IL CONSUMO DI SUOLO IN BASILICATA

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DINO ROSA*]

Tra il 2017 e 2018 in Italia il consumo di suolo ha riguardato 51 chilometri quadrati, con una media di 14 ettari al giorno (un’estensione di circa 19 campi da calcio coperta da superfici artificiali al giorno). Si mantiene la velocità di trasformazione del territorio registrata tra il 2016 e il 2017, ovvero 2 metri quadrati di suolo perso irreversibilmente ogni secondo. I cambiamenti rilevati nell’ultimo anno si concentrano in alcune aree del Paese, come nelle aree di pianura del Nord, nell’alta Toscana, nell’area metropolitana di Roma e nel basso Lazio, in Abruzzo, lungo le coste romagnole, abruzzesi, della bassa Campania e nel Salento. I cambiamenti si sono registrati soprattutto lungo la fascia costiera, nelle aree periurbane a media e bassa densità, nelle pianure e nei fondivalle.

Il consumo di suolo è più intenso nelle aree già molto compromesse (circa 10 volte maggiore rispetto a quelle meno consumate). Nelle città dense, solo in un anno, si sono persi 24 metri quadrati per ogni ettaro di aree a verde. In totale, quasi la metà del suolo perso in 12 mesi si trova nelle città, il 15% in aree centrali e semicentrali, il 32% nelle fasce periferiche e meno dense (1). 

Analizzando il grado di urbanizzazione, rappresentato qui dalla densità della copertura artificiale emerge che nel 2018, la Lombardia ha la maggior estensione di aree urbane (ad alta densità di superfici artificiali) per oltre 176.000 ettari, pari a quasi il 20% del totale delle aree urbane nazionali, seguita dal Veneto (poco meno di 100.000 ettari e oltre l’11% delle aree urbane italiane) e dall’Emilia-Romagna (quasi 81.000 ettari). I valori di superfici urbane più bassi sono invece in Valle d’Aosta (meno di 1.500 ettari) e Molise (poco più di 2.000 ettari). In tutte le regioni italiane si registra, negli ultimi anni, seppur in misura diversa, una lenta trasformazione da aree rurali ad aree suburbane e urbane . Il territorio del Veneto (quasi 2.000 ettari) e della Lombardia (oltre 1.300 ettari) ha ospitato il 40% degli oltre 8.000 ettari di nuove aree urbane tra il 2016 e il 2018. Gli incrementi maggiori di aree urbane, tutti ben al di sopra del valore nazionale (+0.93%), hanno interessato il Veneto (+1,99% pari a 1.921 ettari), Trentino-Alto Adige (+1,61%), Basilicata (+1.48%), Molise (+1,42%) e Friuli-Venezia Giulia (+1,42%). Le caratteristiche morfologiche delle aree urbane possono essere valutate anche considerando la densità delle aree urbane. In particolare, l’Indice di dispersione, ovvero il rapporto tra la superficie urbanizzata discontinua (aree a media/bassa densità) e la superficie urbanizzata totale (aree ad alta e media/bassa densità), per la maggior parte delle regioni assume valori al di sopra del valore medio nazionale di 84,96%, indicando una complessiva prevalenza della dispersione (2)

Il rapporto ISPRA 2019 aggiunge che in termini di incremento percentuale, i valori di consumo di suolo più elevati sono in Abruzzo (+0,51%), Basilicata (+0,47%) e Veneto (+0,41%). (3)

Secondo il rapporto del sistema nazionale di protezione dell’ambiente “consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” il Suolo consumato in ettari (2018) a livello comunale (primi tre comuni per ogni regione vede per la Basilicata il suolo consumato a Potenza e Matera nel 2018 in ettari pari a: Potenza= 1884 ha mentre a Matera 1880 ettari.

Quello che rileva più di ogni altra cosa è che in genere, il consumo di suolo, dovrebbe caratterizzare le aree che si sviluppano ed aumentano sia in termini di popolazione che di attività economiche che si insediano nel territorio. Il problema, piuttosto, si rivela quando è proprio in queste che si riscontra un peggioramento della situazione. L’Italia si sta apprestando, in questo periodo, ad uscire dal lockdown che ha congelato ogni attività nei mesi precedenti e lsa città di Potenza si appresta a risvegliarsi dal torpore. L’idea, e l’auspicio,  che le imprese di costruzioni ricomincino a lavorare contrasta con un’esigenza: quella che bisogna smettere di consumare suolo inutilmente in presenza di un calo demografico certificato dall’Istat. Sono sempre più i giovani che abbandonano la nostra terra per sperare in un futuro più roseo altrove. Sarebbe auspicabile, in primo luogo, il non aggiungere cemento ad altro cemento che, in assenza di un aumento della popolazione significherebbe lasciare disabitate le vecchie costruzioni. In secondo luogo sarebbe necessario una definizione di politiche aattrattive che costituiscano uno stimolo, per i nostri giovani, a rimanere sul territorio piuttosto che ad abbandonarlo e vedendo, nell’andar via, l’unica soluzione ad un problema che rimane insoluto: se sii vuole sopravvivere bisogna chiudere una parentesi di vita ed intraprenderne un’altra. 

 

(1) Fonte:https://webgis.arpa.piemonte.it/secure_apps/consumo_suolo/?entry=5

(2) fonte: https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2019/09/Rapporto_consumo_di_suolo_20190917-1.pdf)

(2) Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA

*da investinbasilicata

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Sull' Autore

Quotidiano Online Iscrizione al Tribunale di Potenza N. 7/2011 dir.resp.: Rocco Rosa Online dal 22 Gennaio 2016 Con alcuni miei amici, tutti rigorosamente distanti dall'agone politico, ho deciso di far rivivere il giornale on line " talenti lucani", una iniziativa che a me sta a molto a cuore perchè ha tre scopi : rafforzare il peso dell'opinione pubblica, dare una vetrina ai giovani lucani che non riescono a veicolare la propria creatività e , terzo,fare un laboratorio di giornalismo on line.

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