LEONARD COVELLO, L’APOSTOLO DELLA SCUOLA E DELLA SOCIETA’ INCLUSIVA IN USA

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Leonardo Pisani

Leonardo Pisani

A quant’anni dalla morte, non poteva essere dimenticato quel figlio di emigranti che divenne un innovatore nella Pedagogia, un apostolo dell’inclusione tra Vecchio e Nuovo Mondo, e lo si deve grazie al lavoro dell’Università di Foggia e del Comune di Avigliano, paese natale di Leonardo Coviello, passato alla storia come Leonard Covello,  promotori  il Convegno internazionale bilingue “Viaggio nella comunità italoamericana di New York. Vita e pedagogia di Leonard Covello (1887-1982)”, organizzato in occasione del quarantesimo anniversario dalla morte dell’educatore e teorico della pedagogia.  Il convegno si terrà online il prossimo 4 ottobre a partire dalle ore 9,30 sulla piattaforma e-learning Unifg.  Si tratta di un progetto di ricerca, studio, traduzione e analisi su Leonard Covello. Come  sottolinea Maddalena Tirabassi, direttrice del Centro Altreitalie che aprirà il convegno figura, Covello è una figura educativa determinante “per un’integrazione scolastica dei figli degli immigrati che passasse attraverso il riconoscimento del valore della loro cultura d’origine”.  La responsabile scientifica dell’iniziativa è Antonella Cagnolati, ordinaria di Storia della Pedagogia dell’Università di Foggia, coadiuvata dalla dott.ssa Carmen Petruzzi, assegnista di ricerca.  Ma ora ripropongo un mio lavoro di qualche anno fa su questo grande pedagogista, con il quale condivido oltre al nome, anche il quartiere di nascita, dove abbiamo ambedue trascorso l’infanzia.  Era nato nel cuore di Avigliano, nel pieno centro storico, chiamato in vernacolo Gret a Rocc, proprio sulla antica strada che portava al castello e al palazzo dei Caracciolo e dei principi Doria. Nessuna nobiltà per lui, anzi nato in una famiglia povera, con il padre Pietro emigrato “All’America” per cercare fortuna. Era il 26 novembre 1887 quando nacque con il nome di Leonardo Coviello, in via Castello al n 14, ora via Telesca n 17. Erano di anni della grande emigrazione italiana e anche lucana. Quella delle “vedove bianche” ovvero donne che rimanevano a paese a crescere i figli, mentre i mariti erano in America. Spesso senza vedersi per anni. La famiglia Coviello, padre, madre e tre figli si riunì poi. Leonardo scriverà nelle sue memorie, in parte pubblicate sul saggio a lui dedicato dall’indimenticabile Gennaro Claps, della vita a d Avigliano e della prima volta che lasciò il paese: prima Potenza, poi a Napoli con la “lutturina” il treno e poi la nave per l’America per venti giorni. L’arrivo a Ellis Island e ben due giorni e notti a stare su una panchina all’aperto. Poi al nuovo quartiere. East Harlem, conosciuta come Italian Harlem,. Una casa con tre stanze, ricordava nelle sue memoria, dove non entrava mai il sole, mentre quella di Avigliano aveva finestre, luce e si vedevano le montagne. Leonardo Luigi fa la vita di tutti i piccoli emigranti, all’inizio non parlava inglese , fa parte di una banda di ragazzini aviglianesi e partecipa a piccoli furti. Poi il padre Pietro un giorno lo convince a andare a scuola a imparare l’inglese. Lì Leonardo Coviello diventò Leonard Covello, era il periodo dell’americanizzazione forzata: si cercava di far perdere il senso di appartenenza ai giovani emigrati, arrivando anche a cambiare nomi e cognomi adattandoli allo slang yankee. Scriverà Covello : “We were becoming Americans by learning how to be ashamed of our parents” (diventavamo americani imparando a vergognarci dei nostri genitori). Coviello aveva lasciato Avigliano a 10 anni, andò alle elementari americane senza conoscere una parola di inglese. Ma aveva mente sveglia e intelligenza straordinaria, ma il piccolo aviglianese capo di una banda poteva essere risucchiato dalla vita del ghetto, già era ai margini della legalità, ma come scrive Giovanni Caserta nella prefazione del saggio “Leonard Covello Educatore Sociologo studioso dei problemi migratori negli Stati Uniti” di Gennaro Claps e uscito purtroppo postumo, ebbe la fortuna di incontrare Anna C. Rudy , una missionaria canadese e protestante che gli trovò un lavoro in una panetteria, Covello raccontò a Gennaro Claps che fu la sua salvezza, Leonardo prese seriamente la scuola, aveva mente sveglia e grande intelligenza.

