IO, FUORI TEMPO RISPETTO AD UN FALSO GARANTISMO

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ANNA MARIA SCARNATO

Amo e rispetto la Legge oggi da pensionata che vede solo doveri da osservare continuando a lasciare allo Stato il contributo per i servizi che dovrebbe avere (a prescindere dalla loro qualità e dall’impossibilità di fruirne), e ieri da insegnante che ha sempre ottemperato a fornire una prestazione sempre più aggiornata, una presenza costante sul luogo di lavoro e l’adattamento ai cambiamenti legislativi che si sono susseguiti nell’alternanza dei governi e ai quali si doveva rispondere con programmazione e operatività spesso diversi nell’aspetto formale più che nel risultato ma deciso dai ministri di turno che volevano consegnare alla storia le loro firme sulla carta, ma che nulla di diverso legiferavano che già non si facesse. I diritti goduti sono stati guadagnati e sofferti al prezzo di concorsi da superare con prove che effettivamente saggiavano la preparazione, al contrario di oggi e si stenda un velo poiché non è di questo che voglio parlare. Vincere un concorso e avere diritto ad un posto di lavoro era una conquista, per una donna una doppia conquista. Era la libertà di partecipare alla vita civile della società. Io come tante docenti di un altro tempo e come tante che sicuramente continuano ad esserci nella Scuola. Che hanno interpretato il valore delle Istituzioni come fede a cui far riferimento sempre. Alla Scuola e alle persone che ci lavorano è necessario e giusto che si chieda di rappresentare modelli di vita esemplare, di rispetto della Legge, di un codice etico di comportamento, e anche di dover essere attenzionati e spiati da un occhio meccanico solo al sospetto di un comportamento lesivo dell’integrità psico-fisica degli alunni affidati. Ma mi chiedo come sia possibile che oggi tanti rappresentanti delle stesse Istituzioni possano rappresentare e incarnare idee in contrasto con la Costituzione, pronunciarle come progetto da sviluppare con la delega ottenuta da un consenso elettorale populista, sfruttando temi che la società attuale è chiamata a fronteggiare, temi culturali di migrazione di popoli che vengono distinti ed etichettati inferiori per razza, colore e costumi, temi di genere con la condanna della diversità sessuale, la disabilità da isolare affinchè ogni scolaro “normale” possa raggiungere le competenze giuste in classe omogenee per caratteristiche fisiche e intellettive, e non disturbate da “rallentatori” e impedimenti al loro “sviluppo’’? Se ad un’insegnante che ha detto in classe un poco di tempo fa, “bisogna isolare lo scimpanzè”, riferendosi ad un ragazzo di famiglia italo-marocchina, assente quel giorno dalle lezioni, , la Scuola, nella massima espressione istituzionale che una preside rappresenta, non ha ritenuto punirla con una sanzione disciplinare, per aver usato la parola, la libertà in modo insensato, o quantomeno indurla a spiegare perché quel giorno la stupidità, la rabbia presente spesso nelle relazioni tra adulti e  ragazzi adolescenti abbia fatto perdere le sue facoltà intellettive disperdendole nella incapacità assoluta di governare un processo educativo pur difficile in contesti che stanno perdendo il senso di comunità; se un ragazzo di Pordenone di terza media viene lasciato a casa a seguire le lezioni in DAD, già sospeso altre volte dalla frequenza, perché troppo vivace e non rispettoso di regole, se la Scuola non trova altro sistema per interessare l’alunno se non quello di escluderlo anche dalla gita scolastica e allontanarlo dai compagni, ebbene non si può fare a meno di constatare che anche l’istituzione scolastica sembra fallire spesso nell’obiettivo di farsi strumento e occasione di crescita personale e sociale, nella testimonianza della fede in una convivenza civile fatta di diverse sensibilità. Il rispetto per tutti, la cura per ogni persona che talune dicasi insegnanti dovevano loro testimoniare, sono stati difesi con forza invece dai compagni di classe. Garantismo spesso da chi dovrebbe governare processi ed eventi. Capi d’Istituto che preferiscono che le denunce relative alla mancanza di rispetto dei diritti degli scolari giungano da fuori. E la famiglia? In tante altre circostanze, non è in perfetta concordanza di vedute con l’istituto scolastico. I fatti di violenza verbale e fisica riportati dalla cronaca, e di cui sono vittime gli insegnanti, rilevano la necessità di un rapporto più responsabile e di maggior fiducia nelle istituzioni scolastiche e meno garantista nei confronti dei figli. Scuola e genitori sembrano non ascoltarsi e non rispondere più al compito educativo e di trasferimento di valori alla nuova generazione, come vuole la nostra Costituzione. E’ il clima sociale governato da un sistema-paese in generale, il comportamento del Parlamento e la responsabilità di chi siede lì, non ispirano modelli educativi ma soffiano sugli umori e le tensioni che agitano le altre istituzioni, Famiglia, Scuola, Chiesa. Allora perché si parla di famiglia, di Scuola, di Chiesa in difficoltà e da revisionare, si condannano, si assolvono, si comprendono o si compatiscono, perché si richiedono test psico-attitudinali per i giudici e non si richiedono parimenti per i personaggi politici che ci governano, per i nominati in funzioni che presiedono attività culturali, per i quali dovrebbe essere d’obbligo il possesso di requisiti necessari e coerenti con il dettato costituzionale? Non costituisce forse lo Stato l’armonia in cui tutti possano specchiarsi e ritrarsi insieme senza distinzioni di sorta, una sintesi di equilibri di umana dignità? Non incarna il loro modo di essere ciò che i politici predicano e non ciò che sconfessano dopo pochi minuti all’alzata di voci di contestazione? E la coerenza e la rettitudine, l’immagine chiara e trasparente di fronte alla Legge che gli altri uomini comuni sono tenuti a rispettare, la colpevolezza di fronte agli errori e ai falli che si commettono che non salva e non preserva l’uomo che sbaglia, dov’è traccia di tutto ciò? E Sgarbi, Salvini, Vannacci, la Santanchè, Piero Fassino, e tanti  altri, di ogni colore politico ……non credo sarebbero ancora dentro le nostre tv a prenderci in giro. A smentire i loro pensieri bugiardi che spacciano per errori di interpretazione, vuoti di memoria, e distrazione. E Lollobrigida che parla in Parlamento di siccità .