E’ stato approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l’attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune.
Il provvedimento riguarda la revisione del sistema della governance del PNRR, il rafforzamento della capacità amministrativa dei soggetti chiamati ad attuare gli interventi previsti dal PNRR e dal PNC, accelerazione e semplificazione delle procedure PNRR in vari settori, l’attuazione delle politiche di coesione, di politica agricola comune e di politica giovanile.
Si rafforzano i poteri sostitutivi in caso di mancato rispetto da parte delle Regioni degli impegni finalizzati all’attuazione del PNRR: si dimezzano i termini per provvedere in caso di inerzia da parte del soggetto attuatore; si prevede la possibilità che il commissario possa svolgere una pluralità di atti e/o interventi (e non solo un singolo atto) e provvedere all’esecuzione dei progetti PNRR o PNC, assicurando il coordinamento operativo delle varie amministrazioni e soggetti coinvolti.
Si prevedono anche disposizioni per l’accelerazione e lo snellimento di procedure in materia di appalti pubblici e grandi opere: estensione a tutti gli appalti PNRR e PNC, comprese le infrastrutture connesse, delle procedure “supersemplificate” già previste per l’edilizia penitenziaria, ferroviaria e giudiziaria, in materia di conferenza dei servizi, VIA e acquisizione degli assensi dei Beni Culturali; inoltre si dimezzano i termini per l’esproprio e quelli per l’espressione del parere da parte della Conferenza unificata per le opere PNRR e si ampliano le funzioni del Comitato speciale istituito presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici.
Per la scuola s’interviene sull’edilizia scolastica prevedendo che gli enti locali interessati agli interventi previsti dal PNRR possano utilizzare le economie di gara derivanti dai ribassi d’asta e che i soggetti attuatori possano procedere all’affidamento diretto per servizi e forniture (anche di ingegneria e architettura) entro un determinato importo (inferiore a euro 215.000,00); si accelerano le procedure per le scuole “innovative” (previste da progettualità PNRR) affidando ai vincitori del concorso di progettazione la direzione dei lavori con procedura negoziata.
Si potenziano le politiche di coesione e la politica agricola comune, con l’internalizzazione presso il Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’Agenzia per la coesione territoriale.
Si costituisce presso il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste l’Autorità di gestione nazionale del piano strategico della PAC 2023-2027, con conseguenti disposizioni organizzative anche relative all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA).
“Sono preoccupato perché si immagina di gestire il Pnrr con una spinta alla centralizzazione che diventa preoccupante e illusoria. – dichiara il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca – Circola l’idea di concentrare nel Tar Lazio il contenzioso legato al Pnrr. Sarebbe un disastro. Quando saremo compulsati come Conferenza delle Regioni esprimeremo parere fortemente contrario, se questa idea dovesse essere presentata. E’ qualcosa di incredibile”.
“In occasione del varo del Pnrr – aggiunge De Luca – si sta comprendendo l’essenzialità della pubblica amministrazione anche per il rilancio di un sistema economico. Ancora non lo si è compreso fino in fondo. Noi parliamo di quasi 200 miliardi di euro ma non diciamo mai che il 62% di queste risorse sono debito per l’Italia. Nel passato abbiamo verificato che non sono bastate le risorse finanziarie, c’è un’altra strettoia per l’Italia. anche con una previsione economica migliore rispetto a quello che potevamo temere. Ricordiamo che nell’ultimo ventennio l’Italia è passata in ambito europeo dal 18% di Pil al 14%. Siamo obbligati a correre per bloccare questa tendenza al declino”.
“In occasione del varo del Pnrr – aggiunge De Luca – si sta comprendendo l’essenzialità della pubblica amministrazione anche per il rilancio di un sistema economico. Ancora non lo si è compreso fino in fondo. Noi parliamo di quasi 200 miliardi di euro ma non diciamo mai che il 62% di queste risorse sono debito per l’Italia. Nel passato abbiamo verificato che non sono bastate le risorse finanziarie, c’è un’altra strettoia per l’Italia. anche con una previsione economica migliore rispetto a quello che potevamo temere. Ricordiamo che nell’ultimo ventennio l’Italia è passata in ambito europeo dal 18% di Pil al 14%. Siamo obbligati a correre per bloccare questa tendenza al declino”.