
Margherita E. Torrio
500 mila firme raccolte on line in meno di un mese per la richiesta di un referendum contro l’autonomia differenziata e la declinazione di essa nel ddl Calderoli, soprattutto rapportate al tempo ridottissimo contro ogni previsione, sono tutt’altro che soltanto il numero di firme necessarie per richiedere da parte dei cittadini un referendum abrogativo. Vanno ad aggiungersi alle firme che in banchetti su tutto il territorio nazionale, da nord a sud, si vanno ulteriormente raccogliendo. Vanno ad aggiungersi ai ricorsi alla Consulta sulla costituzionalità del ddl stesso. L’incontro a Viggiano, del 24 agosto, sul tema dell’autonomia differenziata parte, necessariamente, dal fare il punto della situazione che è esattamente questo. Altrettanto i tanti incontri, eventi, circoli che si riuniscono in queste sere d’estate, resa torrida dalla inclemenza delle temperature che ci dicono che siamo ben oltre alla soglia minima di rischio del cambiamento climatico che, ancora in certi ambienti, si vuole ignorare. L’incontro in questione è stato organizzato da MedinLucania, voluto come ‘prima e unica occasione’ per mettere insieme esponenti di tutte le forze politiche lucane a discutere sul tema. Ospite d’onore il professore emerito di diritto costituzionale, già docente presso la Federico II di Napoli, presidente del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Massimo Villone. Il Coordinamento è, grazie anche alla sua attenzione sulle questioni costituzionali, ed a quella dei professori Gianni, Volpi, Gallo e tanti altri, particolarmente impegnato sui temi di dubbia costituzionalità come, per esempio, la così detta autonomia differenziata. Al professore è stato affidato il compito, non casualmente, di trarre le dovute conclusioni sul dibattito che, inevitabilmente, date le diverse rappresentanze politiche, non poteva che differenziarsi negli interventi; contribuendo, ciascuno a mettere in evidenza aspetti particolari, problemi, dubbi, contraddizioni inerenti alla questione. Aperti i lavori, dopo i saluti del vice sindaco di Viggiano, da Michele Montone, coordinatore dell’associazione MedinLucania, assente per gravi motivi il consigliere Pittella, è toccato a Viviana Verri, dei 5 Stelle, fare il primo riferimento al dettato dell’art.119 del titolo V della Costituzione ed al suo richiamo all’unità nazionale, all’impossibilità che i Lep possano avere reale efficacia, pur quando fossero definiti, per assoluta mancanza di risorse, sulla importanza del referendum abrogativo. Aspetti e perplessità ribadite da Cifarelli che, in aggiunta, ha ribadito la ingiustizia di un provvedimento che tradisce lo spirito della solidarietà e del diritto, identico per tutti i cittadini italiani, al nord al sud al centro, di essere garantiti dei servizi, dalla sanità alla formazione, senza differenze e che anzi, piuttosto che parlare di livelli essenziali di prestazione (Lep) bene sarebbe parlare di livelli uniformi. Importante l’attenzione da lui richiamata sul fatto che la richiesta di referendum, il contrasto all’autonomia differenziata, non sono espressione di una lotta del sud contro il nord, né può essere ridotta a una sfida destra/sinistra; né il petrolio può essere considerato, destinato ad esaurirsi in breve tempo e comunque ad essere sostituito da altre fonti energetiche, una risorsa affidabile per garantire la nostra regione o il meridione. L’autonomia differenziata è, per Lacorazza, piuttosto un esempio di come alcune forze politiche abbiano pensato di costruire le loro fortune sulla promessa ai cittadini, del nord e del sud che li hanno votati, di tenere per sé la maggiore quantità di gettito fiscale da gestire, portando però, in cambio, sia il nord che il sud a perdere gravemente, essendo tra l’altro fallite le politiche di coesione e intravedendosi, invece, la rincorsa a un nuovo ordine politico e economico, in uno scambio, sulla testa dei cittadini, tra premierato e autonomia differenziata. Chiaramente di diverso avviso Giuzio, di Fratelli d’Italia, che continua, come la sua segretaria, ora Presidente del Consiglio, a sentirsi garantito del convincimento che l’autonomia differenziata non toglierà alle regioni più deboli e che nel ddl Calderoli sarebbero stati inseriti elementi atti a garantire l’unità del Paese, il finanziamento delle regioni in difficoltà e il