Alla voce economia post Covid s’iscrive di tutto, tranne quello che serve alle imprese per uscire dalla crisi e ricominciare a produrre reddito.
E così, mentre in Basilicata si elargiscono – a sportello – piccole somme per “contributi” a fondo perduto riservatI a imprese più uguali di altre rientranti in un elenco di codici ATECO che esclude interi comparti produttivi da qualsivoglia beneficio, in Puglia, in Campania e in altre regioni d’Italia – oltre ai contributi a fondo perduto per tutte la attività iscritte al registro delle imprese e all’INPS – la politica ha messo in campo veri e propri strumenti finanziari di grande visione strategica che hanno suscitato interesse sia nei risparmiatori che per le Aziende, a prescindere dal codice ATECO.
Si tratta di Strumenti finanziari in grado di sostenere le imprese secondo un modello differente di aiuto. Un modello che tiene conto del reale potenziale dell’impresa la cui offerta è relazionabile in un mercato più ampio. Una condizione che indirizza, di fatto le aziende, in un sistema partecipativo dell’investimento, strumenti che normalmente sono pensati per le grandi imprese, diventano accessibili anche a quelle che non raggiungono grandi dimensioni consentendo loro di guardare oltre il proprio opificio e al di là del semplice contributo che accontenta non tutti e solo nel brevissimo periodo. Una marcia in più delle altre regioni rispetto alla Basilicata ostaggio di politiche di reddito minimo, di cittadinanza e “aiuti” ad personam? No! Solo un modello differente legato a una visione strategica futura della regione che mette al centro degli interessi la crescita economica e lo sviluppo sostenibile.
Per la prima volta, in Puglia, otto imprese hanno emesso dei Basket Bond, minibond per un valore complessivo di 33,4 milioni di euro. Lo hanno fatto grazie a uno strumento di finanza innovativa che la Regione Puglia ha messo in campo attraverso la società in house, Puglia Sviluppo, omologa di Sviluppo Basilicata, con la collaborazione di UniCredit aggiudicataria della gara svoltasi nel 2019. Gara pensata già prima che il Covid irrompesse nella scena economica mondiale, rivota ad arranger operanti nel mercato finanziario comunitario. Una visione strategica che la Basilicata avrebbe potuto semplicemente mutuare per le aziende locali aderendo al patto territoriale tra Puglia e Basilicata, patto per altro attivo già con Matera2019.
Grazie a questo strumento e a UniCredit, arranger dell’operazione, per la prima volta le Piccole e Medie Imprese potranno finanziare operazioni straordinarie, investimenti, usufruire di capitale circolante, ricorrendo al mercato dei capitali, appunto, anziché al tradizionale canale bancario.
L’emissione dei titoli è assistita dalla garanzia di portafoglio di Puglia Sviluppo con una dotazione di 40 milioni di euro utilizzata per le garanzie in grado di sviluppare almeno 160 milioni di nuova finanza per le piccole e medie imprese. Non meno importante è il ruolo svolto da Cassa Depositi e Prestiti e Mediocredito Centrale, investitori istituzionali e sostenitori finanziariamente del progetto. Ciascuno di loro ha sottoscritto la metà circa dell’ammontare complessivo di questa prima emissione del programma, mentre il restante 5% è stato sottoscritto dall’arranger di UniCredit che ha agito anche da originator della cartolarizzazione.
Non è mancata la dichiarazione di soddisfazione del presidente della Regione Puglia che ha detto di aver “voluto e realizzato un grande progetto di finanza innovativa rendendo concreto uno strumento in più contro la crisi economica da pandemia”. Un’utopia iniziale che si è concretizzata nel tempo grazie al tessuto produttivo locale, ma soprattutto grazie alla volontà politica di una classe dirigente che conosce le potenzialità delle imprese del territorio, crede nel valore degli imprenditori pugliesi e sa che solo grazie a loro si può guardare con fiducia al futuro economico dei cittadini della regione.
Le imprese utilizzeranno i Minibond per incrementare la produttività, l’efficientamento dei processi produttivi, acquisendo da ciò un doppio vantaggio: accesso al mercato dei capitali e operazioni vantaggiose sostenute da garanzie di portafoglio.
La garanzia sui Minibond pugliesi è offerta da Puglia Sviluppo fino al 25% dell’importo totale dei titoli emessi. Nei prossimi mesi si prevedono nuove emissioni fino a 126,6 milioni di euro offrendo maggiori opportunità alle imprese con strumenti di capital market.
L’emissione dei Minibond è possibile grazie ad un processo che vede il coinvolgimento di più soggetti: la Regione Puglia mette a disposizione le risorse, Puglia Sviluppo gestisce lo strumento; Unicredit in qualità di arranger ha il compito di strutturare il portafoglio di Minibond e di collocarlo presso investitori. Gli investitori, Cassa Depositi e Prestiti e Medio Credito Centrale, sostengono finanziariamente il progetto. Un aiuto reale da parte di CDP per il tessuto economico del Mezzogiorno e di tutto il Paese per la crescita delle imprese pugliesi che grazie all’anchor investor di CDP possono accedere a finanziamenti per acquisizioni di aziende target, creazione di nuove linee di produzione, investimenti in ricerca e sviluppo e digitalizzazione, ecc.
Lo strumento funziona così: l’impresa interessata ad accedere ai minibond presenta la domanda di candidatura a Puglia Sviluppo la quale controlla i requisiti e il piano d’investimento, svolge altre verifiche e, se l’esito è positivo, lo comunica a UniCredit, Arranger dell’operazione che ha il compito di strutturare e collocare il portafoglio di minibond sul mercato. La stessa UniCredit, tramite CDP – investitore principale del programma – realizza l’analisi di merito sull’impresa e sull’investimento e definisce il portafoglio complessivo delle aziende idonee cui destinare circa di 160 milioni di euro. Dopo di ciò, l’Arranger, crea la Società veicolo che acquista i minibond sottoscritti da UniCredit finanziandosi con il successivo collocamento attraverso asset back securities presso investitori istituzionali e professionali (CDP e MCC). Le aziende ricevono dai 2 ai 10 milioni di euro.
Un sistema innovativo che in Basilicata potrebbe mettere in moto considerevoli capitali, garantendo nel medio lungo periodo una crescita reale del tessuto produttivo locale a beneficio di un’economia più forte in luogo delle mancette previste dai vari avvisi pubblici, per altro non accessibili a tutti.
I minibond, oltre alle aziende manifatturiere di cui la Basilicata è forte, servirebbero anche nel settore del turismo che ha subito gravissime perdite in un momento di forte espansione, recuperabile solo con investimenti mirati all’innovazione, al marketing e alla riqualificazione delle offerte.
La politica deve avere il coraggio di fare delle scelte considerando il modello di sviluppo che vuole perseguire, atteso che ne abbia uno definito, condiviso e raggiungibile.
Giuseppe Digilio