….”che fortunatamente ha colpito la Sicilia e il Sud” e non tradisce il suo pensiero a favore dell’autonomia differenziata e all’ isolamento del meridione. Il disegno di una società più giusta e uguale di cui i politici si dichiarano costruttori, o forse “imprenditori” di mercato, si compone sempre più di elementi chiari e riconoscibili, visibili tra le tante ombre che si agitano come i fantasmi del passato. E’ un grafico confuso, un tratteggio di sottoclassi umane, sono pagine di quaderno dove una penna rossa sottolinea gli errori del creato, i “nati sbagliati”da derubricare ad organismi complessi che creano solo danni. Tutto ciò, lo definiremmo, un ravvisamento di pericoli per lo sviluppo di una società inclusiva, uno schizzo di fetido razzismo, un rigurgito di filosofie e fanatismi del passato che si pensava non potessero tornare. Intanto la realtà è questa e il garantismo è l’unica certezza di molte istituzioni, dei governanti di turno che “guardano i morti in casa d’altri e i parenti che dovrebbero piangere, ma non i morti in casa propria”. E ritornano in mente le beghe da fontanina e i litigi nelle strade di una volta, quando invece di risolvere un problema, nel modo più civile che accontentasse le parti, ci si attaccava concludendo, dopo le accuse: “tien u muort mienz’a cas e pienz a chiang u muort d’lold”. Ecco lo scontro attuale tra il garantismo a tutto spiano e rifiuto della verità e giustizia nelle istituzioni. I “cattivi maestri”, “i genitori” che delegano alla scuola l’educazione dei figli, I governanti e i tanti politici che attentano ai sani comportamenti di cittadini che, sulla scia di cattivi esempi, imparano presto ed emulano quotidianamente gesti di aggressione verbale e fisica verso indifesi, anziani, senzatetto, immigrati, furti e rapine, evasione fiscale possibile ( Santanchè indagata per falso in bilancio e truffa ai danni dell’Inps, continua a fare la Ministra). Non è cacciata dalla “classe”parlamentare e allontanata, come gli alunni indisciplinati, per comportamenti scorretti a danno dello Stato. La ministra è una persona normale, non ha i capelli rossi, ha la pelle bianca, non è una clandestina, non è disabile. Risponde alle caratteristiche regolari dettate da Vannacci, lasciato candidare al Parlamento europeo dove andrà ad esprimere il suo pensiero sulla diversità di genere, sulla disabilità che definisce “rallentatrice” di un processo di crescita di ragazzi normodotati e che per questo necessita di una frequenza scolastica in ambienti separati da “muri” E in aggiunta il colmo è la candidatura al Parlamento  d’Europa di Fiocchi (Fratelli d’Italia) che si pubblicizza in una posa pronto a far fuoco con un’arma imbracciata. Sotto i nostri occhi uno Stato che vede cancellare i principi morali che regolano leggi e comportamenti, Padri della Costituzione che muoiono per l’ennesima volta, un Presidente della Repubblica che ingoia sorbe, una giustizia non uguale per tutti come invece recitano le scritte nelle aule giudiziarie, Sono per me visioni pensieri inquieti che non illuminano di amore il Sud, e non solo, ma ogni genere di persona… Ecco il fallimento principale è quello di siffatta classe politica che “sotto la pioggia e le tempeste” hanno sempre l’ombrello della intoccabilità dei parlamentari, la giustificazione pronta a difesa della loro parte e la condanna strumentale alla parte avversaria. Saranno pensieri di chi non si rivede in certi modelli, sarà una certa difficoltà a vivere in uno sbuffo di vento che annuncia da un bel po’ un cambiamento di tempo che non porta primavera ma il ritorno di una stagione “scura”, studiata nei libri di storia, sarà forse la costante osservazione e la coscienza di un’indecenza di rapporti umani opportunistici, una indecorosa propensione a scegliere non secondo un progetto al fine del bene comune ma di famiglia, ad avvolgersi di bandiere che non sventolano per la libertà dei popoli ma di servitù e disuguaglianza, in mezzo a voci di giubilo, a spari di luce che illuminano i palazzi e oscurano le miserie umane. Sarà……ma la percezione inquieta e non poco. Di questo vive l’uomo di oggi, in queste due dimensioni si muove il nostro tempo? Di falsità, brogli, apparenza e deviati modelli anche, e soprattutto, istituzionali, a fronte di gente che subisce il condizionamento e l’opera loro? Oggi c’è il rischio di credere che gli onesti sono fuori tempo, chi la pensa contrariamente al sistema vive in un mondo al contrario. E Sgarbi, che chiama capra ogni uomo che la pensa diversamente da sé, può essere candidato alle elezioni Europee come premio al suo comportamento tronfio. Tra poco lo vedremo candidato all’Oscar. E’ il mondo dei giusti? E’ il tempo di Meloni e in piedi su una jeep militare non mi rassicura.

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