GIANCARLO VAINIERI *
I Distretti della salute,come felicemente li immaginava la LR.n4/08, ,devono in qualche modo nascere o rinascere.
Non c’è nulla o c’è poco nei nostri territori di ‘governo distrettuale’,ispirato dalla ‘sociologia della salute’.
Nel documento regionale di riprogrammazione dell’assistenza territoriale ex DM n.77/22 si prende la mira per ricostituire il sistema di prossimita delle cure,banco di prova dei Distretti.
‘Ma tra cose immaginate e cose realizzate ,come si sa’,il salto è lungo.
Specie quando si ridisegnano le planimetrie sociali.Quando è in gioco la ‘chimica’ dei rapporti tra le persone e delle persone, con il loro ‘star bene’dopo la pandemia .
C’è l’impennata del costo della vita, la guerra in Europa, la rarefazione dei servizi energetici. Non è uno scherzo!’Dove siamo’, dice nel Rapporto ’22 il Censis?
Importante è ritrovare e ritrovarsi.Con un capovolgimento dell’offerta di salute e del welfare.
Quale Distretto della salute ,verrebbe da dire.
‘Chi fa che cosa’ nel cantiere dei nuovi Distretti? Chi , quali i capi-mastro e come far muovere l’intera macchina organizzativo-decionale..?.
E’ vero, i semi e le sperimentazioni nel campo della medicina territoriale, anche qui, non mancano.
Ma siamo ad un nuovo ‘racconto’ di come si puo ricominciare a fare sanita e sociale ‘con e per le persone’.E’ una fase nuova,come dopo una ‘scossa alla radice’ del vivere insieme.
Uno ‘stato nascente’,una fascinazione sociale, di riappacificazione e di fiducia in se e negli altri.
Non serve una nuova ‘scatola’ vuota’ senza qualita!Non basta un ritorno al puro coordinamento dei servizi, “day after day”.Questo si fa gia ,in qualche modo!
E’ il tempo di fare insieme le cose!
Fare Insieme l’analisi dei bisogni di salute .Insieme ricostruire i servizi esistenti nei territori ,piu integrati tra operatori e strutture di diversa provenienza e “far incontrare” “domanda” e “offerta”di salute .Già nel DM ‘Balduzzi’ i Distretti venivano definiti come UOC, “Centri di Responsabilità” e “Centri di Costo”.
Strutture su cui investire, rifondate ed impinguate di risorse umane e tecnico-logistiche .Senza lesinare e risparmiare!Un insieme- aperto e connesso che si muove!
Piu vicino ai 130 Comuni, al luogo di vita dei cittadini.
Un “sistema unico nazionale di valutazione del profilo di salute dei pazienti” fondamentale per l’individuazione dei “bisogni semplici” e dei “bisogni complessi”(Documento AGENAS-Regioni-PPAA 2021).
Cosa mettere allora nel Distretto?
Piu e tante cose..!
L’ Assistenza Domiciliare (il modello Venosa in Basilicata e fuori ha fato scuola..).I Servizi per la Salute Mentale, le Dipendenze Patologiche e la Neuropsichiatria Infantile, Servizi per la Salute della Donna e del Bambino.Con un uso diffuso di Telemedicina.
Ma senza uno spessore sociale ,o meglio socio-sanitario i Distretti nascono gracili ed anemici.Non c’è l’anima e la vita delle persone e delle“comunità” .
Forse siamo ancora e daccapo al pre-politico ;al ‘formare ed informare’la civis per costruire e capacitare vere ”comunità di cittadini”.
Decentriamo pure le funzioni, anche quelle di tipo sanitario ed assistenziale.Come a rovesciare la piramide costruita su antiche certezze!.
Ma la ‘regia ‘del Distretto deve essere legata ad un impegno di promozione della salute che ..’non è semplice assenza di malattia’,ma un progressivo avanzamento socio-culturale ,con la ricerca di un ‘benessere psico-fisico’possibile..
Tra sociale e sanitario’ centrale è il ruolo di un Ufficio di Piano che sostiene la programmazione della Direzione distrettuale ,senza le superate duplicazioni di direttori sanitari ed amministrativi .E cosi spostare l’asse del Distrettto sulla centralita di piu moderne ed innovative funzioni tecnio-digitali e sociali ,ad intreccio con le funzioni comunali.Con l’apporto sinergico delle sanita integrative e delle forme associative e del terzo settore.
Altrimenti si ritorna alla clinicizzazione del territorio…Una tentazione che traspare nel recente documento regionale ex Dm 77.
Il nodo è tutto politico.Le domande sono fondamentali e tutte da approfondire!
La ‘regola’, la consegna per ‘tutti’ è di “dare le prestazioni giuste al paziente giusto, nel giusto setting e la prima volta”[Friedman, 2004].Con accoglienza,liberalita ed alterita’.Si puo fare!
*Responsabile Centro studi sociali e del lavoro