Il filo di Arianna della Pubblica Amministrazione

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Sarebbe bastato non comunicare notizie allarmistiche sulla capienza dei fondi stanziati dal Governo a beneficio delle Partite Iva, duramente colpite dall’emergenza Covid-19, per evitare il caos e la congestione dei sistemi informatici dell’INPS. Ma tant’è!

Avevamo sollevato il dubbio che potesse accadere e come tutte le cose che riguardano gli aspetti negativi della P.A. e puntualmente, è accaduto. Quasi 100 domande al secondo, a partire dalla mezzanotte e un minuto di IERI, primo aprile, hanno intasato i server dell’Istituto di Previdenza Nazionale. Una circostanza che ha costretto i “tecnici” dell’INPS a sospendere il servizio per qualche ora affinché si consentisse la manutenzione e il ripristino delle funzioni del sito. Una conseguenza logica che, se mai fosse possibile, ha creato ancora più  sconforto tra chi da ore cercava di accedere ai servizi del portale. Eppure doveva essere così semplice: Accesso, inserimento dati e invio, ma quando sai di essere a rimorchio di un’utilitaria spacciata per fuoriserie, per lo più guidata da piloti di cui non ti fidi per via delle esperienze negative accumulate negli anni, le conseguenze sono esattamente queste. Ecco perché auspico che prima di ogni altra riforma che dalla crisi dovrà pur scaturire, perché dovrà per forza accadere, si provveda con urgenza ad  ammodernare la macchina amministrativa per offrire strumenti al passo dei tempi. Inevitabilmente la coda si è creata e difficilmente la situazione potrà sbloccarsi finché non si disciplina l’ordine delle cose oppure non si potenziano gli strumenti di accoglimento delle domande. Non è difficile, basta ricorrere al metodo più semplice che si possa perseguire: Per ogni partita iva regolarmente iscritta all’INPS, lo Stato riconosce e stanzia una somma che, senza intermediazione alcuna, viene accreditata sul conto corrente bancario. Lo Stato ha tutti gli strumenti per conoscere IBAN e ragione sociale di ogni contribuente in regola con le iscrizioni obbligatorie agli istituti previdenziali e alla camera di commercio. Non ha bisogno di creare ingorghi sul portale dell’INPS per ricevere le richieste giacché, come assicura il ministro, il contributo è stato previsto e stanziato per tutti i possessori di partite iva. Addirittura il contributo una tantum sarebbe anche previsto per i lavoratori atipici che non hanno neanche la partita iva. La notizia che però sconvolgerà ancora più generando maggiore panico tra i contribuenti è che, a prescindere dai server dell’INPS, dalla capienza dei fondi, ecc., per accedere al sito dell’INPS, dopo la revisione e gli aggiornamenti del sistema, sarà necessario avere un browser aggiornato . Ebbene, statisticamente, solo il 45% dei naviganti utilizza browser aggiornati alle versioni recentissime!. Quindi, se siete in attesa di accedere alla procedura per la richiesta del misero contributo di 600€, assicuratevi che il problema del mancato accesso non sia legato all’intasamento dei sistemi INPS ma piuttosto  all’obsolescenza programmata dei vostri device.

Detto questo è angosciante constatare come, a ogni buona occasione in cui c’è di mezzo lo Stato, segue sistematicamente una deludente esperienza. Ancora una volta la burocrazia Italiana non è stata all’altezza del compito. E non solo per l’inadeguatezza di risposte a un disagio informatico circostanziale, ma complessivamente perché non è stata in grado di offrire quella certezza sia pur minima che ci si aspettava.

Una comunicazione incompleta e irresponsabile che ha generato una corsa al click dalle prime ore del giorno, trasformando quello che sarebbe dovuto essere un momento di “pace” tra utenti e Stato, in un’ulteriore deludente esperienza.

Nel prossimo decreto di aiuti alle imprese, annunciato dal ministro Gualtieri e dal Premier Conti, giacché nulla ancora è stato deciso, si tenga conto della reale capacità di risposta di alcuni Enti che non voglio colpevolizzare per non essere stati  in grado di offrire risposte adeguate e che per questo stanno gestendo al meglio delle loro forze il caos di queste ore. Però, da questa esperienza che certamente vedrà migliaia di utenti impossibilitati ad accedere ai benefici, il Governo deve trarre insegnamento dimostrando di essere all’altezza degli altri Paesi evoluti; Paesi dove lo Stato fa sempre la sua parte non solo quando deve prendere, ma anche quando deve dare. Solo così, quel muro di diffidenza e di acredine che i cittadini sperimentano ogni qual volta hanno a che fare con la Cosa Pubblica, si trasformerà in un ponte di avvicinamento allo Stato.

Giuseppe Digilio

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