LA CRISI DEI PRONTO SOCCORSO, LE PROPOSTE DELLE REGIONI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

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All’audizione della Conferenza delle Regioni sulla situazione della medicina dell’emergenza-urgenza e dei pronto soccorso in Italia , le autonomie locali hanno portato  un  documento di proposte su come risolvere la crisi che si evidenzia in tutti gli ospedali pubblici italiani.
 La perdita quotidiana di personale dai Pronto Soccorso continua giorno dopo giorno, così come il ricorso alle esternalizzazioni che comportano un aggravio di bilancio sulle aziende e una netta riduzione della qualità di assistenza per i pazienti. Il ricorso alle esternalizzazioni ha un forte impatto negativo anche sul clima lavorativo, laddove vanno a coesistere professionisti pagati in maniera decisamente diversa (dipendenti vs. cooperative/gettonisti); tale commistione rimane un percorso che non prevede integrazioni lavorative tra i vari professionisti. Le principali proposte :
–  modifica normativa per riconoscere al personale che opera in PS ed emergenza territoriale le indennità e i benefici dei lavori usuranti;
– Definizione univoca delle piante organiche di medici e infermieri nei Pronto Soccorso secondo letteratura internazionale, che consenta un recupero della qualità di vita e del ben-essere organizzativo (riduzione delle ore settimanali lavorate e del numero delle notti e dei festivi lavorati). Questa ultima misura dovrà essere avviata parallelamente 2 all’implementazione delle piante organiche per garantire, allo stato attuale, la piena funzionalità del sistema. Al momento l’individuazione delle piante organiche rimane a macchia di leopardo, ma rappresenta invece uno strumento che garantirebbe la possibilità di rotazioni tra PS, OBI e MEU e quindi la possibilità per il personale di praticare nelle tre fasi caratteristiche dell’emergenza-urgenza;
– Utilizzo di medici con specialità affini/equipollenti nei PS; tale utilizzo potrebbe essere “limitato” ad una specifica percentuale dell’orario da svolgere in PS nei primi due anni post assunzione, oppure in pianta stabile anche full time;
– Possibilità per gli specialisti MEU di esercitare la libera professione nelle specialità equipollenti e per le diagnostiche consentite; – Incentivi economici: l’aumento stipendiale di base, in considerazione del rapporto con il resto d’Europa, sarebbe la soluzione ottimale. Va tuttavia considerata la possibilità di svolgere delle prestazioni aggiuntive, valorizzate in100 euro per i medici e 50 euro per gli infermieri come da Decreto-Legge 30 marzo 2023. Al momento l’applicazione di tale DL è difforme sul territorio nazionale. L’applicazione di questo punto comporterebbe anche una riduzione delle esternalizzazioni;
– Possibilità di assunzione nei MEU di personale medico e infermieristico con contratto che preveda già una rotazione oraria anche nel sistema 118;
– Pagamento delle ore di straordinario;
– Depenalizzazione della colpa medica;
– Potenziamento dell’attività infermieristica su percorsi dedicati (codici minori, presa in carico ecc.) con chiusura del verbale di Pronto Soccorso in autonomia. Anche il personale infermieristico soffre di una certa staticità all’interno delle MEU. Avviare, potenziare dei percorsi a gestione infermieristica, oltre che dare uno sbocco professionale diverso, sarebbe sicuramente motivo di richiamo (ad esempio i professionisti in possesso della Laurea Magistrale vedrebbero ampliati i loro spazi all’interno dell’organizzazione e nel percorso di carriera attraverso l’acquisizione della dirigenza);
– Integrazione del personale medico e infermieristico con quello del Sistema 118 (ambulanze e elisoccorso) al fine di favorire l’integrazione tra i due sistemi. Le Regioni che hanno o stanno implementando questa modalità lavorativa hanno già visto molti effetti positivi quali la riduzione del burn out nei rispettivi servizi (118 e MEU) e un minor fabbisogno di personale che ruota sul preospedaliero in prestazione aggiuntiva;
– In ambito di Università va sicuramente esteso l’utilizzo del “Decreto Calabria” dove attualmente la legge lo prevede attuabile dal II° anno di Specializzazione. Con buon senso potremmo suggerirne l’utilizzo a partire dal III° anno. Fermi restando i criteri di rispetto delle attività formative svolte negli ospedali, ovvero le 6 ore previste. Espletato tale monte orario non deve essere più previsto il nulla osta da parte degli Atenei, come da Decreto-legge;
– Estensione della possibilità di Prestazioni Aggiuntive anche agli specializzandi assunti con Decreto Calabria, incluse le incentivazioni di contratti Libero Professionali, ad esempio, sui codici minori a partire dal primo anno di specializzazione. 3 Questo permetterebbe di fidelizzare maggiormente i giovani medici;
– Attuazione delle sostituzioni per maternità in considerazione della netta maggioranza di donne tra il personale operante in MEU;
– Misure di Welfare per gli operatori MEU;
– Ristrutturazione del sistema di emergenza preospedaliera mediante l’utilizzo di automediche e autoinfermieristiche che rappresentano vettori dinamici e altamente professionalizzati che potranno consentire una maggiore copertura del territorio considerando anche la progressiva riduzione del personale sanitario in corso;
– Suddivisione dei percorsi di accesso tra alta complessità, indirizzati verso gli ospedali sede di pronto soccorso, DEA I, DEA II e bassa complessità, prevedendo il superamento dei PPI, e dei PS con ridotta casistica appropriata di accesso sostituendo entrambi con strutture afferenti organizzativamente all’assistenza primaria, come anche indicato dal DM 77/2022, aperti h 12/ h24. (come ad esempio i CAU, Centri di Assistenza Urgenza, istituiti in Regione Emilia- Romagna).

 

scarica il documento https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1699971320.pdf

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Sull' Autore

Quotidiano Online Iscrizione al Tribunale di Potenza N. 7/2011 dir.resp.: Rocco Rosa Online dal 22 Gennaio 2016 Con alcuni miei amici, tutti rigorosamente distanti dall'agone politico, ho deciso di far rivivere il giornale on line " talenti lucani", una iniziativa che a me sta a molto a cuore perchè ha tre scopi : rafforzare il peso dell'opinione pubblica, dare una vetrina ai giovani lucani che non riescono a veicolare la propria creatività e , terzo,fare un laboratorio di giornalismo on line.

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