo caso il candidato Sindaco entra comunque in carica perché legittimato dal plebiscito popolare salvo appunto la fiducia da parte dei Consiglieri Comunali i quali si guardano bene dal non votare la fiducia consapevoli del fatto che dietro l’angolo c’è lo scioglimento del consiglio e quindi le elezioni. Ma quando mai si sono visti consiglieri comunali, che dopo essersi sobbarcati una campagna elettorale anche costosa, disponibili ad andare a nuove elezioni correndo il rischio di non essere rieletti? Che una cosa di questo genere si verifichi è un fatto più unico che raro. L’elezione di un sindaco eletto al secondo turno privo di una maggioranza consiliare in termini tecnici si chiama “ anatra zoppa”, dal punto di vista pratico da origine ad inciuci, trasformismo, all’emersione di accordi sotto banco che non hanno nulla a che vedere con la politica e con l’idea che una data compagine politica può avere della città che candidata ad amministrare. L’“anatra zoppa” è la morte della politica ed inibisce il ricambio della classe politica imbrigliando le istanze di cambiamento presenti nella società, impantanando lo stesso funzionamento dell’amministrazione comunale. L’esempio lo abbiamo visto proprio alla fine del mandato del sindaco uscente De Luca. Se qualcuno lo avesse dimenticato la precedente amministrazione comunale si è caratterizzata, insieme a pochi altri comuni in Italia, proprio per la specificità rappresentata dal meccanismo dell’“anatra zoppa”. Riferendomi al’amministrazione De Luca parlavo di esempio di amministrazione impantanata: il bilancio comunale viene risanato e nel contempo si chiude il bilancio comunale con un avanzo di 2 milioni di €. Un tale dato sta a significare una sola cosa e cioè incapacità di spesa e di programmazione dovuta, devo presumere, alla molteplicità degli interessi contraddittori schierati a sostenere  De Luca. Con 2 milioni di € disponibili quanti interventi si sarebbero potuti fare per migliorare la città? Sicuramente più di qualcuno. Il trasformismo, l’inciucio, gli accordi fatti in funzione della costruzione della coalizione mediano a monte gli interessi e sono accettabili nel senso che rientrano a far parte del naturale confronto democratico. Possiamo dire che gli accordi che precedono la presentazione della coalizione a sostegno del candidato sindaco sono il copione  da recitare con eventuali sfumature sottoscritto in fase di negoziazione. Altra cosa è quando il copione viene scritto all’indomani delle elezioni in presenza di un contesto dal quale emerge  in tutta la sua evidente complessità il conflitto tra esecutivo e l’organo politico di controllo e di indirizzo che è appunto il Consiglio comunale. Il legislatore ha immaginato un tale sistema elettorale pensando che alla fine i soggetti politici si sarebbero coalizzati tra di loro convergendo su un candidato Sindaco il più  rappresentativo possibile. Il legislatore ha immaginato un Sindaco legittimato dal voto popolare e potenziato nei suoi compiti e funzioni, indipendente ed autonomo dal Consiglio comunale il quale dovrebbe svolgere funzioni di controllo rispetto all’attività di governo del Sindaco. Queste sono idee proprie della cultura politica emersa negli ultimi decenni che ha nei fatti svilito l’aspetto discrezionale e di scelta propri della politica a favore di vincoli stringenti rivenienti da modelli di valutazione in sede tecnica. Pensate solo ai vari vincoli in materia di spesa rivenienti dal Patto di Stabilità, dall’essere in concorrenza con altre amministrazioni comunali per intercettare finanziamenti comunitari, gli obblighi circa la privatizzazione e la esternalizzazione di tutta una serie di servizi di interesse pubblico e sociale. Il potenziamento della figura del Sindaco   a partire dagli anni ‘90  ha sminuito il ruolo della politica e dei partiti politici, sempre ammesso che ce ne sia ancora qualcuno definibile come tale. Il Sindaco legittimato dal voto diretto dei cittadini in nome dell’efficienza amministrativa è diventato ostaggio delle tecnocrazia che a diverso livello ne verificano l’operato. Tutto ciò premesso mi sembra del tutto evidente che una cosa non dovremmo augurarci e cioè che il 26 maggio dalle urna esca fuori lo stesso risultato di cinque anni fa e cioè un sindaco di segno diverso dalla maggioranza presente in Consiglio comunale. Sarebbe questa un’ipotesi deleteria sia per la Città che per il ricambio della classe politica. Chi vincerà ha l’obbligo di governare la Città secondo la propria visione, chi perderà ha l’obbligo di fare l’opposizione ricordandosi che l’opposizione non deve essere costruttiva. L’opposizione deve mirare ad intercettare quel dissenso che non si sente rappresentato proponendo un modello alternativo. Il trasformismo ha già infettato la fase che ha portato alla formazione delle liste che formano le singole coalizioni. Cambi di opinioni sono legittime se supportate da visioni diverse sul ruolo della Città. Soli gli stupidi non cambiano idea. Nel caso specifico non mi sembra di vedere niente di tutto questo. Il nulla c’era prima e il nulla percepisco adesso. Per questo facciamo che ritorni la politica evitando che per i prossimi cinque anni al governo della Città ci sia lo stesso clima. Se nei passati cinque anni il dissesto finanziario ha giustificato certe operazioni, oggi la Città ha bisogno di altro; per cui mi auguro che chiunque sia il nuovo sindaco, lo diventi con una vittoria chiara e netta.

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Quotidiano Online Iscrizione al Tribunale di Potenza N. 7/2011 dir.resp.: Rocco Rosa Online dal 22 Gennaio 2016 Con alcuni miei amici, tutti rigorosamente distanti dall'agone politico, ho deciso di far rivivere il giornale on line " talenti lucani", una iniziativa che a me sta a molto a cuore perchè ha tre scopi : rafforzare il peso dell'opinione pubblica, dare una vetrina ai giovani lucani che non riescono a veicolare la propria creatività e , terzo,fare un laboratorio di giornalismo on line.

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