“BESTIE ED ANGELI”

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ANNA MARIA SCARNATO

Bestie e Angeli erano le sole presenze che nel deserto Gesù avvertiva durante i suoi 40 giorni di ritiro. Di questo ha parlato il Santo Padre Papa Francesco all’Angelus di quest’ultima domenica di Quaresima del 18 febbraio. “Bestie e Angeli”, e se queste presenze sono tra noi, come riconoscerli? Figure di ogni tempo come identificazione dell’uomo libero di farsi illuminare o oscurare e agire a scapito della sua dignità e di quella degli altri. Esse sopravvivono agli eventi, cavalcano le onde impetuose che investono, ognuno con lo spirito e l’obiettivo che li anima. Quello delle “bestie” che tenta di annegare e distruggere i sentimenti umani più nobili, quelli dell’umana compassione, della solidarietà, dell’onestà, della verità e dell’amore che in essa risiede. Quello degli “Angeli” che lavorano per riportare l’uomo sulla giusta strada per vivere e incontrare l’altro, per il suo benessere fisico e spirituale senza strumentalizzarne i bisogni. Angeli con cui costruire un progetto di vita  mettendo al centro la dignità di ognuno e per essa lottare insieme. Non è difficile riconoscerli se solo li cercassimo e avessimo volontà per farlo, scalzando l’istinto della rassegnazione e dell’apatia, la comoda noia che ci ha portati a far andare il mondo come altri decidono al posto nostro, un mondo segnato da involuzioni, guerre e disunioni, corsa agli armamenti che ingrassano solo le economie degli Stati fornitori. La storia dei nostri giorni tenta l’uomo a non meravigliarsi ormai di ciò che succede, a non più stupirsi di fronte ad uno stupro, ai drammi familiari, di fronte al male che non segna un’assenza sul registro della vita che scorre. Imperversa il freddo sensazionalismo, la breve commozione ma non la presa d’atto, il provare a vestire la sofferenza di un altro, una consapevolezza duratura che non si annulli di fronte ad un contesto sociale in cui tutto scorre di fretta e cestina gli eventi nell’oblio o nella negletta rassegnazione. Forse anche gli “Angeli”, uomini di buona volontà che cercano di profondere luce nel buio delle coscienze e dare trasparenza agli slanci umani per costruire un mondo inclusivo e sostenibile, i volontari del servizio all’altro, i votati al sacrificio, vengono disconosciuti e non imitati nel buon esempio da proseliti. Impegnativo periodo storico per loro. “Bestie e Angeli”. Eppure tanti gli eventi che riferiscono della loro esistenza e che pure devono faticare a superare l’assuefazione all’indifferenza che non ci aiuta a riconoscerli. “Bestie che operano nella vita delle famiglie quando i  genitori uccidono i figli o li abbandonano ad un destino che rifiutano di affrontare assieme in un percorso d’amore, prendendosene cura. Angeli quando i genitori, lasciati soli dalle leggi e dalle Istituzioni, si sobbarcano pesi al di sopra delle loro forze fisiche e delle competenze specifiche nel far fronte a disagi psicologici e di dipendenza su cui spesso si regge “l’economia” dello spaccio che succhia sangue dei loro figli e distrugge fragili esistenze. Famiglie di eroi, Angeli che nel silenzio cercano, spesso senza riuscirci, di recuperare un minimo residuo di dignità di figli resi sbandati e svuotati dalle bestie libere che dietro gli angoli cercano e uccidono le intelligenze e il futuro delle comunità e poi brindano con champagne alla vita, alla loro. Angeli che si prendono cura dei figli come quando erano bambini anche quando sono cresciuti e che non devono abbassare lo sguardo quando incrociano quello degli altri. Madri e padri di figli “speciali” che hanno la forza e la voglia di ridere nonostante tutto. Vanno avanti e spingono una carrozzina che con difficoltà deve farsi largo tra la curiosità della gente prima di avanzare tra barriere architettoniche ancora esistenti. Angeli della Chiesa che cercano di vincere battaglie contro i pedofili interni e di restituire un’immagine di pulizia al sacro profanato, riconvertirla in una Chiesa unita negli intenti e nei valori della sua missione, pur tra tante disarmonie. “Bestie” nel deserto della loro disattenta meditazione quando cedono alla tentazione della pedofilia, sotterrando corpicini oltraggiati nell’innocenza, facendo affiorare la loro bruttezza interiore, il loro cedimento alla passione e ai desideri sessuali più deplorevoli. Ecco le “bestie” presenti con tanti “Angeli”” anche nella Chiesa. “Bestie” nelle Istituzioni che fanno del profitto illecito lo scopo di vita, quando travalicano i problemi dell’uomo in nome di progetti megalomani, creazione di ponti tra popoli che non uniscono di fatto