PERCORSI D’ARTE SACRA: MARSICOVETERE

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IOLANDA CARELLA E SALVATORE SEBASTEsebaste puglia riconoscente

carella Marsico, dal basso latino Mariscus, Marescum, Marescium, luogo paludoso; vetere, del vecchio paese, secondo Giacomo Racioppi.  
Ai piedi del paese nella piana dell’Agri, è stata rinvenuta una vasta necropoli del IV secolo a.C. con ricco arredo funerario, tra cui grosse anfore di ceramisti d’Armento e del pittore di Primate.
Marsicovetere fu La Civita fortificata sull’alta montagna, un insediamento di coloni greci e, con la conquista dei Romani, avamposto militare di Grumentum.

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Il primo documento è del 1188 ed attesta che l’insediamento urbano era costituito da un piccolo borgo che sorgeva intorno al Castello, munito di mura ed adibito a residenza abituale del “signore” Bartolomeo. Nel 1498 il re Federico d’Aragona lo donò a Giovanni Caracciolo. La signoria dei Caracciolo durò fino al 1777, quando Laura, vedova del principe Nicola, vendette il titolo per 34.000 ducati al ricco borghese del luogo, Bernardo Brussone. La comunità marsicovetrese insorse e versò la stessa cifra al Regio Demanio conquistando il destino di libera università.

 

 

A Marsicovetere ancora esiste il rione Castello, che occupa la parte più alta del paese e sono visibili

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(fig. 1) la torre del castello e le due porte d’accesso alla fortezza. (figg. 2 e 3). Vicino alla zona del castello, nel rione Pianitello, si nota (fig. 4) la Torretta dell’antica

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chiesa di Santa Maria della Neve.

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Attenzione merita la Chiesa Madre dedicata ai santi Pietro e Paolo, a navata unica, a croce latina, di stile barocco, ricostruita e trasformata varie volte. La facciata è divisa da lesene, le quali reggono un architrave aggettante che crea chiaroscuro ed è sormontato ai due lati da due sculture. Sopra l’architrave continua ad alzarsi la facciata che termina con un timpano. L’interno si presenta a tre navate.

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Nella terza cappella della navata destra conserva (fig. 5) una Madonna, scultura lignea del XIV secolo, dichiarata nel 2000 la Madonna del Giubileo. Lo sconosciuto artista ricava dal legno una profondità prospettica che gli permette di sviluppare il volume pieno e tondeggiante delle figure e, nello stesso tempo, dai piani d’affioramento o d’emersione, mette a fuoco la caratterizzazione veristica di taluni particolari. La morbidezza dell’intaglio e il gesto affettuoso, col quale la Vergine a capo coronato e coperto dal velo regge il Bam

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bino benedicente con libro, sono caratteristiche della scultura del Trecento.
C’è poi il fonte battesimale in pietra e sulla parete retrostante la tela dipinta ad olio di San Francesco, del XVIII secolo.

A destra del presbiterio ci sono le settecentesche statue lignee policrome dell’Assunta (fig. 6), detta anche Madonna del Vulturino e dell’Immacolata. In queste sculture, in cui prevale un cromatismo delicato, le figure sono delicatamente intagliate nella materia e sottilmente molate sulle facce e nelle pieghe dei vestiti.
L’altare è in marmo policromo a tarsia, sormontato da un grande Crocifisso ligneo.

 

 

fig.7Ai lati dell’altare si notano due mensole in pietra, che poggiano su una colonna con capitello ionico l’una (fig. 7) e corinzio l’altra. Per ambedue fa da base un poderoso leone, forse proveniente dall’antica chiesa.
Dietro l’alt9-madonna-del-rosarioare sono sistemate le settecentesche tele ad olio di: (fig. 8) S. Lucia con angeli, un pastorello e una Madonna col Bambino e (fig. 9) la Madonna del Rosario con S. Domenico, S. Caterina e angeli. Le opere evidenziano il forte luminismo plastico, il colorismo sfumato, il fluido linearis8-s-luiciamo dei seguaci del Caravaggio.
Il coro ligneo, che mostra sulla sedia vescovile disegni incisi e colonnine, e l’ambone sono stati realizzati nell’Ottocento.
A sinist10-madonna-delle-graziera del presbiterio ci sono due statue del Settecento raffiguranti San Giovanni Battista e (fig. 10) la Madonna delle Grazie.