Via Telesca, ex via Porta Castello

Non solo imparò perfettamente l’inglese, ma anche il francese e lo spagnolo: gli saranno utilissimi in futuro. La carriera scolastica è folgorante: supera tutte le difficoltà, comprese quella razziali, vince una borsa di studio al liceo che dal 1907 al 1911 gli permise di frequentare la Columbia University e di laurearsi. Poi Nel 1913 fu assunto come insegnante di francese alla DeWitt Clinton High School. Arriva il 1917 e gli Stati Uniti di Woodrow Wilson entrano nel conflitto mondiale, era la fine della “Dottrina Monroe“ e dell’isolazionismo Usa nelle vicende non americane. Covello partì volontario in Francia, per la sua conoscenza della lingua francese fu assegnato a compiti di interprete e di intelligence. Poi 1920 tornò al suo lavoro di insegnante alla DeWitt Clinton High School, dove approfondì le sue riflessioni pedagogiche sull’integrazione dei ragazzi italoamericani. Qui arriva la grandezza dell’aviglianese, apostolo dell’integrazione . Sulla sua figura Luigi Scaglione, Coordinatore del Centro Lucani nel Mondo” afferma: ” Il museo dell’emigrazione è solo un’appendice della nostra attività. Aprendo le porte di quello che è chiamato forse impropriamente un Museo, il Museo dell’Emigrazione Lucana, si trova una grande sorpresa a dispetto di chi ha immaginato ed immagina che siamo difronte ad un sogno irrealizzato ed irrealizzabile. Ed in effetti nel raccontare all’epoca la storia dell’emigrazione avevamo visto lungo con la similitudini delle migrazioni che in questi giorni ci appaiono davanti ai nostri occhi in ogni dove. Dal Mediterraneo al Messico come in fondo è la storia di Leonard Covello, insegnante di pedagogia, fondatore di uno dei centri dell’immigrazione italiana è a tutto tondo il prototipo di Un racconto emozionale che suscita sentimenti contrapposti compreso le divaricazioni sulla storia dell’emigrazione lucana per i quali gli intellettuali in perenne conflitto con le date e gli inizi del fenomeno sembrano non volersi arrendere all’idea della sua storicizzazione e immaginano di riuscire a segnare addirittura il punto di partenza ma anche quello di arrivo. Un punto di partenza dunque che non c’è perchè altrimenti diremmo che per noi il primo vero emigrante era Orazio. L’altro ieri parlandone con i giovani delle diverse realtà della Regione abbiamo ricordato una frase di Orazio che dice: chi solca i mari, muti i cieli e non l’anima. Leonardo Coviello è in piena sintonia con il grande Orazio, proprio per questo suo essere stato legato alla sua terra, non mutando mail l’animo di chi interpretava il genius aviglianese. E Lucano». Fu l’apostolo dell’integrazione multietnica negli Usa, forte della sua esperienza di vita di piccolo emigrante arrivato in Usa che parlava solo aviglianese e italiano, era convinto che con il bilinguismo e il biculturalismo si poteva facilitare la transizione dei ragazzi da immigrati a cittadini integrati senza separarli dalle loro comunità o cultura di origine , al contrario dell’americanizzazione forzata che sradicava, far crescere l’orgoglio delle proprie radici aiutava a diventare migliori cittadini. Già nel 1914 aveva fondato a questo scopo il Circolo Italiano a DeWitt Clinton, poi nel 1922 su sua iniziativa fu creato il Dipartimento di Italiano della scuola che egli diresse fino al 1926, quando fu promosso I° Assistente in Lingue Moderne, incarico che ricoprirà fino al 1934, anno in cui realizza il sogno di creare nel quartiere una scuola superiore organizzata attorno ai suoi principi educativi, con la fondazione della Benjamin Franklin High School a East Harlem, uno dei centri dell’immigrazione italiana a New York. E fu aiutato dal grande sindaco Fiorello La Guardia, altro esempio di italoamericano bilingue e saldo nelle sue radici. Covello non solo fu preside e animatore della scuola, ma accompagnò a questo impegno una vasta attività di diffusione delle sue teorie pedagogiche. Dal 1929 and 1942 fu Adjunct Professor alla New York University, dalla quale ricevette il dottorato in Pedagogia nel 1944. Tra i suoi allievi anche il futuro membro del Congresso Vito Marcantonio, originario di Picerno e paladino dei diritti degli afroamericani. Covello e fondatore dell’American Labur Party. Quando dalla fine degli anni ‘40 nel quartiere dell’East Harlem divenne sempre più rilevante la presenza dei portoricani, si batté a favore dell’integrazione razziale ed adottò anche nei confronti di questa comunità gli stessi principi che aveva elaborato e sperimentato negli anni ’20 e ’30 per quella italiana.

