Una aberrazione giuridica , un insulto alla Costituzione, e un attentato alla dignità delle persone nel momento in cui giocano un ruolo di rappresentanza. In questi termini si può parlare della stupida procedura inventata di segnalare eventuali procedimenti in corso o pendenti per i candidati che si presentano alle elezioni. Procedimenti di cui molti sono neanche a conoscenza ma che la Commissione riesce a rendere pubblica anche prima di un avviso di garanzia, che potrebbe non arrivare. Di esempi di questo svarione comportamentale ne abbiamo. Cinque anni fa , alle scorse regionali, furono segnalati casi di inopportunità che hanno danneggiato alcuni candidati i cui processi si sono conclusi in un nulla di fatto. Il paradosso giuridico eè che da un lato la legge chiede il certificato di carichi pendenti, che i candidati esibiscono con la diciitura ” non risultano” e poi qualcuno caccia dal cilindro ipotesi di reato pendenti , senza che neanche si sia avviata una procedura. Un manganello a disposizione di certi giustizialisti che campano sulle dicerie e sui pettegolezzi e intanto orientano con una bocciatura preventiva candidati che hanno il certificato penale intonso. Siamo il Paese delle barzellette e degli esperti di cecchinaggio elettorale. E’ doveroso riportare integralmente le reazioni di alcuni degli interessati:
Lucio Libonati
Premesso che non vi è nessuna condanna per qualsivolgia reato, dichiaro solennemente di essere del tutto estraneo e non colpevole rispetto all’ipotesi di reato di violazione dei sistemi informatici di cui sono accusato in relazione a vicende risalenti all’anno 2011. Si tratta di una ipotesi di reato comune e personale. Nego fermamente ogni coinvolgimento nella suddetta ipotesi reato e respingo le accuse con fermezza. Vieppiù che lo scrivente non ha mai ricevuto misure interdittive e/o provvedimenti cautelari, il comporta l’assenza di qualisvoglia indizio di colpevolezza nei miei confronti. Il mio certificato del casellario resterà intonzo e tale resterà in futuro. Con rispetto e fiducia nella magistratura, confido nel corso giustizia. Tuttavia devo con profondo rammarico e sconcerto devo ricordare che i fatti contestati per un reato comune risalgono al 2011, e che mi sono già candidato nel 2019, senza che commissione antimafia rilevasse alcunchè, per cui appare quantomeno singolare, che solo oggi a dieci giorni dal voto, vengono ripescate vicende molto risalenti nel tempo, cui sono del tutto estraneo, in relazione alla quali la stessa commissione antimafia nel 2019 applicando i medesimi principi nulla ha rilevato. Con lo spirto di sempre e con la certezza della mia estraneità e confido che i tempi della giustizia siano brevi per constatare quanto da me asserito.
L
Livio Valvano
“Giusto per essere chiari con qualcuno che pensa di poter danneggiare la mia campagna elettorale a dieci giorni dal voto: la solita macchina del fango ad orologeria, mi viene da sorridere e sorrido. La mia campagna elettorale continua con la coerenza di sempre e con maggiore determinazione, con l’obiettivo di essere il primo della lista di Forza Italia” per la provincia di Potenza.