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La parete destra è abbellita dalle settecentesche statue lignee di (fig. 11) San Bernardino da Siena e di Sant’Antonio. Le figure dei santi sono cesellate con la finezza con cui s’intaglia il diamante, cercando di rispettare al massimo la purezza e la trasparenza della luce che sfiora i vestiti.
Sulla stessa parete sono sistemati la tela ad olio raffigurante la Madonna del Terremoto e un lavamani in pietra con un bassorilievo, che rappresenta un angelo.

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Sulla cantoria domina la tela dipinta ad olio dell’Incoronazione di Maria con Bambino e tre Santi.
I pannelli della Via Crucis sono dipinti su tavola.
Marsicovetere è la parte più antica del paese, la zona più spettacolare, dove le rocce (fig. 12) e le case di pietra (fig. 13) parlano di storia e le numerose ripide, larghe o strette scale, ripristinate alcune in pietra locale in sostituzione del selciato, sono l’insieme di linee orizzontali, verticali ed oblique in piena armonia con l’ambiente. 14-centro-storico
In Corso Garibaldi si notano alcune costruzioni del Settecento, come il Palazzo Genzani, fornito di portali in pietra locale, opere di scalpellini marsicovetresi che un tempo lavoravano nelle loro botteghe.
La piazza del rione SS. Annunziata era prima occupata dall’omonima chiesa, di cui ora resta solo (fig. 14) una Croce in pietra.

 

 

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In Via Salita Piccininni, si trova il Palazzo Piccininni (fig. 15) con ricco portale in pietra finemente scolpito con elementi decorativi barocchi e la villa, al cui interno c’è una cisterna (fig. 16), molto probabilmente costruito con ele16-cisternamenti scultorei archeologici in cui la prospettiva dei vari corpi decorativi è in funzione di una gerarchia simbolica.
In Corso Vittorio Emanuele si notano diversi portali semplici che rispecchiano l’architettura modesta delle abitazioni in pietra e una villetta con fontana (fig. 17) del XX secolo. La scultura è ben inserita nell’ambiente sia per la forma sia per gli espedienti prospettici e d’illuminazione.

 

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Marsicovetere possiede tre borgate moderne: Barricelle, Galaino e Villa d’Agri. Quest’ultima, in particolare, è il simbolo delle grandi trasformazioni avvenute nella Valle dal 1950 ad oggi.
A Villa d’Agri la Parrocchia di Santa Maria Addolorata ha (fig. 18) il portale d’ingresso proveniente dal Convento di Santa Maria di Costantinopoli, che sorgeva alla periferia del paese.
Di questa struttura ora sono visibili soltanto (fig. 19) ruderi e s’intravedono alcuni malandati affreschi di vita francescana.

Bibliografia
Antonio Lotierzo, Marsicovetere – Storia ed Immagini, Napoli, Arte Tipografica, 1986.
Giacomo Racioppi, Storia della Lucania e della Basilicata, Roma, Ermanno Loescher & C, 1889. Ristampa anastatica, Matera, BMG.
Anna Grelle Iusco, Arte in Basilicata, Roma, De Luca Editore, 1981.
Comunità Montana Alto Agri, Guide Galery, Villa d’Agri, GGalery s.r.l., 1993. e

 

