Dalle 22 di ieris era, i lavoratori metalmeccanicidi tempa rossa sono entrati in sciopero, dopo le risposte negative che l’azienda ha dato ai sidnacati FIIM, FIOM e UILM. Nella giornata di ieri le assemblee sindacali hanno ascoltato gli esiti dell’incontro tra azienda e sidnacati e, di fronte, ad un atteggiamento di chiusura dell’azienda, hanno deciso lo sciopero immediato.Dopo ben due giornate di confronto presso Confindustria Basilicata, purtroppo gli impegni assunti da Total durante l’ultimo sciopero proclamato dalle categorie metalmeccaniche di CGIL CISL e UIL sono risultati evanescenti e comunque insufficienti rispetto alle giuste rivendicazioni delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori. Total, con il nuovo management, ha deciso di intraprendere percorsi diversi rispetto al recente passato, incrinando cosi le relazioni sindacali e semmai immaginando che al Centro Oli di Tempa Rossa si possano imporre unilateralmente scelte che cozzano con i contratti nazionali e soprattutto con la sicurezza dei lavoratori. Erano mesi che come CGIL CISL e UIL si sollecitavano tavoli di concertazione circa la fermata straordinaria quinquennale, ma in maniera assurda si è arrivati al punto di dover scioperare al fine di poter attivare tavoli di confronto con la stessa Total.
I lavoratori, tutti i lavoratori, contribuiscono al successo della prossima fermata e a tutti va riconosciuta, attraverso i giusti emolumenti, l’abnegazione, la disponibilità e le flessibilità concesse.
I lavoratori, per noi hanno lo stesso valore, a prescindere dal colore della tuta indossata e della tipologia contrattuale.Probabilmente per “costoro” invece i lavoratori dell’indotto sono probabilmente un di cui e pensano di poterne disporre liberamente; eppure il petrolio è una risorsa dei lucani ma ci sembra che il Presidente Bardi probabilmente si sia dimenticato delle condizioni precarie dei nostri lavoratori e della convocazione del Tavolo della Trasparenza.
Il Centro Oli di Tempa Rossa è una polveriera dove in tanti e tante imprese derogano unilateralmente alle norme, ai contratti e anche alla sicurezza, basta ricordare la flessibilità dell’orario di lavoro che in alcuni casi sfiora le 72 ore settimanali.
Un quadro dunque desolante in cui tra l’altro in nessuna azienda metalmeccanica sono stati sottoscritti accordi di secondo livello, a differenza dell’Indotto Eni, e ciò manifesta il valore dell’intero sistema imprenditoriale di Tempa Rossa.
Nel frattempo i sindacati sollecitano gli accertamenti ispettivi al fine della verifica delle norme, delle mansioni, dell’orario di lavoro, della formazione sulla sicurezza a partire dai lavoratori in somministrazione.
LA TOTAL FA FIGLI E FIGLIASTRI. SCIOPERO A TEMPA ROSSA
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