TALENTI LUCANI : PASQUALE ZAMPARELLA

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di Piero Ragone

Lo stupore è stato grande. Per ricevere posta dalla Santa Sede ci deve essere un motivo speciale. Pasquale Zamparella la risposta l’ha trovata aprendo la preziosa busta. Una lettera a lui indirizzata non lascia dubbi. E’ un ringraziamento per aver ricevuto in dono una “pregevole serigrafia di San Giovanni Paolo II” realizzata proprio da Zamparella. Un omaggio “apprezzato per il valore artistico e per quello spirituale”. In calce il timbro della Segreteria Particolare di Sua Santità e la firma autografa di papa Francesco. Il papa in persona si rivolge a Pasquale con “Caro fratello” e invia la sua benedizione all’autore e a tutti i suoi cari, chiudendo il messaggio con l’esortazione “per favore, prega per me; io lo farò per te”. Incredulo, Pasquale condivide con la moglie la sua grande meraviglia. “Ma come è potuto succedere? E’ proprio vero?” La missiva chiarisce. Tramite di questo dono è stato don Mario Galasso, cappellano della chiesa dell’ospedale S. Carlo di Potenza. La serigrafia di papa Karol Wojtyla ha a che fare con la cappella. E’ un’opera opportunamente disegnata a china e colorata da Zamparella in occasione della dedicazione a San Giovanni Paolo II del luogo di culto del nosocomio cittadino, avvenuta con la benedizione del vescovo Salvatore Ligorio, il 28 aprile del 2022.

Crocifisso-Stigliano

L’immagine serigrafata in bianco e nero in 200 copie è stata voluta dal direttore generale del S. Carlo Giuseppe Spera, proprio per sottolineare questa dedica al papa diventato santo, anche in memoria della sua visita all’ospedale del 25 novembre 1980, a soli 2 giorni dal luttuoso terremoto che portò morti, feriti e distruzione in Basilicata e Irpinia.Quel momento di vicinanza e preghiera ha ispirato la dedicazione della chiesa rinnovata nell’attuale allestimento, e per conseguenza, il lavoro certosino di Pasquale, originale interprete di una conosciuta immagine del papa sofferente. Durante le celebrazioni dell’aprile scorso venne
anche benedetta la statua che don Mario ha voluto sistemare e dedicare allo stesso pontefice, sempre nella cappella.

TE

A dicembre, è stata la volta di una reliquia (un ostensorio) appartenuta al Santo e posizionata in prossimità dell’altare, a cementare ulteriormente questa associazione.
Per Zamparella, quindi, una grande soddisfazione che va ad arricchire il suo contributo alla comunità ospedaliera, da cui non si è separato, nonostante sia in pensione già da diversi anni. Come radiologo ha dato tutto quanto poteva nell’arco della vita lavorativa, partecipando con scrupolo e merito non solo alle attività diagnostiche, ma anche a quelle formative come docente della scuola dell’Università Cattolica “Gemelli” di Roma presso l’ospedale potentino.
Alla cappella, in particolare, ha assicurato altro tempo e dedizione. Suo è il progetto e la realizzazione della colorata prospettiva sul creato che riveste la parete dietro l’altare. Prova di partecipata religiosità sono anche le sue numerose creazioni grafiche dedicate a figure storiche come santa madre Teresa di Calcutta o i crocifissi lignei di Stigliano e di Forenza, solo per citarne alcune. O anche le cromatiche icone bizantineggianti con cui si è cimentato nell’ultimo periodo pandemico. Al suo attivo, in oltre 50 anni di appassionata e meticolosa produzione con inchiostro di china nero e colorato, una infinità di tavole di grande e medio formato con temi portanti derivati dalle origini natie: Zamparella è nato a Stigliano, in provincia di Matera, nel 1947. Soggetti ricorrenti sono le atmosfere paesane e contadine, gli ambienti e i mestieri, gli attrezzi e i luoghi, i saperi e i sapori. Personaggi comuni o di famiglia, animali domestici e di cortile; il lavoro e la casa, chiese, piazze, campanili riprodotti, meditati, tratteggiati, punteggiati.
Fermati all’attenzione, all’analisi, alla contemplazione quali scansioni di una memoria collettiva sull’orlo dell’estinzione, insediati dal progresso, dalla modernità, dalla virtualità digitale. Allo spopolamento, a quella che è stata la storia dei nostri territori, alla conservazione dei ricordi, alla consapevolezza della densità di senso e di appartenenza Zamparella ha dedicato tutto il tempo che ha potuto, come custode e cantore di eredità e identità, distillata, centellinata, riassunta e restituita con la semplicità di linguaggio ed espressione, spesso essenziale, cruda, nuda, sofferta o dolorosa; conosciuta da vicino e da dentro. Dal dopoguerra ad oggi Pasquale ci offre questo sconfinato repertorio come bagaglio sociale e di civiltà, con la perizia amanuense del testimone e dello studioso, gravato della responsabilità di selezionarle e valorizzarle, guidato dalla serietà e dall’amore che le attraversa e le ispira e che al suo animo, modesto e gentile, si sono rivelate come impegno e missione da trasmettere soprattutto alle nuove generazioni e a tutti noi desiderosi di speranza e di futuro. Tra le doti messe a frutto e a disposizione di ogni richiedente, Zamparella annovera anche una grande quantità di disegni, illustrazioni, calendari, copertine per libri, opuscoli, stampe di scrittori, poeti, amici, intellettuali che lo seguono e ne apprezzano opera e capacità artistica. Numerose le pubblicazioni, come le mostre e le raccolte di immagini e scritti collezionate a più mani, col consenso di enti ed estimatori. Un contributo alla lucanità e alle proprie radici davvero commovente, prezioso lascito che da autodidatta Pasquale Zamparella ci consegna e ci affida con l’umiltà di chi ha conosciuto il sacrificio, ma anche la virtù della sublimazione.

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Sull' Autore

Piero Ragone pubblicista dal 1993, tecnico, coordinatore, regista e responsabile di Produzione presso la sede RAI per la Basilicata fino ad aprile 2021, ora in pensione.

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