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Sull' Autore

SALVATORE SEBASTE Salvatore Sebaste (Novoli di Lecce 1939), pittore, scultore e incisore. Consegue la maturità artistica all’Istituto d’Arte di Lecce e al Magistero di Belle Arti di Firenze. Si perfeziona, poi, nelle tecniche incisorie presso lo studio calcografico di Mario Leoni, a Bologna. Vive a Bernalda (MT), in Corso Umberto, 51. Sito internet ed e mail: www.salvatoresebaste.com e info@salvatoresebaste.com Svolge un’intensa attività pittorica, grafica e scultorea negli studi di Bernalda (MT), Bologna e Milano. A Bernalda, dal 1966, il suo laboratorio calcografico è punto d’incontro e di animazione culturale di artisti contemporanei. In questo studio ha stampato, nel 1980, otto acqueforti di Joseph Beuys, le uniche realizzate dall’artista tedesco. Dal 1975 al 1977 è stato Presidente del circolo culturale “La Scaletta” di Matera, dove ha fondato, con altri amici artisti, la “Scuola libera di grafica”. Nel 1992 ha esposto i suoi libri d’arte a “The Museum of Modern Art” di New York ed è inserito nel catalogo “The artist and the book in twentieth - century Italy”, a cura di Ralph Jentsch (Ed. Allemandi, Torino). Nel 1994 ha partecipato alla mostra del libro d’arte al Museo Guggenheim di Venezia ed è presente nel catalogo de “I libri d’artista italiani del Novecento” (Ed. Allemandi, Torino). Dal 1956 ad oggi ha realizzato numerose e importanti rassegne personali e collettive in Italia e all’estero. Sue opere di pittura, scultura e grafica sono collocate in edifici pubblici, chiese, musei e piazze. La sua documentazione artistica si trova negli archivi storici: Biennale di Venezia, Quadriennale di Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, Biblioteca Nazionale RAI di Roma, Galleria per l’Arte Italiana del Novecento a Firenze, Kunsthistorisches Institut a Firenze, Dipartimento delle Arti Visive dell’Università degli Studi di Bologna, Museo Comunale d’Arte Moderna e dell’Informazione a Senigallia (Ancona), Fondazione Re Rebaudengo a Guarene (Cuneo), Centro culturale polivalente a Bagnacavallo (Ravenna), Schweizerische Gesellschaft der freund von kunstauktionen di Max Bollag a Zurigo, Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ‘900 “G. Bargellini” di Pieve di Cento, Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano, Libreria Bocca di Milano. Negli anni ’90 suoi “scritti d’arte” sono stati pubblicati su “Basilicata Regione Informazioni Risorsa Cultura” del Consiglio Regionale di Basilicata e sul settimanale “Cronache lucane”. “I percorsi d’Arte” dei 131 paesi della Basilicata e I Profili d’artisti lucani sono inseriti sul sito Internet: http://www.basilicatanet.it Su You tube si trovano documenti-video. Nel 1982 ha pubblicato la prima monografia: “Necessaria Poiesi”, a cura di Franco Vitelli. Ed. Centro Studio “Il Subbio”. Matera, Nel 1998, per l’edizione “Novaluna” Associazione Culturale Internazionale di Brescia, ha pubblicato “Pensieri in movimento”, diario di appunti e riflessioni critiche su e intorno all’arte. Nel 1998 fa fondato la Pinacoteca Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea Bernalda-Metaponto, di cui è stato Direttore. Nel 1999 ha pubblicato la monografia di pittura “Sebaste”, per l’edizione “Pinacoteca Comunale d’Arte Moderna Bernalda-Metaponto”. Il percorso artistico (oltre quarant’anni d’intenso lavoro) è stato elaborato da Rino Cardone. La prefazione è di Claudio Spadoni. Dal 2005 è socio vitalizio della “Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente” di Milano. Nel 2006 pubblica la monografia di grafica ”Salvatore Sebaste - Grafica”, a cura del Consiglio Regionale di Basilicata. Il percorso artistico è stato ricostruito da Elisabetta Pozzetti. La prefazione è di Paolo Bellini. Nel 2007 pubblica la monografia di “Scultura” a cura di Loretta Fabrizi e Anoall Lejcard. Edizioni la “Spiga d’Oro” di Metaponto. Nel 2010, in occasione della mostra antologica presso il Castello Carlo V di Lecce, pubblica la monografia “Il Demone della forma” a cura di Mariadelaide Cuozzo dell’Università di Basilicata, edizione la ”Spiga d’Oro” Metaponto. Dal 2007 ha esposto in importanti Musei Archeologici con opere di scultura e pittura d’ispirazione alla Magna Grecia: 2007 “Metabos”. Evento di sculture. Catalogo con testo di Antonio De Siena. A cura de “La Spiga d’oro”. Museo Archeologico Nazionale di Metaponto. 