se poi “l’autonomia differenziata” pone steccati e gradini nel godimento di diritti che dovrebbero essere uguali per tutti e non “differenziati”. “Bestie” che mirano a rimanere nella storia dei popoli nei musei degli animali preistorici, nell’esposizione della loro potenza ricattatoria e distruttrice pur di mantenere un posto da ministro. “Bestie” nei politicanti che ancora giocano ad avere l’asso nella manica ma invero senza un progetto utile alla propria regione. Uomini senza il coraggio di contestare le decisioni che fanno a pezzi l’unità di un Paese che uomini sono? Dove l’ideale di Patria unita se non in false e ammaliatrici parole, in discorsi contorti da schifo di esponenti che  come “bestie” si azzannano, ma meno di loro comprendono la gravità della situazione, non percepiscono i mala tempora per un territorio mal governato e non attenzionato e si attardano in inutili discussioni avanzando proposte che, fluide ormai come le stagioni, cambiano inopinatamente. Pronti a passare alla coalizione più gratificante, pronti a ricattare ponendo sul tavolo il numero di consensi che portano in dote, o meglio la quantità di “prede” che riusciranno a catturare. E ancora una volta gli uomini di buona volontà, se esistessero veramente, forse troverebbero intralcio al progetto che invece li vorrebbe uniti necessariamente a fronteggiare l’avversario elettorale. Possibile che l’uomo si faccia imprigionare nelle passioni di protagonismo, dal seducente potere tanto da dimenticare il bene della comunità che si costruisce con il confronto e l’accordo-sforzo delle parti per ripartire dai problemi irrisolti e dai deserti dell’anima come dice il Papa? Ormai la Basilicata, una delle regioni meridionali, si fa sempre più deserto in ogni senso. Sverginata, nonostante le esaltate narrazioni utili solo alla promozione del turismo, malata nonostante gli annunci bugiardi sul miglioramento della programmazione delle prestazioni sanitarie, dello stato di avanzamento tecnologico di metodologie sanitarie tra le prime in Italia, spopolata della sua gente che emigra, la Basilicata è tra quelle regioni più popolata di dannosi cinghiali. La gente se li trova nei giardini di casa, nei campi coltivati, vicino alle Scuole. Procedono uniti con la madre in testa e i cuccioli che la seguono. Usciti dal buio delle macchie mediterranee, cambiano territorio in cerca di cibo. E sovviene l’immagine e il pensiero della distruzione che portano nelle coltivazioni, mangiando le radici delle piante, della crisi dell’agricoltura, delle leggi che non danno risposte adeguate al problema della notevole riproduzione, del pericolo per le persone, per chi viaggia e spesso li incrocia mentre tagliano il percorso stradale. Tanti incidenti ed anche gravi, mortali.  E trovare una certa corrispondenza, fosse pure irriverente, tra il comportamento istintivo dei cinghiali e le ”bestie umane”, di ogni genere citato e, in aggiunta, di quelle che in questo periodo preelettorale escono dai boschi delle loro aspirazioni più sfrenate che nascondono tra le motivazioni più incredibili, che rifiutano narrazioni possibili frenati dall’egoismo insaziabile, sembra essere pertinente e metaforicamente calzante, perché, entrambi “avidi, affamati,” capaci di bloccare anche le strade più percorribili. Come i cinghiali te li trovi sempre davanti agli occhi a creare difficoltà ai percorsi dell’uomo, ai suoi progetti di vita che potrebbero realizzarsi se i territori non fossero infestati dalle loro “presenze”, purtroppo “tutelate per evitarne l’estinzione”. Sono specie protette certe” bestie” che popolano i nostri territori e che ancora non si schiodano dalla ricerca del posto più gradito a loro e ai propri “cuccioli”, facendo male all’uomo e all’ambiente. Finchè questa specie attraverserà le strade del nostro viaggio di vita, il cammino delle comunità, il suo sviluppo sarà improbabile. Il deserto avanzerà in Basilicata insieme all’oltraggio verso la sua anima, allo spopolamento della sua terra, ai paesaggi senza anima.
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Sull' Autore

Quotidiano Online Iscrizione al Tribunale di Potenza N. 7/2011 dir.resp.: Rocco Rosa Online dal 22 Gennaio 2016 Con alcuni miei amici, tutti rigorosamente distanti dall'agone politico, ho deciso di far rivivere il giornale on line " talenti lucani", una iniziativa che a me sta a molto a cuore perchè ha tre scopi : rafforzare il peso dell'opinione pubblica, dare una vetrina ai giovani lucani che non riescono a veicolare la propria creatività e , terzo,fare un laboratorio di giornalismo on line.

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