Si può capire l’obiettivo politico di offrire una immagine quanto meno unitaria tra i sindaci del petrolio, ma anche responsabile e propositiva , il minimo sindacale per legittimare una propria presenza al tavolo della trattativa. Una lavata di faccia per far dimenticare che in realtà sinora ognuno se ne é andato per i fatti propri, inseguendo i propri referenti politici e i sogni di gloria che un cassetto pieno di soldi autorizza. Ma dare enfasi ad una proposta rabberciata, localistica di una ennesima, la terza, bretella che dalla Basilicata porta al vallo di Diano, come se questo fose il centro del Mondo, è da persone che la domenica anzichè pensare alle sorti della basilicata dovrebbero più modestamente limitarsi a far riposare il cervello. Il messaggio poi che ne è derivato è completamente fori asse , giacchè si è saputo: a) che la maggioranza dei Sindaci della val d’Agri si è defilata e b) che la proposta è così debole da rischiare l’anemia. Come si diceva ci sono già due bretelle che dai territori lucani della val d’ Agri e del Melandro portano alla A2 , una più a Nord, che dal bivio di Satriano porta allo svincolo di Polla, e, l’altra che da Brienza porta allo svincolo di Atena Lucana. La prima era partita per sostenere l industrializzazione dell’ area consortile di S.Angelo Le fratte , ed è rimasta a uso di un’ utenza locale, la seconda ha sempre svolto il suo compito di raccordo tra il territorio della val d’ agri e quello de lagonegrese-Maratea. insomma la strada del mare . Quindi cone dice giustamente il Sindaco di Latronico, De Maria, spendere soldi per risparmiare 15 minuti ad un traffico che è e resta circoscritto ,non è il modo migliore di servire il territorio. Il vero tema che é stato portato da una trattativa con la Total e che costituisce il punto di riferimento per quella ,da farsi, con Eni, è che stavolta alle compensazioni e alle royalties si vuole mettere sotto un disegno di sviluppo dei territori e della regione, disegno che vede insieme infrastrutture,piano industriale, marketing territoriale,aiuti alla localizzazione. E che per tenere insieme tutti i territori, le lorotenzialità, le sue risorse in una logica di offerta internazionale ha bisogno di una trasversale che intersechi i quattro quatro grandi assi stradali che si muovono lungo i principali fiume lucani . Insomma ,Il disegno di Decio Scardaccione e dell’ Ibres ( Istituto per la programamzione economica e sociale) troppo presto fatto fuori da una politica che non voleva essere contraddetta. E quella trasversale nord sud non può che essere la Lauria-Candela nel suo tracciato più breve e fattibile che riguarda la realizzazione del tratto di Cogliandrino, il collegamento con supersada dell’agri e l’imbocco della strada che da sotto Armento porta a Corleto. Qui dovrebbe farsi la famosa galleria di Corleto per il successivo allaciamento alla strada in realizzazione lungo il lago di Camastra. E dalla Basentana alla Melfi Candela Foggia è un attimo. Un tragitto in parte già realizzato e che avrebbe il.merito di accorciare di 200 km il raccordo Sud Nord tra Tirreno e Adriatico. Questo è quello che serve e che non si é fatto finora perché i soldi hanno seguito interessi politici più consistenti di quelli che potevano venire dell’osso della Basilicata, quella montagna del potentino fra Laurenzana, Guardia e Corleto che per sessant’anni ha chiesto invano e che oggi portrebbe avere la sua rivincita. E se non si ha l’intenzione di fare un progetto unificante delle cinque aree di sviluppo della Basilicata, si finiscano le cose che si sono aperte, come il potenziamento della Potenza – Melfi , la Tito Brienza e la Matera Ferrandina, senza creare nuove illusioni che poi, al primo cambio di vento qualcuno rimette in discussione.
IL “PENSATOIO” DELLA VAL D’AGRI: UNA ENNESIMA BRETELLA VERSO IL NIENTE
0
Condividi