Non è di oggi il problema di come l’Europa valuta l’economia delle varie regioni.Così come non è da oggi che alcuni parametri che entrano nella valutazione relativamente alla Basilicata non rispecchiano il grado di sviluppo di una regione nè la consistenza della sua economia reale. Alcuni di questi sono il prodotto interno lordo e l’export che per la Basilicata diventano dati che distorcono la fotografia reale, data la presenza di due grandi realtà industriali come le aziende petrolifere e quelle dell’automotive la cui redditività rimane fuori del circuito regionale e va ad alimentare quelli di altre regioni o di altre nazioni. Questo problema è stato sempre messo in evidenza nel passato ma mai che abbia raggiunto il risultato di far cambiare i paradigmi dell’Europa per la valutazione del ggrado di sviluppo di una regione. Così che ci si trova impropriamente classificati nella fascia delle regioni che sono in via di transizione verso lo sviluppo annnzichè in quella più realistica di quelle a basso tenore di sviluppo. Quando poi queste valutazioni si trasformano in azioni e decisioni conseguenti, si arriva al paradosso che per l’Europa stiamo quasi bene mentre altre regioni, più sviluppate della nostra, vengono classificate più povere . Di questo si sono accorti, ed è più di un anno che la loro protesta va avanti, gli imprenditori lucani aderenti alla Confapi che contestano appunto la nuova Carta degli Aiuti di Stato che classifica la Basilicata, insieme al Molise e la Sardegna, tra le regioni uscite dal sottosviluppo. La conseguenza è che rispetto alla Puglia, Calabria, Campania, gli aiuti possibili all’imprenditoria lucana scontano la perdita di almeno dieci punti percentuali, con il che creando un dislivello di competitività tra gli imprenditori del mezzogiorno a danno di quelli lucani. La Confapi scrive al Presidente della Giunta Bardi invitandolo a prendere una decisa posizione rispetto a questa vera e propria discriminazione, ora che siamo alla vigilia dell’emanazione dei bandi per gli aiuti e che appunto confernmeranno queste differenze nel regime di aiuti. Per De Salvo il presidente della Confapi “e’ noto che in Basilicata i dati del Pil reale sono falsati dagli altissimi volumi sviluppati dalle multinazionali delle compagnie petrolifere e del settore dell’automotive. Questa decisione, dunque, rischia di compromettere ogni ipotesi d’investimento in Basilicata, penalizzando soprattutto quelle aree industriali che sono vicine ad altre regioni e che, grazie ai servizi offerti, hanno finora attirato numerose imprese. I danni si stanno già verificando – sottolinea il Presidente di Confapi Matera – perché le Regioni stanno pubblicando i primi bandi, da cui traspare la differenza di 10 punti percentuali negli aiuti. Chiediamo, pertanto, alla Regione Basilicata di prestare la giusta attenzione ai parametri europei e di agire di conseguenza, evitando disparità tra territori posti a pochi chilometri l’uno dall’altro.
AIUTI DI STATO. LE IMPRESE LUCANE DISCRIMINATE NEL MEZZOGIORNO. PER L’EUROPA NOI STIAMO BENE
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