Incendio Nova Siri, aperta la camera ardente, il 22 luglio i funerali

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Lidia Lavecchia

E’ un via vai incessante quello che si sta registrando in queste ore nella Camera ardente allestita presso la palestra del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Matera, per rendere omaggio ai due vigili del fuoco Nicola Lasalata e Giuseppe Martino di 45 anni deceduti il 17 luglio scorso nel tentativo di mettere in salvo una famiglia residente in contrada Cozzuolo, minacciata da un incendio boschivo in località Nova Siri, in provincia di Matera. Non solo istituzioni, ma anche molti cittadini. Tanta commozione per quanti hanno pensato di portar loro una preghiera, un fiore.

Il rito funebre sarà celebrato da monsignor Pino Caiazzo, alle 18 di oggi lunedì 22 luglio, all’interno del palazzetto dello sport in via delle Nazioni unite, a causa del rischio pioggia previsto e della grande affluenza di persone che vorranno dare l’ultimo saluto ai due vigili caduti durante l’esercizio del proprio dovere, che, instancabili e sprezzanti del pericolo, non hanno esitato a spingersi in una zona con terreno molto friabile per cercare di mettere in salvo una famiglia la cui casa veniva lambita dalle fiamme. Proprio questo loro gesto di estremo valore e coraggio li ha spinti in un burrone, dove sono stati avvolti dalle fiamme.

L’amministrazione comunale di Matera ha proclamato il lutto cittadino e la sospensione temporanea di tutti gli spettacoli del Cartellone estivo. Anche i Comuni di Nova siri e Policoro saranno vicini nelle manifestazioni di profondo cordoglio per il sacrificio dei due pompieri, da tutti riconosciuti come due eroi. Nel frattempo proseguono le indagini coordinate dal pm di Matera Annafranca Ventricelli e condotte dai carabinieri della Compagnia di Policoro, agli ordini del capitano Roberto Rampino, in collaborazione con il Nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco.

L’esame autoptico sui resti carbonizzati delle salme dei due poveri 45enni, effettuato ieri darà indicazioni importanti per gli inquirenti.  Gli uomini del Nucleo scientifico dei carabinieri hanno effettuato rilievi e fotografie, ma si sta procedendo anche ascoltando testimoni oculari e persone informate sui giri che vengono effettuati in quella zona del bosco di Nova Siri, che ogni anno di questi tempi va a fuoco. Nessuno crede all’autocombustione, l’ipotesi dolosa è l’unica in campo. Per questo, gli inquirenti si stanno servendo di tutti gli strumenti tecnologicamente avanzati, dai droni agli incroci cromo-termici dei satelliti orientati sulla zona in questione. Infatti, per capire il punto preciso dell’innesco si possono sfruttare le colorazioni del suolo riprese dal satellite: dove il rosso diventa più acceso e localizzato, lì potrebbe aver avuto origine il fuoco. Una volta individuata la zona e l’eventuale proprietà del terreno, si procederà con ulteriori accertamenti ambientali.

Ma l’estremo sacrificio di Nicola e Giuseppe non può e non deve essere reso vano.

Quando si arriva alla perdita di due vite umane, due vigili del fuoco che stavano facendo il loro lavoro, non è più un evento naturale, ma una tragedia da tutti i punti di vista: infatti i due operatori lasciano famiglia e figli piccoli.

Questi incendi estivi dipendono molto dalle attività tradizionali del territorio. Gli incendi boschivi sono fortemente legati alla cultura e all’uso dei territori, in quelli dove c’è una forte tradizione agricola, a fronte del 99,9% degli agricoltori che si comportano in modo onesto, ci può essere chi opera degli abbruciamenti per poter meglio svolgere la propria attività. Ma nel 45% dei casi circa, dietro la mano dell’uomo c’è un’origine dolosa: può accadere per tanti motivi, in primis per vendetta con i vicini di casa o di campo o per rivalsa contro la pubblica amministrazione. L’incendio di Nova Siri è stato certamente opera dell’uomo, se sia stato colposo o doloso lo stabiliranno gli inquirenti, che dovranno accertarne la causa. Certo è che, come ha dichiarato il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il governatore lucano Vito Bardi, intervenuti nei giorni scorsi presso il comando provinciale di Matera, per mostrare la loro vicinanza e far luce sull’accaduto, è quanto mai necessario ragionare su eventuali azioni organizzative da mettere in campo perché questi eventi non si verifichino più, pianificando azioni preventive ed efficaci sul territorio, mitigando il rischio e facilitando gli interventi dei vigili del fuoco, perché siano di meno e meno gravosi. A questo proposito è stata espressa la volontà di fissare una riunione a breve con il prefetto di Matera per lavorare insieme perché i vigili del fuoco deceduti in questa tragedia abbiano il giusto riconoscimento. Prendendo spunto da questo tragico episodio, si inizi a lavorare per mettere in campo le iniziative giuste per tutelare tutti i cittadini lucani.

 

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