Il combinato disposto tra l’aumento a 150 mila euro del limite di affidamento diretto e l’eliminazione in corso dell’abuso di ufficio ha portato alle conseguenze da noi già denunciate come probabile esito finale. E cioè l’aumento della discrezionalità, la divisione di appalti in più lotti per rimanere al di sotto della soglia di obbligo della gara, lo spreco conseguente di risorse col venire meno di una vera competitività. Sui giornali arrivano i primi esempi di questa deriva nell’azione nella pubblica amministrazione e non è casuale che questi esempi sia collocabili temporalmente alla vigilia delle elezioni. Non entriamo nel merito delle ultime denunce di Nino Grasso sulla Nuova, ci limitiamo a riportare la opportuna iniziativa del presidente del Gruppo basilicata casa Comune, di pretendere un chiarimento in Consiglio regionale. Ma, proprio perché la cosa non si riduca ad un botta e risposta sulla singola vicenda, c’è da chiedere come cittadino perché , nelle norme di autoregolamentazione, degli enti, siano essi Regione, Province o Comuni, non si fissino dei criteri di comportamento perché anche questi affidamenti possano diventare trasparenti e oggettivi. Stiamo parlando della necessità degli albi dei fornitori, senza ricorrere a quelli nazionali che sono penalizzanti per l’economia locale , stiamo parlando del principio di rotazione, che va documentato in ogni procedimento, stiamo parlando della trasparenza nella motivazione dell’atto dal quale possa risultare che si è fatta la migliore scelta tra tutte quelle possibili, stiamo parlando del principio del risultato che va documentato con dovizia . Ebbene, queste cose sono state codificate in molti enti , al cui vertice ci sono persone che inseguono contemporaneamente il bene pubblico e il desiderio di dormire bene la notte. Un modo anche per limitare l’agire di tanti che stanno approfittando di questa pseudo libertà di azione conquistata dalla lega di salvini, per le loro scorribande nella prateria dell’interesse privato con soldi pubblici. Si pretenda una stretta regolamentazione dei comportamenti da tenere. Quelle norme non possono essere interpretate solo come libero arbitrio. r.r.
L’INIZIATIVA DI CHIORAZZO
Con una interrogazione a risposta scritta indirizzata al Presidente della Giunta regionale il Vice Presidente del Consiglio Regionale Angelo Chiorazzo ha chiesto diversi chiarimenti in merito all’ affidamento dei servizi di comunicazione digitale, supporto alle attività di gestione social network, analisi e monitoraggio dei risultati del Programma Regionale FESR-FSE+ 2021-2027 determinato, con un provvedimento dirigenziale pochi giorni prima delle scorse elezioni regionali, a favore di un società romana per un importo complessivo di 146 mila euro. Nello specifico si chiede di conoscere le ragioni per cui la Direzione Generale per la Programmazione e la Gestione delle Risorse Strumentali e Finanziarie, in quanto struttura proponente, non abbia ricorso alla individuazione dell’operatore economico, a cui affidare i servizi di comunicazione, attraverso l’albo degli operatori istituito presso la SUARB, di sapere se sono stati affidati altri servizi alla stessa società e se sono state effettuate verifiche e/o indagini di mercato per verificare la presenza di soggetti, operanti sul territorio lucano, con idonea qualificazione in materia di comunicazione ed iscritti al Mepa. “L’interrogazion si è resa necessaria, ha sottolineato il consigliere Chiorazzo, a seguito dell’articolo a firma di Nino Grasso comparso nella edizione odierna de “La Nuova del Sud” in merito a procedure amministrative per le quali bisogna fugare ogni dubbio circa la correlazione tra le attività amministrative e quelle politico-istituzionali verificando che, seppur nel rispetto delle norme e della legittimità degli atti proposti dall’ente regione, dietro tali procedure non si celino interessi differenti. Anche per queste ragioni il continuo richiamo del Presidente Bardi all’etica ed all’estetica pubblica non può limitarsi alla sola retorica ma tradursi piuttosto in una costante verifica che l’azione amministrativa sia sempre improntata su comportamenti e modalità dall’alto profilo etico, oltre ad essere accompagnate all’occorrenza da valutazioni di opportunità di cui anche il governo regionale deve farsi carico e sentirne la responsabilità”.