Covello in visita alla casa natia

Nel 1956 si ritirò dal ruolo di preside della Franklin High School ed accettò un incarico di consulenza presso la Divisione Migrazioni del Dipartimento portoricano del Lavoro. Tra i riconoscimenti «il più elevato, concessogli dal Congress americano, che, in data 14 dicembre 1966, gli assegnava una medaglia d’oro su relazione di Robert Kennedy. Era la “Meritorius Service Medal. In anni successivi, Louis Clapes (Claps), sindaco della città di Stamford, di origini aviglianesi anche lui, fissò al 21 agosto il ”Leonard Covello Day, come scrive Giovanni Caserta in Leonard Covello.  Sempre legato a Avigliano, mantenne corrispondenza con i parenti e ci ritorno nel 1938 e poi a trovare l’amico Gennaro Claps nel 1973 era tornato in Italia, in Sicilia su invito di Danilo Dolci per applicare i suoi metodi educativi ai ragazzi siciliani. Covello morì il 19 agosto 1982 a Messina.

“Il convegno è una pietra miliare che l’Università di Foggia offre al territorio e alla comunità scientifica sul primo di tanti personaggi che ancora oggi sono nascosti nelle pieghe della storia e che hanno bisogno di essere illuminati, diffusi, divulgati” ha dichiarato Cagnolati. Il sindaco di Avigliano Giuseppe Mecca, entusiasta dell’iniziativa e delle prossime attività che seguiranno, ha commentato: “Le manifestazioni volte a ricordare la figura di Leonard Covello, messe in campo dal Comune di Avigliano insieme all’Università di Foggia ed altri, restituiscono a questa potente figura vigore nel presente e luce per il futuro”. Si tratta di un risultato ottenuto dopo anni di ricerca tra l’Italia, New York e Philadelphia e che potenzia sia l’internazionalizzazione dell’Università di Foggia sia il radicamento con il territorio, considerato che la Basilicata e la Puglia hanno da sempre un rapporto stretto e speciale.

Con Franck Sinatra

Come sostiene Vito Bardi, Presidente della Regione Basilicata: “Un convegno internazionale sulla figura di Leonard Covello consente di parlare della grande attualità del suo operato a favore dell’integrazione tra i popoli e della tutela delle differenti identità culturali. Leonard Covello rappresenta ancora oggi un fulgido esempio di inclusività e di rivitalizzazione sociale”.  Sulla scia della pedagogia inclusiva e accogliente anche le dichiarazioni di Renato Cantore e Luigi Scaglione, Direttore scientifico e Presidente del Centro Studi Internazionali Lucani nel mondo: “Covello ci lascia un grande insegnamento, valido ancora oggi e in ogni paese: la vera integrazione dei migranti è possibile solo riconoscendo che chi arriva è portatore di una cultura e di valori che non vanno cancellati, ma valorizzati come un arricchimento per la nuova patria che li accoglie”. Moltissimi i partner italiani e statunitensi coinvolti, come i nomi importanti di relatori di fama internazionale.

Il coinvolgimento delle scuole della Regione Basilicata e della Provincia di Foggia è determinante per diffondere il metodo, il pensiero e la storia di una grande figura ancora troppo dimenticata in Italia. Il convegno è aperto a tutti.

