Giuseppe Mollica
A chi interessa il destino dei pesci
il viso sporco di povertà della bambina d’oriente
gli occhi dell’altra
dalla sinistra luce dell’asfalto bagnato
abbagliati.
Profondo e ingiusto è il giorno di tutti
anche il tuo sorriso
rallenta il mio procedere
un grande imbroglio il torrente della storia soltanto
nel tiepido sole del lungo mattino.”
[22/01/2013]
“Strano innesto nell’acero rosso
aghi di pino coprono il marciapiede più in là.
Contrastano le correnti d’aria, romperà il caldo
la fredda nebbia muove da nord, fino a domani.
Nel profondo della gola
uno specchio d’acqua d’estate, è l’Appennino
ai margini dell’Europa, della storia
causa dell’ultimo malinteso.”
[25/07/2012]
“Di mattoni rossi
tutte uguali senza balconi seguono la strada
unite alle altre in salita, le piccole case.
Alla fine… un ciuffo di alberi
tra le due colline di sabbia, crolla
di noi piccoli uomini, di inganni, ogni costruzione
tra le poche certezze.
Non sembra più inverno, oramai di nebbia
la sera soltanto, soffocante e senz’acqua il mattino
il nostro avvenire.”
[17/02/2016]
POETI LUCANI DI OGGI: GIUSEPPE MOLLICA
Nel 2007 (Besa Editrice) ho pubblicato il mio primo libro di poesie “La verità anche”, con prefazione del prof. Giancane dell’Università di Bari, intitolata: “La natura, Dio, la Modernità”. Anche gli scritti di questa seconda raccolta, di fatto, non si discostano dal contenuto di quella prefazione, anzi, ne rappresentano una evoluzione… a proposito della seconda raccolta, intitolata: “Il destino dei pesci”: … Dobbiamo anzitutto chiarire al lettore che questo è un libro ‘sociale’, nel senso che affronta principalmente (ma non solo) le condizioni di esistenza dell’essere umano ai nostri anni. Da una parte le organizzazioni del potere (politiche, finanziarie, industriali, mass-mediali) sono riuscite alla lunga a opprimere i popoli, sino a dar vita a una ‘forma totale di fascismo’, ovvero alla perfetta omologazione al sistema. E’ il ‘nuovo totalitarismo’ che si ammanta di (falsa) democrazia. Pare risentire, in chiave nuova, alcuni cavalli di battaglia di Pierpaolo Pasolini (cui, non a caso, il Nostro dedica una poesia) e le tesi dei sociologi della scuola di Francoforte – da Adorno a Marcuse (chi non ricorda ‘L’uomo a una dimensione’?). Tale è l’oppressione sociale che ormai domina l’indifferenza, la mancanza di reazione degli oppressi. Si è dileguata la voglia di lottare per cambiare il mondo… Interessante è anche il riferimento all’ eurocentrismo, ossia alla convinzione che la verità del vivere (sociale, economico, spirituale) sia solo quella dell’Europa o comunque del mondo occidentale… Il fatto è che a nessuno ‘interessa il destino dei pesci’, che è verso metaforico (non ci interessa affatto la diversità) ma anche ecologico… il ‘chissà’ conclusivo dell’ultima poesia, ci rimanda alla speranza che qualcosa possa ancora cambiare, che non tutto sia perduto per sempre.
Giuseppe Mollica, 1963, Rionero in Vulture (Basilicata).