IL REPORT PUBBLICATO A SEGUITO DELLA VISITA DI UNA DELEGAZIONE A.S.G.I al Centro di Permanenza per i Rimpatri di Palazzo San Gervasio , e che è salito alla ribalta dell’opinione pubblica nazionale, ha evidenziato non solo il cattivo funzionamento della struttura, ma veri propri comportamenti illegali e tali da calpestare i più elementari diritti umani.Abuso di psicofarmaci, ostacoli al diritto di difesa, comportamenti intimidatori, patologie non curate, mancanza di assistenza psichiatrica e/o colloqui psichiatrici o psicologici dal personale dell’ATS. Tutto questo al netto di evidenti carenze strutturali e logistiche. E poi, una situazione di isolamento che rende particolarmente difficoltoso mantenere rapporti tra i soggetti che vengono trattenuti all’interno del Centro e famigliari o amici. Inoltre, come da prassi attuata in diversi CPR, l’uso dei telefoni non è consentito o è estremamente limitato. Tutti i telefoni vengono sequestrati all’atto dell’ingresso e presi in consegna dall’ ente gestore che, secondo quanto precisato dalla Prefettura, provvede a custodirli all’interno di armadietti a ciò predisposti. Anche se sono stati installati all’interno del CPR 12 apparecchi telefonici fissi, questi non sono mai stati messi in funzione.” Non è possibile in alcun modo utilizzare internet e non vi sono luoghi di socializzazione e spazi dedicati alle attività sociali. Niente luoghi per il culto, niente mensa, nessuna biblioteca. Tutta la vita si consuma all’interno dei moduli abitativi dove si mangia, si soggiorna, si dorme. Moduli che ospitano 4 persone in circa 25 metri quadrati. Per persone che non hanno compiuto alcun reato, questo trattamento da galera è grave ed inaccettabile”. Da qui la mobilitazione di cittadini, associazioni e di parte della stampa nazionale che ha portato il caso in evidenza, facendone un simbolo del degrado che caratterizza l’accoglienza ai migranti.
Sulla questione da registrare in queste ore il duro giudizio dei consiglieri regionali pentastellati, Perrino e Leggieri: “È impossibile rimanere inermi e insensibili di fronte a quanto sta avvenendo al C.P.R. (Centro di permanenza per il rimpatrio) di Palazzo San Gervasio. La protesta non violenta di Maurizio Tritto merita di essere fatta conoscere il più possibile ed un sostegno da parte delle istituzioni. Le immagini di Striscia la Notizia delle scorse settimane con le relative testimonianze sono davvero impressionanti ed urge una presa di coscienza seria da parte delle istituzioni”. “Il Gruppo Consiliare M5S Basilicata intende farsi a tal riguardo promotore di un invito formale a Maurizio Tritto per discuterne nella massima istituzione locale, vale a dire nella Quarta Commissione Consiliare, in modo da esporre quanto da lui denunciato, anche ricorrendo ad un lungo ed estenuante sciopero della fame. Noi consiglieri regionali del M5S approfittiamo per chiedergli di mettere fine al suo apprezzabilissimo (ma anche pericoloso) gesto di protesta non violenta, al fine di non compromettere seriamente le sue condizioni di salute”. “Negli scorsi anni – dicono – abbiamo più volte attenzionato le criticità del C.P.R. di Palazzo San Gervasio, evidenziandone le condizioni estreme a cui erano sottoposti gli ospiti della struttura con la conseguente mortificazione anche per tutti gli operatori impegnati a lavorare in quel luogo (comprese le forze dell’ordine)”. “La Basilicata e suoi abitanti – concludono – sono noti per la loro umanità e il loro spirito di accoglienza. Qualità che in questo particolare periodo storico sembrano passare in secondo piano. Non è possibile continuare a tollerare queste situazioni raccapriccianti come quella del C.P.R. di Palazzo San Gervasio: occorre individuare, in modo definitivo, una soluzione di accoglienza strutturata, che metta in cima il rispetto della dignità umana”.