Giovanni Benedetto
“Il “Piano rientro Strade”, avviato di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per la riorganizzazione e ottimizzazione della gestione della rete viaria, ha l’obiettivo di trasferire alla competenza Anas circa 6.250 km di strade ex statali, regionali e provinciali, che porteranno la nostra rete fino a oltre 30mila km.
Lo scopo principale è di garantire la continuità territoriale degli itinerari di valenza nazionale che attraversano le varie regioni, evitando la frammentazione delle competenze nella gestione delle strade e dei trasporti”.
Le motivazioni virgolettate rappresentano la ratio seguita dal ministero dei trasporti e Anas d’intesa con le regioni per trasferire interi o parziali tratti di strada gestiti finora da altri Enti, provincia in testa, all’Anas.
Il decreto legislativo del 20 febbraio 2018 ha reso noto regione per regione tutte le strade o i tratti di strada che passeranno dalle province e regioni, sotto la gestione dell’Anas; è previsto entro la fine dell’anno il completamento delle pratiche per il trasferimento delle competenze.
È un primo passo che servirà a riorganizzare e rendere più funzionale e sicura la viabilità regionale e interregionale italiana . Molte regioni hanno già firmato il protocollo d’intesa con l’Anas per la formalizzazione del passaggio gestionale. La Basilicata lo farà in questi tre mesi.
Si metterà fine, per esempio, alla telenovela, di pessimo utilizzo delle risorse pubbliche, come la strada ” Nerico- Baragiano”, costruita con i fondi del terremoto 80 per sviluppare le aree interne del Marmo- Platano e del Melandro, per collegare Baragiano scalo, Muro Lucano e Pescopagani col risultato finale che dopo avere speso 330 milioni di vecchie lire, finanziate dalla legge 219, hanno ingrossato il potere dei politici, ingrassato le tasche di poche persone e abbandonata l’opera finita, ma inagibile, per quarant’anni. La lungimiranza della politica aveva puntato su quella strada per lo sviluppo industriale dei poli interni di Baragiano, Muro Lucano, Castelgrande e Pescopagano; una vera beffa a discapito delle casse dello stato e di una comunità intera privata di un’importante arteria funzionale al suo sviluppo.
Anche il tratto Balvano- zona industriale di Baragiano, finanziato dalla stessa legge ha subito ritardi ed interruzioni in esercizio, ma tutto sommato, sebbene con qualche interruzione, non è rimasta chiusa.
Un altro tratto di strada provinciale trafficato e che tanti disagi ha provocato agli utenti nei decenni scorsi è il tratto, tortuoso e dal fondo stradale pessimo, è la Melfi Leonessa: la continuazione della Potenza Melfi direzione Foggia. Cambieranno anche gestore la strada provinciale Melfi-Sata di 10 km sostenuta da un importante viadotto, e la Sarmentana che collega Noepoli allo svincolo di Valsinni per innestarsi sulla Sinnica , nonchè un tratto di 10 km ( lotto del portapane), sempre della provincia.
Forse il decreto ha fatto un primo passo per consegnare all’Anas, azienda concessionare della costruzione ed esercizio della rete stradale nazionale di circa 26000 km, strade che hanno avuto a battesimo diverse parrocchie, dove ognuno ha curato il proprio orticello, amministrando con sempre minori risorse che lo Stato ha destinato alla manutenzione negli anni bui della crisi economica.
Non finirà con questo decreto la razionalizzazione della gestione delle strade lucane, ce ne sono tante altre che versano in pietose condizioni e che aspettano la grazia di qualcuno che se ne accorga e se ne faccia carico.