DR. ESPEDITO MOLITERNI
L’Emergenza pandemica da COVID 19 di questi ultimi anni ha inciso in modo significativo sulla vita di noi cittadini. Come sappiamo, la sostenibilità dei sistemi sanitari è stata messa a dura prova, ma la prevenzione ha rappresentato uno dei più efficaci strumenti per fronteggiare non solo l’emergenza sanitaria, ma anche quella sociale ed economica.
In tale contesto, le vaccinazioni hanno svolto un ruolo di primissimo piano nella lotta alla pandemia e, per i conseguenti benefici anche in campo sociale ed economico, il ruolo della profilassi vaccinale risulta fondamentale per ripensare alla prevenzione come un sistema di “investimento” in salute e non solo.
I vaccini si collocano senza dubbio tra gli interventi più efficaci e sicuri a disposizione della Sanità Pubblica per la prevenzione delle malattie infettive.
Uno studio OMS rileva come la vaccinazione contro il Covid abbia evitato il 51% delle morti attese nella regione Europea tra i soggetti di età maggiore di 60 anni. Questo valore è in linea con i risultati dello studio ISS che, anche considerando una popolazione più ampia (soggetti di età maggiore di 12 anni) dimostra che sono stati evitati in Italia 445mila casi, 79mila ricoveri e quasi 10mila ammissioni nelle terapie intensive.
Questi importanti ed autorevoli studi dimostrano come le persone vaccinate abbiano un rischio molto più basso di avere conseguenze gravi dall’infezione ed inoltre appare evidente che l’estesa campagna vaccinale abbia favorito le aperture con il conseguente miglioramento degli indici economici e sociali.
Ma quali sono le novità in tema di vaccini COVID?
A seguito dell’autorizzazione da parte di EMA e AIFA, sono ora disponibili due nuovi vaccini, entrambi bivalenti, nel senso che contengono uno il ceppo WUHAN e la variante OMICRON 1 e l’altro il ceppo WUHAN e le varianti OMICRON 4 e 5.
Come precisato da AIFA, al momento, non ci sono evidenze per poter esprimere un giudizio di uso preferenziale di uno dei diversi vaccini bivalenti oggi disponibili, ritenendosi che tutti possano ampliare la protezione contro diverse varianti e possano aiutare a mantenere una protezione ottimale contro la malattia COVID-19
I vaccini bivalenti possono essere utilizzati nei seguenti casi:
– come seconda dose di richiamo ( quarta dose) a favore di:
a)tutte le persone di età ≥ 60 anni;
- b) soggetti di età > 12 anni con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti;
- c) degli operatori sanitari, degli ospiti e operatori delle strutture residenziali e delle donne in gravidanza;
– come seconda dose di richiamo ( quinta dose), dietro valutazione e giudizio clinico specialistico, ai soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria, per cause legate alla patologia di base o a trattamenti farmacologici e ai soggetti sottoposti a trapianto emopoietico o di organo solido, che hanno già ricevuto un ciclo primario di tre dosi (ciclo primario standard più dose addizionale a distanza di almeno 28 giorni dall’ultima dose) e una successiva prima dose di richiamo, a distanza di almeno 120 giorni da quest’ultima;
– come prima dose di richiamo ( terza dose), a favore dei soggetti di età ≥ 12 anni che non l’abbiano ancora ricevuta, indipendentemente dal vaccino utilizzato per il completamento del ciclo primario;
– su richiesta dell’interessato, come seconda dose di richiamo ( quarta dose), per la vaccinazione dei soggetti di almeno 12 anni di età, che abbiano già ricevuto la prima dose di richiamo.
Le Regioni dovranno provvedere alla fornitura dei vaccini bivalenti, alla distribuzione, all’eventuale individuazione di classi prioritarie da sottoporre a vaccinazione.
Al momento, i vaccini bivalenti non sono autorizzati per chi non ha ricevuto il ciclo primario ( due dosi). Inoltre, non possono essere utilizzati per i bambini al di sotto dei 12 anni di età, non essendo disponibili dati di sicurezza ed efficacia.
Va precisato che le sperimentazioni hanno dimostrato l’assoluta efficacia e sicurezza dei nuovi vaccini per i soggetti di età> 12 anni; inoltre,è opportuno precisare che i nuovi vaccini bivalenti possono essere utilizzati a prescindere dal tipo di vaccino somministrato in precedenza.
Si ricorda che i richiami vanno effettuati non prima di 4 mesi dall’ultima somministrazione o dal riscontro di positività al COVID.
Abbiamo, dunque, due nuovi vaccini bivalenti che ci proteggono dalla malattia causata da tutti i coronavirus finora isolati, ivi comprese le varianti.
E’ nostro dovere vaccinarci non solo per proteggere noi stessi, ma anche per creare una rete di protezione per coloro che, essendo affetti da malattie che impediscono un efficace risposta anticorpale, non possono aderire alla vaccinazione.
Questo il motivo per il quale i vaccini rappresentano un grande valore dal punto di vista umano, etico e sociale.