IO, RENZI, ANDREI AL CONGRESSO

0

Quando si svolgeva regolarmente alle scadenze naturali, qualche volta si arrivava al congresso della Dc o del Pci già con un accordo tra correnti (Dc) o maggiorenti (Pci), cioè entrando con una conta di voti che lasciava tranquilli circa il risultato. C’erano allora gli interventi che procedevano su un binario prestabilito, tra quelli che erano fuori dalla maggioranza e quelli che erano dentro. Siccome, nelle occasioni di rinnovo cariche, i programmi erano un po’ come un elemento estraneo, si era presa l’abitudine di fare i congressi programmatici un anno sì ed uno no, per definire appunto le cose che dovevano sostanziare la mission di un partito. Il Pd è erede di queste tradizioni, ma le ha completamente accantonate, preferendo una formula che è quella del leaderismo in un partito. E’ una formula che funziona solo quando il leader è in auge, ha il vento in poppa e tutti , da qualsiasi parte, gli fanno la corte per essere premiati, o scelti o valorizzati. Quando lo sentono un po’ traballante, i suoi corteggiatori si raffreddano e già incominciano a guardare oltre le spalle, a chi viene dopo. Se Renzi ha capito questa psicologia comportamentale che riguarda gran parte della sua classe dirigente evidentemente prende tempo rispetto alla richiesta pressante di un congresso anticipato, perché vuole capire a che punto stanno i numeri e cioè le possibili alleanze interne. Come pure sa che se va al Congresso non può andare da segretario in cerca di riconferma e da candidato Premier, perché la cosa si presterebbe ad una contromanovra  di chi le carte le sa mischiare, anche con qualche asso nella manica. Lo ha sperimentato del resto ,Renzi, nel referendum costituzionale con personaggi che del nuovo lenzuolo normativo  hanno fatto un sudario per il premier. Probabilmente in questi giorni il cerchio magico fiorentino tirerà le somme e prenderà una decisione. Che può non escludere il Congresso, ove ci si rendesse conto che una ricandidatura del segretario a Premier non tirerebbe abbastanza perché quel valore aggiunto che potrebbe ricavarne all’esterno, tra la gente che lo apprezza, lo perderebbe dall’interno per i tanti leader che gli remano contro. Rinunciando ad unire in una sola persona  la carica politica e quella istituzionale lui , Renzi, ha moltissime probabilità di vincere il congresso , non foss’altro perchè comunque senza di lui non c’è chi possa sperare di farcela ad ottenere lo stesso risultato. Qual è il vantaggio a  fare prima il Congresso? Che  in caso le elezioni vadano male, lui può rimettersi a rifare un partito rivoltandolo come un calzino. L’esperienza fatta  gli può consentire , nel giro di qualche annetto, di rilanciare una forza che è importante per il Paese e che può ridiventare centrale se appunto si dà delle regole, recupera dei principii, ristabilisce  il rapporto con l’elettorato di riferimento. Che è quello di centrosinistra , punto e basta. Uno sguardo lungo e una coscienza lucida, non annebbiata da spirito di rivincita,dovrebbe consigliargli di non andare a sommare accozzaglie di personaggi di centro o di ex destra che non hanno più niente da dire sul futuro di questo Paese, avendolo già in parte compromesso, ma di lavorare per il nuovo, per i giovani ,per il ceto medio, per tutti quelli che vogliono la politica del fare inquadrata in una azione collegiale di partito, con un leader che li può convincere ed entusiasmare. rocco rosa

 

 

 

 

 

Condividi

Sull' Autore

Quotidiano Online Iscrizione al Tribunale di Potenza N. 7/2011 dir.resp.: Rocco Rosa Online dal 22 Gennaio 2016 Con alcuni miei amici, tutti rigorosamente distanti dall'agone politico, ho deciso di far rivivere il giornale on line " talenti lucani", una iniziativa che a me sta a molto a cuore perchè ha tre scopi : rafforzare il peso dell'opinione pubblica, dare una vetrina ai giovani lucani che non riescono a veicolare la propria creatività e , terzo,fare un laboratorio di giornalismo on line.

Lascia un Commento