LE BOSSA NOVA DI CARLO E GIANCARLO

0
Leonardo Pisani

Leonardo Pisani

di LEONARDO PISANI 

Sono  passati 40 anni da quando incontrai per la prima volta Carlo Petrone, a volte mi sembra che sia successo ieri ma invece no; il tempo è trascorso e tutto è cambiato: era un mondo diverso, in un’Italia differente e con una società difforme da quella attuale. Anche dove ci siamo incrociati la prima volta è un ormai un Non Luogo, non c’è più né fisicamente né metafisicamente, lasciatemi correre la definizione, ma per me resta sempre uno dei miei “Luoghi”: Carlo lo conobbi a Via Mazzini a Potenza, nella sede della Federazione del Pci, uno spazio vitale e di formazione che ricordo con affetto, sempre crescente in questa contemporaneità di riflusso, tanto difforme da quell’epoca di pathos, ideali, passioni. Carlo lo ricordo anche alla festa nazionale dell’Unità dei Parchi Nazionali che organizzammo a Viggianello: oltre alla politica, anche tanta musica con gruppi meno o più famosi, dai Blues Staff al concerto finale di Vecchioni. Dell’impegno politico di Carlo si è scritto, il mio circondo corale con virtuoso delle 6 corde riguarderà la musica, un’altra immensa passione: per me ascoltarla, per Carlo un’arte. Qualche tempo fa, scrissi un articolo/intervista a Giancarlo Cracas per Talenti Lucani, inserendo anche nella galleria multimediale un brano musicale suonato in duo da Giancarlo e Carlo. Era un anno che non lucani e popoli delle Terre del Mezzogiorno non potremmo mai dimenticare: il 1980. Fu l’anno delle Olimpiadi di Mosca con l’Oro della Freccia del Sud Pietro Mennea che rese quei 200 metri infiniti per il cuore degli Italiani  e del ragazzo con i riccioli di Napoli, Patrizio Oliva che sconfisse con l’arte del pugilato il suo avversario sovietico con uno spettacolo di tecnica e eleganza; fu anche l’anno del terribile sisma che colpì Basilicata e Irpinia, ma terrorizzò tutto il Sud. Quell’anno che cambiò tutti noi, vide anche la simbiosi di due giovani artisti con quelle due chitarre così differenti- l’una jazz e l’altra classica-ma unite in una esperienza estetica capace di sinestesia, coinvolgendo il vedere e l’ascoltare, ma magicamente anche il percepire “fisicamente” quelle armonie e note. Un duo chitarristico, che ha regalato gemme di classici del jazz e bossa nova, gemme che  la  RAI di Basilicata inserì in programmi come  “Anche noi musica” e  “Jazz in Basilicata” Tra i brani tratti del capolavoro cinematografico “Orfeo Negro”  di Marcel Camus , con  perle musicali come  Samba de Orfeo,  che resero la musica brasiliana famosa nel mondo e  poi fu trasmesso l’anno dopo anche sulla RAI 3 Nazionale. Carlo Petrone ci ha lasciato prematuramente; su questo giornale è stato pubblicato due commossi ricordi scritti da Nicoletta Altomonte e da Mario Santoro: vi consiglio di leggerli poiché tratteggiano differenti visioni di un’anima poliedrica. Ho aspettato un po’ di tempo per tracciare un ricordo di Carlo assieme al professor Giancarlo Cracas, appositamente perché Carlo merita di essere ricordato ora e sempre per la sua umanità, la sua semplicità e la sua raffinata maniera di essere un intellettuale e uomo libero. Mi raccontava Cracas: “Ho conosciuto Carlo Petrone sotto i portici del Gran Caffè a Potenza, intorno al 1978. In quel periodo vi era l’usanza, per studenti, politici musicisti ecc.  di ritrovarsi e fare quattro chiacchiere. Scoprimmo insieme di avere questo amore in comune per la bossa nova e il jazz. Decidemmo così di formare un duo per divertirci un po’ consapevoli che era un genere inesplorato a Potenza e dintorni. Passammo un’invernata intera a preparare( lui faceva la chitarra d’ accompagnamento ed io il solista) un programma di classici del jazz e bossa nova. Lui se la cavava bene ad accompagnare ed io riuscivo già ad improvvisare e mettere in pratica gli insegnamenti di Franco Cerri e Sante Palumbo conosciuti qualche anno prima. Appena pronti riuscimmo a fare delle suonate a casa di amici e parenti. Ricordo che una sera fummo invitati da Pietro Basentini nella sua villa in campagna dove si era trasferito dopo il terremoto dell’ 80. In quella occasione conoscemmo il figlio Emanuele ( diventato poi un ottimo musicista a livello internazionale) che all’ epoca era un bambino di 10 anni. Nel 1980 Carlo riuscì a proporre con successo il nostro duo alla RAI di Basilicata dove abbiamo realizzato diverse trasmissioni e registrazioni davvero storiche”.

Questo duetto che abbiamo deciso di riproporre con Giancarlo è un gioiello di armonie e ritmiche, quelle note che sembrano galleggiare nell’aria, quei suoni che sembrano volare e invitarci a volare verso le rive di Rio De Janeiro a ballare la samba canção o ad assistere a spettacoli di Capoeira semmai nel verde dell’Amazzonia. Quale è il miglior modo di ricordare Carlos e non ascoltare ancora la magia della sua chitarra. Silenzio, qui si suona….
Ritorna il ricordo di te che ballavi
leggiadra di vento tra luci soffuse…
Ritorna il ricordo di te che piangevi
cercando tua madre tra dolci ricordi…
Ancora ricordo quel dolce sorriso…”

Carlo Petrone

Condividi

Rispondi