2011 “Antichi segni nuovi percorsi”. A cura di Salvatore Bianco, Antonio De Siena e Maria Torelli. Museo Archeologico Nazionale di Policoro. 2012 “I Profumi della Magna Grecia”. A cura di Antonio Giambersio e Maria Torelli. Museo Archeologico Nazionale Dinu Adamesteanu di Potenza. 2013 “L’Ebbrezza di Dioniso”. A cura di Francesco Perillo e Antonio De Siena. Museo Archeologico Nazionale di Melfi. 2014 -“I Profumi della Magna Grecia”. A cura di Antonio Giambersio e MariaTorelli. Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola” di Matera. -“L’Ebbrezza di Dioniso”. A cura Antonio De Siena. Museo Archeologico Nazionale di Metaponto. ------------------------------------------------------------ JOLANDA CARELLA Jolanda Carella nasce a Bernalda in una famiglia d’insegnanti elementari, tra le quali va ricordata la zia Ascensa Lafratta, donna molto rigorosa nel fare il proprio dovere e sempre pronta a dedicarsi agli altri. La giovane Jolanda riceve in famiglia un’educazione culturale di ampio respiro, in una casa fornita di libri e dove si discute frequentemente di temi sociali. Sviluppa, quindi, una personalità forte e autonoma, originale e dinamica rispetto ai canoni tradizionali della femminilità dell’epoca, specialmente nell’Italia meridionale. La spiccata spiritualità e la sensibilità per le problematiche sociali furono inoltre influenzate dalla frequentazione di alcune associazioni presenti sul territorio. Docente per quarant’anni nella Scuola Elementare, ove ha ricoperto incarichi di fiducia: vicaria del Capo d’istituto, segretaria del Consiglio di Circolo, coordinatrice delle insegnanti di classi parallele, è apprezzata e amata ancora oggi dai suoi alunni e colleghi. Come docente approfondisce meglio alcuni argomenti delle attività curriculari e, con il coinvolgimento di genitori ed esperti, pubblica: “Se avessi la bacchetta magica”, “Uomini di pace”, “Bernalda”, il mio paese”. Nel 1960 conosce l’artista Salvatore Sebaste e nel 1965 lo sposa. S’inserisce, quindi, nel campo delle arti figurative: studia, viaggia col marito per l’Europa, visita musei, conosce critici d’arte, scrittori e poeti. Collabora con l’artista da cinquant’anni nella realizzazione di vari eventi culturali espositivi; cura i molteplici cataloghi e libri d’arte di Salvatore Sebaste e di altri artisti lucani. Nel 1961 diventa socia del Circolo culturale “La Scaletta” di Matera, collaborando alle varie iniziative. Nel 1963, con Salvatore Sebaste, fonda l’Associazione Culturale “La Spiga d’Oro”, (di cui è presidente) che diventa poi casa editrice, con sede a Metaponto. Negli anni ’90 collabora col marito a: “Scritti d’arte” (pubblicati su “Basilicata Regione Informazioni Risorsa Cultura” del Consiglio Regionale di Basilicata e sul settimanale “Cronache lucane”), “I percorsi d’Arte” dei 131 paesi della Basilicata e i “Profili d’artisti lucani”. Nel 2001 è eletta vice presidente dell’associazione culturale “Novaluna” di Brescia e di Metaponto. La sua casa è frequentata ancora oggi da personaggi del mondo culturale regionale e nazionale. Nel 2003 costituisce a Bernalda una sezione della F.I.D.A.P.A., federazione (opera in tutto il mondo) che valorizza le donne che operano nel campo delle Arti, delle Professioni e degli Affari. Per tre volte eletta presidente, sempre nel C.P.S., ha organizzando concerti, convegni in particolare sulla medicina e sull’archeologia. In collaborazione con le socie ha pubblicato: “Ricette Pittate”, “il Santuario extraurbano di San Biagio alla Venella” e “L’universo femminile tra incanto e disincanto”.

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