La ormai prossima competizione elettorale in Basilicata si giocherà probabilmente su un unico argomento : il futuro delle estrazioni petrolifere. Ieri da una tavola rotonda, coordinata da Mario Sechi , il direttore della rivista dell’Eni sulla Basilicata, sono venuti fuori dati certi e messaggi equivoci. I dati certi sono che la Basilicata solo con le sue fonti pulite dispone di energia pari al triplo rispetto al minimo, senza considerare la risorsa petrolifera. Per capire di che cosa si parla, mentre l’Europa fissa al 32 per cento la quota di risorse di energia da FONTI rinnovabili da raggiungere entro il 2020, la Basilicata – cito Confindustria- con 2.487 Gigawattora prodotti da acqua, vento e sole, rispetto ai 2.863 totali (a fronte di un consumo pari a 3.014 Gwh) – ha raggiunto una performance di energia verde pari all’87 per cento, ben oltre il target minimo di energia. Questi numeri avrebbero dovuto indirizzare il dibattito verso la constatazione che una regione può non dipendere più dal punto di vista energetico dalle estrazioni petrolifere soprattutto quando queste operano a danno di altre risorse, l’agricoltura, il turismo , l’ambiente, la montagna. Oppure avrebbero dovuto aprire il discorso di come fare per evitare che altri 19 permessi estrattivi entrino in azione per fare della Basilicata non la Svizzera, ma la groviera svizzera, e invece hanno detto che bisogna andare avanti, facendo della Basilicata un unico grande hub produttivo, petrolio compreso Cioè si è parlato della transizione energetica, che la Basilicata ha già quasi compiuto , non per dire che siamo arrivati alla fine di un ciclo petrolifero, ma per dire che la Basilicata, deve contribuire alla transizione energetica del Paese, con tutte le energie capaci di produrre, petrolio compreso. Da qui il messaggio, abbastanza equivoco, ai giovani studenti: trasferire le rojalties al sistema scolastico per migliorare la preparazione e renderla adeguata ai nuovi tempi. Insomma niente di nuovo che non sia il messaggio di dover supportare ..e sopportare questa transizione per giungere alla fine della quale ci vorranno anni e milioni di barili ancora. Ora, dati i personaggi presenti, possiamo dire che la destra culturale ha espresso il suo pensiero sul quesito estrazioni sì, estrazioni nò. Ieri la sinistra politica (chiamiamola così) con Di Maio ha detto che non c’è petrolio se i soldi non restano in Basilicata, con il che sottintendendo che le nuove autorizzazioni non verranno bloccate , a patto che si cambi il modo di incassare i proventi. A questo punto c’è più gente a presidio dei pozzi di quanto avremmo potuto immaginare. E il consigliere Gianni Rosa che sfotte i cinque stelle, non ha ancora compreso che la politica alta, quella romana e milanese, della Basilicata se ne fotte, a destra come a sinistra. Basilicata, fai da te! Sei come Biancaneve nel bosco. Oddio,bianca proprio no. Bianca…nera. Rocco Rosa
BASILICATA. FAI DA TE!!
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