
ANGELA MARIA GUMA
L’identità storico-religiosa di Pignola è senza dubbio intimamente legata all’immagine di Maria SS. degli Angeli, la Madre di Dio.
Un elemento che esprime in maniera tangibile la devozione dei Pignolesi alla Madonna è la festa in suo onore e quello che colpisce di più in questa manifestazione è lo spirito con cui tutta la popolazione vi partecipa.
L’origine della festa è antichissima; la sua prima attestazione risale al 1521 e la data in cui si celebrava era il 15 di agosto durante la solennità della Assunzione della Beata Vergine Maria. Si ipotizza pertanto che la festa risalga all’epoca della costruzione della cappella di Pantano e all’influsso bizantino, ma mancano documenti per poterlo affermare con certezza. Uniche fonti sono alcuni registri di introiti e spese della cappella, ma tutti posteriori a questa data. Un inventario del 1696 redatto dall’oblato della cappella Silvestro Perito parla della celebrazione di due feste all’anno in onore della Madonna del Pantano. Una celebrata il 15 di agosto e l’altra celebrata nel mese di maggio. La prima aveva la durata di un sol giorno ed era chiamata “Solennità della Madonna” e si svolgeva in questo modo: si celebrava una messa solenne nella cappella con la predicazione dei frati cappuccini del convento di S. Rocco e dei padri osservanti del convento di S. Michele. Subito dopo, dalla cappella si avviava la processione con l’immagine della Madonna per l’agro circostante fino a raggiungere il centro abitato. Ad accompagnare l’immagine in processione c’erano musici provenienti dai paesi circostanti (Sasso di Castalda, Cancellara, Abriola, Potenza), e pellegrini convenuti da molti paesi vicini e lontani.
La festa di maggio aveva la durata di una settimana, ed era chiamata “festività della Madonna”. Si celebrava nel centro abitato di Pignola e si svolgeva in questo modo: il sabato prima della domenica nella quale sarebbe arrivata l’immagine della Madonna portata in processione senza estrarla dalla sua “Caggia” (custodia) i “confratelli della Madonna,” accompagnati dai musici, giravano per le strade del centro abitato elemosinando le offerte per le spese della festa. Il giorno dopo, in mattinata, si snodava la processione dalla cappella per raggiungere la Chiesa Madre dove veniva celebrata la messa “cantata” con grande partecipazione di fedeli venuti da paesi anche molto lontani. Per tutta la settimana la statua della Madonna restava esposta alla devozione dei fedeli nella Chiesa Madre, e ai suoi piedi veniva posto un “bacile” per la raccolta delle offerte che servivano per le opere di carità e per la mensa del Vescovo di Potenza. II sabato successivo si ripeteva la questua per le vie del paese con la stessa modalità del sabato precedente. Nel pomeriggio di questo stesso giorno i Pignolesi e gente venuta da altri paesi per l’occasione, si divertivano a gareggiare fra di loro per coprirsi con un pò di gloria e per dare spettacolo al fine di racimolare altre offerte per lo svolgimento della festa e per le opere di carità. La domenica successiva nell’ottavo giorno, la cosiddetta ottava della festa, ci si avviava in processione dalla Chiesa Madre per riportare l’immagine della Madonna nella sua cappella al Pantano. Grandi erano i festeggiamenti con concorso di musici, maestri di fuochi pirotecnici e venditori ambulanti che davano vita ad una vera e propria fiera. Entrambe le feste erano organizzate dalla confraternita della Madonna e dall’oblato della cappella sotto la severa vigilanza di due prelati scelti dal capitolo del clero di Pignola. Nel corso della storia la festa in onore della Madonna ha subito molte modifiche e talvolta radicali mutamenti. Infatti se inizialmente era affidata ai sacerdoti Capitolari di Pignola e all’Abate, nel tempo la Festa è stata sempre affidata ad una sorta di spontaneismo dei fedeli che, appoggiati dal clero di Pignola, ne hanno garantito e garantiscono lo svolgimento. Questo binomio ha dato negli anni un forte impulso alla devozione mariana, tanto da permettere, il 27 giugno 1965 l’incoronazione pontificia. Il clima di festa e pietà religiosa si avverte già il secondo venerdì di maggio quando tre colpi di mortaretto rompono il silenzio mattutino annunciando l’inizio della Novena. I devoti si mobilitano in massa per raggiungere il santuario di Pantano e rendere omaggio alla Vergine partecipando alla messa mattutina. Il terzo e quarto sabato di maggio si consuma una tradizione particolare: la UGLIA. Una costruzione a forma esagonale, originariamente di cartapesta con l’immagine della Madonna disegnata sopra. A forma di guglia viene portata a spalla dai devoti, gira e danza per le vie del paese accolta da diversi fuochi accesi nei quartieri. Qui la Uglia si ferma, in una sorta di omaggio agli abitanti del posto che alimentano continuamente il fuoco con ginestre per trattenere il simulacro il più a lungo possibile. I Portatori, ballando e cantando, attendono il momento propizio per superare il fuoco e proiettarsi verso quello successivo. Fede, folklore, tradizione, storia e leggenda: tutto questo è la processione della UGLIA.
Attualmente la Sacra Immagine dal Santuario del Pantano è traslata con solenne processione nella Chiesa Madre di Pignola la terza domenica di Maggio e vi ritorna solo la terza domenica di settembre. Forte è dunque la devozione alla sacra e bellissima immagine della Vergine Santissima e forte è ancora oggi l’attaccamento alle tradizioni e il rispetto delle stesse perché anche questo è una forma di devozione.