il punto di
Le vacanze estive del personale politico sono estremamente brevi e generalmente mettono insieme qualche giornata di mare o di montagna con la presenza ad un convegno, ad un evento, una riunione di partito, oppure una visita a..vecchi amici. Una vera vacanza la si riserva solo al dopo elezioni: che si vinca o si perda c’è allora la necessità di coronare lo sforzo dei cinque anni di lavoro, o di consolarsi per cinque anni di lavoro perduti. Così che quest’anno, vigilia della campagna elettorale, l’attività politica non ha avuto pause e si è mossa per definire obiettivi, strategie, alleanze, scelte di campo. Ci vorrà del tempo per disegnare il quadro generale delle posizioni, ma alcune tessere del puzzle incominciano a connettersi. Innanzitutto il centro destra, con Bardi che non ha alcuna intenzione di farsi di parte e intensifica i contatti con Tajani perché il leader di Forza Italia metta le mani avanti, rintuzzando tentativi di scalzarlo che arrivano sia dalla Lega di Pepe sia soprattutto da Fratelli d’Italia. In quest’ultimo partito, destinato per forza a dare le carte in tutto il centrosud, sembra che le opzioni su Sardegna e Puglia mettano in ombra l’antico sogno del neo deputato Gianni Rosa di arrivare al vertice della Regione. Ma il parlamentare aviglianese ha tutta l’intenzione di giocarsi la partita fino in fondo e non deve avergli fatto piacere l’autocandidatura di Galella a Sindaco di Potenza, che è un modo erga omnes di far capire che il partito in Basilicata accetterebbe anche una subordinata. Che sia stato un errore di comunicazione oppure un tentativo dell’attuale assessore all’agricoltura di giocarsi una partita in proprio, lo vedremo. Certo è difficile pensare che un sodalizio tanto collaudato possa entrare in crisi alla prima occasione. Ma la politica lucana ci ha abituato a tutto e le strette di mano ai tempi d’oggi non hanno il valore di una volta..
C’è fermento al centro , non solo per iniziativa di Polese che ha messo insieme cinque consiglieri regionali per un percorso di fine legislatura ( che vorrebbe essere prodromico anche alla nuova), ma quello che ora si tiene sulla base di un progetto di massima ancora deve scontrarsi con il fatto che ognuno dei cinque vuole puntare alla riconferma e che, conti alla mano , c’è posto solo per uno. Alla fine della fiera, ognuno guarderà al proprio tornaconto . Non a caso, Dina Sileo, la più produttiva dei consiglieri regionali, ha tenuto a precisare che un discorso eventuale di centro non comprende, per lei, l’ipotesi che si debba entrare in un partito ( il riferimento a Italia Viva è apparso evidente). Sempre al centro si muovono, Popolari, Udc e Verde è Popolare che stanno mettendo insieme una lista, mentre Francesco Cannizzaro guarda con interesse al fermento civico e alla possibilità di far scendere in campo nuovi volti della società. Sullo sfondo si intravede la possibilità reale di una Federazione di Centro autonoma e distante da destra a sinistra solo per la città di Potenza, dove una grande aggregazione di forze moderate potrebbe, se unita, bissare il successo di Tanino Fierro alle elezioni del 1999, quando con il 24,9 per cento arrivò al ballottaggio per poi sconfiggere il candidato del Pd e ridiventare primo cittadino.
A sinistra, il segretario regionale Lettieri lavora con impegno ed intelligenza a ricucire le grandi fratture esistenti tra personaggi diversi e annullare i conseguenti veti reciproci ( Pittella vs Polese , De Filippo vs Pittella) . Così come dialoga concretamente con i cinquestelle per evitare candidature di bandiera e trovare una intesa politica a tutto tondo. L’ostacolo da superare sono le primarie dei pentastellati che sarebbero come un mettere il carro davanti ai buoi di un accordo generale. Abbassati i toni del dibattito sull’autocandidatura di Chiorazzo, considerata comunque una valida ipotesi su cui eventualmente lavorare tutti assieme, l’attivismo di Lettieri apre un orizzonte di speranza anche all’interno dei riformisti, socialisti, verdi, sinistre varie, che finalmente entrano in un gioco collegiale dal quale sono banditi gli ultimatum e i diktat di quello che era una volta il partito pigliatutto. Altri tempi ! Che qualcuno pensa di rivivere con l’atteggiamento da nobile decaduto di chi ha perso le proprietà ma non l’arroganza.