Justina Barrett  della  Historical Society of Pennsylvania, Philadelphia sottolinea che: “La Historical Society of Pennsylvania è onorata di prendere parte a questo evento dedicato a Leonard Covello e al suo lavoro di educatore e scrittore. La sua ricerca e il suo attivismo hanno creato un modello di istruzione incentrato sullo studente che ha portato benefici ai bambini delle comunità di immigrati nel XX secolo. Invitiamo i ricercatori a saperne di più negli archivi dell’HSP e a considerare come queste idee siano fondamentali per le scuole del XXI secolo”. L’importanza scientifica di questo convegno è rimarcata da Antonella Cagnolati, Professoressa ordinaria di Storia della Pedagogia: “Il convegno “Viaggio nella comunità italoamericana di New York. Vita e pedagogia di Leonardo Covello (1887-1982)” previsto per il 4 ottobre all’Università di Foggia vuole essere un punto di arrivo di tutte le ricerche che sono state fatte fino ad oggi su di lui ma soprattutto un punto di partenza per lo studio di altri importanti figure italoamericane. La ricerca che io e Carmen Petruzzi stiamo portando avanti crea un solco nella riscoperta della produzione teorica di Leonard Covello, una divulgazione della sua figura e dei suoi scritti, in particolare The Heart is the Teacher che sarà pubblicata a breve in italiano con una traduzione curata da Carmen Petruzzi.  Covello merita di essere esplorato come personaggio e figura di spicco della comunità italoamericana in particolare negli anni 30 e 40 del secolo scorso perché il suo destino, la sua traiettoria esistenziale è stata decisamente diversa, impensabile. In forte distonia e divergenza rispetto a quelle piccole abitudini dei paesi da cui provenivano e che spesso avevano lasciato anzi una traccia indelebile nella loro crescita e formazione, il piccolo Leonard forse si sarebbe potuto indirizzare verso lavori di tipo artigianale, verso forse la delinquenza come appare ben chiaro in alcune memorabili scene del Padrino di Francis Ford Coppola ma lo studio, la tenacia, la volontà di essere d’aiuto ai suoi connazionali lo rende diverso.  Covello diventa un leader in quella che potremmo definire oggi la pedagogia della marginalità o ancora meglio la pedagogia dell’accoglienza. Non solo c’è il suo impegno di preside della Benjamin Franklin High School ma si tratta di una scuola sperimentale che si apre all’esterno, alle famiglie, a coloro che hanno bisogno di imparare l’inglese, a coloro che hanno bisogno di studiare quei moduli tanto difficili per arrivare all’agognata cittadinanza americana”.  Una scoperta avvenuta per caso nella Grande Mela, quella di Covello, personaggio poco valorizzato e ci racconta una delle protagoniste di questa ricerca, anzi colei che ha avviato tutto,  la dottoressa  Carmen Petruzzi : “Nel 2020 ero a New York per perfezionare la conoscenza degli elementi della ricerca quantitativa, mi imbattei in un passaggio del libro di Covello The Heart is the Teacher. Non avevo mai sentito parlare di Covello prima di allora, né era citato in alcun volume di storia della pedagogia. Una mattina contattai la professoressa Cagnolati e cominciammo così a raccogliere materiale. In Italia erano usciti un paio di articoli quasi venti anni prima che approfondivano solo gli aspetti di storia dell’alimentazione, pochissimi riferimenti alla sua pedagogia e alla scuola di comunità. Da quando sono rientrata in Italia nell’estate del 2020 ho portato con me i suoi libri e articoli in lingua inglese ed ho cominciato a tradurre in italiano . Nei prossimi mesi usciranno una serie di volumi che sono indispensabili per tradurre il suo messaggio. Sono tornata ancora una volta a New York nel 2021 per visitare la Public Library e per andare a Philadelphia a vedere i Covello Papers presso la Historical Society of Pennsylvania, un immenso archivio che raccoglie la vita scientifica e personale di Leonard Covello.  Da due anni l’Università di Foggia ha dato fiducia a questo lavoro di recupero della storia pedagogica italoamericana e sono molto contenta perché la storia della comunità italoamericana non è mai stato studiato sotto il profilo educativo”.  Ma quale è l’importanza del pedagogista aviglianese ? Ce lo spiega sempre la dottoressa Petruzzi: “L’esperimento della Benjamin Franklin High School è ancora oggi interessante perché ha incrociato i principi della scuola nuova di Dewey con la pedagogia della comprensione, fatta di ascolto attivo ed empatia.  Un modello da studiare, approfondire e da cui la scuola di oggi potrebbe trarre spunto. Forte della sua esperienza di bambino immigrato da Avigliano; Covello si fece carico di una comunità intera, quella degli italiani di East Harlem e poi di tutte le famiglie immigrate che cominciarono a trasferirsi nel quartiere lavorando sia sul piano culturale che sociale.

