
Di Gianfranco Blasi
Qualche settimana fa ho ricevuto un prezioso dono dal mio amico Michele Vizziello. Un’amicizia antica, tenace, affettuosa. Un libro di poesie intenso, che gode della solida presentazione di Franco Caserta. La poesia di Michele è molte cose. Ricordo, luoghi, legami, intimità, amore, famiglia. I suoi versi sono lievi, qualche volta dolcemente malinconici. Quasi sempre puntuali, carichi di musicalità. ” … E Tu”, stampato a Matera da Antezza, nel dicembre del 2021, è una bella costruzione poetica, di un poeta principe di materanità e buoni sentimenti, ma è anche un libro illustrato con maestria da Toni Montemurro. Un pittore che ha ripercorso nei suoi quadri, nei lunghi anni di attività, episodi di storia e di vita della stessa città del poeta. Né Vizziello, né Montemurro sono freddi cronisti, ma interpreti, allo stesso modo, di un amore viscerale per Matera e la comunità umana che la anima, ogni giorno, da secoli. Il libro è stato presentato a Matera l’otto aprile scorso davanti ad un folto pubblico di amici, curiosi e appassionati di poesia.

Michele Vizziello
Il titolo rievoca un vecchio successo di Claudio Baglioni. In qualche modo nei versi si percepiscono tempi e atmosfere di quella canzone. Ve ne ricordo un frammento:
“… E nascoste nell’ombra della sera, poche stelle
ed un brivido improvviso
sulla tua pelle.
Poi correre felici a perdifiato
fare a gara per vedere
chi resta indietro …”
Leggendo le poesie di Vizziello ritroverete la gioia e la malinconia, l’amore testardo e spettinato dei versi di Claudio Baglioni. Sposato, oggi con figli e nipoti, è un medico. Per la precisione un oculista. E’ stato vice presidente dell’ordine provinciale dei medici materani, ha fondato e diretto per anni l’Associazione lucana di Oftalmologia. Un uomo con una sua dimensione professionale e sociale ben delineata. Partecipe a molte associazioni culturali e di impegno territoriale.
Un grande, l’aggettivo non è esagerato, dirigente sportivo e appassionato di Pallacanestro. Il Basket lucano deve a Vizziello moltissimo. La sua Olimpia è stata protagonista assoluta del basket materano a livelli nazionali molto alti, dal 1981 al 2015, proprio negli anni di presidenza e presidenza onoraria di Vizziello. E’ stato anche consigliere comunale di Matera e candidato sindaco. Un materano doc. Oggi, poeta, per passione, ma anche, come scrive Franco Caserta, per un bisogno interiore. “Viene fuori la poesia dell’intimità e della gratitudine verso chi a Michele ha voluto bene e con cui lui è stato bene”. Al lettore basta questo, per leggere con compiacimento le poesie del nostro autore. Agli amici non serve nulla per comprendere la raffinatezza e la profondità dei versi.
Matera è il fulcro del suo sguardo. Gli occhi con cui lui dona e osserva, gli occhi che lui cura, gli occhi rivolti alla sua città:
“Matera …
è una bellezza dolente
espressione di umanità vera
sofferente e dignitosa
ricca di sua cultura
protagonista nella storia
da epoche remote
Poesia pura
così era ieri solo nostra
ed oggi
autentico incanto
patrimonio del mondo.”
Ed ha ragione Vizziello. La sua Matera è conosciuta in tutto il mondo per gli storici rioni Sassi, che ne fanno una delle città ancora abitate più antiche al mondo. Un luogo privilegiato dove nascere e vivere. Ma, anche dove amare. Un luogo di incantesimi, di magie, di passioni travolgenti.
“L’Amore è
turbolenze di cuori
fremiti di piacere
commistione d’intenti
fusione di anime
stato di grazia
ma anche dubbi
certo
interrogativi
perplessità
ma, due, insieme
sommano il coraggio
della felicità sofferta …”
Il poeta dei luoghi diventa, in questa poesia, poeta del fisico e dello spirito. Vizziello mischia cielo e terra, impasta parole coerenti e, ogni tanto, gioca col senso e con il ragionamento. Cosicché razionale e irrazionale si sposano e diventano cemento di costruzione delle sue parole. In questo libro c’è il profumo del mosto e quello del muschio. Ci sono i capperi della Gravina e le rose per la sua sposa. C’è l’antico e il moderno, la paternità feconda, ma anche l’amore filiale per gli altri. Non c’è egoismo in Vizziello. Un uomo aperto al mondo, il poeta resta geloso del suo mondo. Lo dona, ma lo tiene anche stretto al suo cruore tenero di materano, di innamorato, di padre, di tenace pensatore di futuro.