superamento della così detta ‘spesa storica’ con i ‘costi standard’. Poco convinto, anzi, assolutamente discorde, Donato Lettieri, dei Verdi, che si preoccupa, soprattutto, della necessità di portare informazione fra i cittadini, in modo ampio, fiducioso che l’Europa possa aiutare l’Italia a fermare il grave stato di difficoltà in cui versa e versiamo, ma solo e a patto che si resti uniti. Anche il sindaco Rubino vede il rischio di una grave frantumazione in republichette che non aiuterebbero i cittadini di cui un sindaco conosce bene difficoltà e necessità. La questione del mezzogiorno è stata cancellata dalla riforma del 2001, la responsabilità della spesa grava sulle scelte, il tentativo di raccordare i comuni per garantire reti di servizi funzionali a valorizzare al massimo le risorse, sempre più ridotte, tanto è che si sta rendendo necessario ricorrere anche per la manutenzione ordinaria al PNRR; tutto ciò non può che rendere anche più preoccupante la prospettiva dell’autonomia differenziata. Anche Nicolia, funzionario della Commissione europea, ha posto, tra l’altro, il problema di informare, di conservare unità, aggregazione , equilibrio, per affrontare difficoltà che, probabilmente si sono accumulate anche per inadeguatezze passate, ma che oggi devono essere superate con il coinvolgimento dei cittadini e con una classe dirigente competente. Dopo il saluto e la denuncia dell’autonomia differenziata da parte dell’esponente del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale della Basilicata, le conclusioni di Villone non hanno dato tregua e non hanno lasciato spazio per fraintendimenti, perplessità, equivoci. Sul ddl Calderoli ha evidenziato quanto sia funzionale a ingannare e ridimensionare anche le ambizioni di premierato della Presidente del Consiglio, malgrado quel patto di scambio tra a.d. e premierato. Nell’ autonomia differenziata ci sono profonde diseguaglianze che la sola responsabilizzazione di amministratori e politici non basteranno a colmare. Ha evidenziato tutti i risvolti negativi dell’autonomia differenziata, non solo per la incidenza nello scardinare i principi fondamentali della Costituzione, ma sulla unità politica, economica, sociale, sull’ulteriore aggravamento della situazione di emarginazione dei territori del sud e di tanti, che a dispetto dei grandi centri urbani, nel nord sono economicamente dimenticati. I territori più deboli, la piccola Basilicata, saranno schiacciati da una ulteriore differenziazione, che già pesa tantissimo, e sarà ancora più grave, nel danno generale, in un Paese che, disunito, arrancherà nel vano tentativo di misurarsi con temi come rapporti internazionali con l’estero, professioni, protezione civile, previdenza complementare e integrativa, coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale, enti di credito fondiario e agrario , organizzazione della giustizia di pace, 9 materie che si portano dietro ben altre 184 funzioni, porti, aeroporti civili, tutela e sicurezza del lavoro, tutela dell’ambiente; di misurarsi su questi temi e funzioni con i grandi, forti economicamente, colossi territoriali d’Europa e d’oltre mare. Eppure sono queste le funzioni cui aspirano Lombardia e Veneto anche immediatamente senza dover attendere l’approvazione dei Lep perché non assoggettabili ad essi. Mentre vediamo sempre più spopolarsi le nostre regioni che perdono giovani con un alto livello di conoscenze e di formazione, costretti a cercare lavoro in altre regioni, poi, inesorabilmente, all’estero, cittadini, famiglie impoverite, politici, sindacalisti non credono nell’autonomia differenziata. Non ci crede il Terzo Settore, non ci crede la Banca d’Italia né l’Europa. Non ci credono i cittadini. Ecco perché c’è stata e c’è una grande corsa a firmare per chiedere un referendum abrogativo. La stampa è sconcertata, impreparata, visto il suo silenzio acquiescente sin qui dimostrato. Per Villone non sarà problematico il passaggio alla Cassazione, se mai il passaggio alla Corte Costituzionale. Per questo bisogna continuare a firmare. Ed intanto, sono partiti i ricorsi di alcune regioni alla Consulta. Ma anche in attesa di quel passaggio, i lucani, il meridione, il nord dovranno dare il segno di una grande volontà di risorgere.
in copertina, la manifestazione dei leghisti in Parlamento all’approvazione delle legge Calderoli