Covello comprese l’importanza dell’assimilazione attraverso un percorso di accettazione culturale. Spesso le seconde generazioni nascondevano le proprie origini a causa degli stereotipi negativi che circolavano soprattutto sugli italiani di origine meridionale, chiamati olives, semi-white per la carnagione scura. Il pluralismo culturale di Covello esaltava  le origini, le tradizioni e la lingua degli studenti di origine italiana che entrava per la prima volta a scuola come opzione di scelta tra le lingue straniere moderne.

Sul piano sociale, invece, comprese che l’isolamento delle famiglie immigrate nei quartieri più degradati di New York non favoriva l’inclusione e una normalizzazione allo stile di vita statunitense. La sua scuola di comunità, la Benjamin Franklin High School fu la prima scuola superiore del quartiere di East Harlem. Nella scuola oltre al classico curriculum e alle attività laboratoriali, Covello era a disposizione degli studenti tutti i giorni per ascoltare i problemi, solitamente economici e familiari. Questi problemi erano più o meno sempre gli stessi e  rallentavano l’integrazione nella comunità.

L’ascolto empatico era la molla di un’azione sociale che coinvolgeva tutta la comunità. La vita di strada entrava a scuola e la scuola usciva per strada: le questioni sociali entravano nella Benjamin Franklin e diventavano argomento di discussione, di progettazione e di attivismo che trascinava studenti, insegnanti, famiglie e abitanti del quartiere a prescindere dal colore della pelle, dal credo e dalla lingua parlata a casa. La scuola si faceva carico del benessere sociale e diventava un punto di riferimento imprescindibile per il progresso individuale e comunitario. Se pensiamo al dibattito contemporaneo sulle seconde e terze generazioni e alle buone pratiche di accoglienza, ci rendiamo conto che Covello è stato anticipatore dei tempi, un vero leader di comunità che ha dedicato la sua vita ai ragazzi e al quartiere di East Harlem.

Nell’ultimo anno l’Università di Foggia ha firmato un partenariato con il Comune di per cui si collabora da tempo con il sindaco Giuseppe Mecca e l’assessora alla Cultura Angela Maria Salvatore, quest’ultima ha realizzato un bel convegno per ricordarlo proprio nel giorno dell’anniversario della sua morte, lo scorso 19 Agosto.

L’Università di Foggia tiene a cuore il rapporto con il territorio aviglianese che rappresenta anche negli scritti di Leonard Covello sia un ricordo che un riferimento comparativo importante per cui siamo molto contente di lavorare insieme alla Società Operaia di Mutuo Soccorso di Avigliano e al Centro Studi Lucani nel Mondo, presieduti da Donato Salvatore e da Luigi Scaglione.

Altri importanti contatti internazionali che abbiamo avviato sono quelli con la professoressa Donna Chirico dello York College di New York, con l’Italian American Museum del professor Joseph Scelsa, esperto di storia della comunità italoamericana della Grande mela, con Historical Society della Pennsylvania che ha messo a disposizione tutto l’archivio Covello e le risorse online anche a distanza per continuare la ricerca e la scuola superiore Benjamin Franklin High School, oggi Manhattan Center for Science and Mathematics.

Questa rete dimostra che la ricerca storica non si fa solo negli archivi impolverati ma con le persone, dentro le cose, gli oggetti, attraversando stanze e seguendo le orme del passato. Siamo grati all’attenzione della Regione Basilicata e degli uffici USR Basilicata e UST Foggia che hanno riconosciuto l’importanza di questo evento internazionale.  Maddalena Tirabassi e Anthony Tamburri sono attesi nella mattina e nel pomeriggio con i discorsi di apertura e quello di keynote speaker, entrambi sono due studiosi di storia e letteratura italoamericana di fama internazionale. L’Università di Foggia è riconoscente alla Fondazione Monti Uniti e al presidente Aldo Ligustro che ha accolto prontamente l’invito e coprirà i costi di pubblicazione degli Atti del Convegno su Leonard Covello. Un ringraziamento sincero va ad Angela Maria Salvatore e a Renato Cantore che sono stati essenziali per la realizzazione dell’evento in programma, due splendide persone appassionate e umili che hanno messo a disposizione il tempo e la loro esperienza in questo convegno. Il 4 ottobre non è un punto di arrivo ma una data di partenza che testimonia la solidità del partenariato e della rete che si è creata negli anni. L’Università di Foggia e il Comune di Avigliano non si fermano qui”.

Il programma del convegno è visibile anche sul sito dell’Università di Foggia https://www.unifg.it/it/leonardcovello

Nella prima pagina c’è il link interattivo che rimanda alla piattaforma del convegno che è aperto a tutti.

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