Da sempre attivo nella Azione Cattolica, Giancarlo Grano è un architetto urbanista. È stato dirigente apicale del Comune di Potenza ed è stato impegnato politicamente: dal 1995 al 2000 ha rivestito la carica di Consigliere regionale della Basilicata e capogruppo del Partito Popolare Italiano durante la presidenza di Raffaele Di Nardo. Da sempre attivo in Azione Cattolica, di cui è stato Presidente diocesano e Delegato regionale, si spende soprattutto per la formazione all’impegno sociale e politico dei giovani. Attualmente è responsabile della CDAL (Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali) e in questa veste continua il suo impegno per un laicato che- spiega- “sia capace di un annuncio cristiano di speranza, all’interno di una regione afflitta da sfiducia e da grave scoramento”.
Architetto Grano, i cattolici in Basilicata ci sono sempre, operano in silenzio e discrezione, ma ci sono. Ora uscite anche sui media: una voce importante per il dibattito pubblico.
“La modalità più rispondente allo stile di presenza dei cattolici è senza dubbio l’agire senza clamori. Tuttavia oggi il contributo generoso e quotidiano reso dai credenti nell’ambito del volontariato, della formazione, della solidarietà e della cultura, ha bisogno di venire alla luce. Anzi, direi che il laicato cattolico ha l’obbligo di far conoscere anche pubblicamente il proprio pensiero, la propria ricchezza e vitalità. E questo non per vuoto desiderio di apparire, ma per una specifica ragione teologica. La Chiesa del terzo millennio, profetizzata dal Concilio Vaticano II, non può essere ridotta ad un affare di gerarchie ecclesiastiche, ma deve identificarsi sempre più come “popolo di Dio”. Un popolo di cui la grandissima maggioranza è costituito da cristiani laici … Mi viene alla mente, in proposito, una suggestiva prospettiva storica, secondo la quale il primo millennio cristiano ha visto l’imponente sviluppo di civilizzazione operato dal monachesimo, nel secondo millennio si è avutala prevalente funzione del clero, mentre il terzo millennio sarà caratterizzato soprattutto dal protagonismo del laicato”.
In questo tempo in cui si confonde la verità, la realtà con la semplice opinione di una qualsiasi maggioranza o minoranza organizzata, che peso può avere l’opinione dei cattolici?
“È vero. Oggi il dibattito pubblico si svolge con superficialità, e su un terreno di perenne scontro in cui si tenta solo di imporre sbrigativamente i nuovi dogmi e i luoghi comuni del politicamente corretto. In questa situazione i cattolici devono saper cercare la collaborazione e il dialogo con tutti gli uomini di buona volontà, provocare una crescita creativa, l’elaborazione di progetti comuni capaci di cambiare la realtà … Più che ambire appena a “fare opinione” oggi è necessario “fare cultura” di largo respiro, favorire l’incontro tra le domande della vita e il Vangelo … In un mondo triste, secolarizzato e tentato dalla grande “apostasia”, i laici cristiani devono sempre più incardinarsi nelle realtà della politica, dell’economia, del lavoro, dell’educazione, della famiglia, per essere portatori di una nuova speranza per la Chiesa e per l’umanità”.
Spieghiamo ai nostri lettori, cos’è la “Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali” e di cosa si occupa.
“La Consulta è un luogo di confronto e di efficace collaborazione tra tutte le espressioni del laicato organizzato. Si tratta associazioni, movimenti o gruppi che operano nei campi della formazione, del volontariato, delle professioni, del disagio, dell’ambiente, o dello sport.Realtà impegnate in un’azione solidale intrisa di spiritualità,tutte suscitate nella Chiesa per raggiungere i centri della vita sociale e i campi sempre più vasti e complessi in cui si articola la comunità degli uomini. Non c’è quasi nessun ambito sociale ed ecclesiale in cui i gruppi del laicato cattolico non siano presenti …Forse la più bella descrizione di questa nostra realtà l’ha data, alcuni anni or sono, un giornalista, Angelo Bertani, che sul noto mensile Jesus ha scritto: “Impegnata nel sociale, nel civile, nel politico, nella cultura, con il mondo giovanile, la Chiesa di Potenza, nelle sue tante articolazioni, esprime una grande vivacità senza fare troppo rumore. E i gruppi laicali, pur operando con grande diversità di stile, non sono mai in polemica o in contrasto l’uno con gli altri … L’alveare è la loro metafora, la loro parola d’ordine e il loro progetto di vita. Il miele è il loro prodotto-simbolo. Lavorare in collaborazione, con armonia … Trasformare la realtà e offrire qualcosa di dolce in un mondo troppo amaro”.
Quali e quante realtà ne fanno parte?
“La Consulta gode dell’apporto variegato di una sessantina di movimenti. Dal carisma formativo dell’Azione cattolica, all’intelligenza educante dello Scoutismo, dei Cooperatori salesiani, fino allo slancio missionario di movimenti più recenti fondazione (come Comunione e Liberazione, Rinnovamento nello Spirito,Cammino Neocatecumenale, Focolarini, Testimoni del Risorto). Si annoverano poi le antiche Confraternite, l’Ordine Francescano Secolare. Abbiamo la Comunità Emmanuel o il Volontariato Vincenziano che con la Caritas si fanno prossimi alle periferie esistenziali del nostro tempo. Nella pastorale della sofferenza operano l’Amasil e l’Unitalsi. La PGS e lo CSI animano il mondo dello sport.Il Centro Italiano Femminile è impegnato nella promozione della donna. L’Èquipe Notre Dame, l’Associazione Famiglie in Cammino, l’Albero delle Famiglie “Don Bosco” sono in favore della cellula sociale primaria. Sulla frontiera della difesa della vita sono presenti il Movimento per la Vita e il Centro di Aiuto alla Vita.La spiritualità eucaristica e quella mariana sono coltivate dall’ALER, dalla Legio Mariae, dall’ADVM, dal gruppo TotusTuus, dall’Associazione Opera dell’Amore, dai Gruppi di Preghiera Padre Pio.Nel campo della cultura ci sono il MEICe i Convegni Maria Cristina. A difesa dell’ambiente è schierato il Movimento Azzurro. L’AIART e l’UCSI sono impegnati nelle comunicazioni sociali. Le ACLI e il MCL nel mondo del lavoro. In università sono attivi i giovani dell’UCAL.In ambiti più strettamente professionali operano l’Unione degli Imprenditori e Dirigenti, i Maestri cattolici, i Giuristi e i Notai cattolici.Al momento siamo impegnati per la rinascita dell’associazione degli Insegnati delle scuole superiori e di quelle dei Medici, Infermieri e Farmacisti cattolici”.
Parliamo della posizione che la Consulta ha preso nei riguardi della campagna pubblicitaria “Aborto farmacologico: una conquista da difendere” apparsa sui muri di Potenza.
“Vorrei anzitutto precisare che la presa di posizione cui lei fa riferimento è solo l’ultima di una serie di interventi che abbiamo condiviso in maniera pressoché unanime … Nel corso dell’ultimo anno, ad esempio, ci siamo espressi sulle scelte di sviluppo regionale, sulla grave situazione del lavoro in Basilicata, sulla posizione da assumere in occasione del referendum per la riduzione dei parlamentari, poi sul problema del deposito delle scorie nucleari … E ovviamente non potevamo ignorare i temi eticamente più sensibili, come quelli della difesa della famiglia (ambito in cui collaboriamo efficacemente con il Forum delle Famiglie), del testamento biologico, dell’eutanasia e delle sindromi post-abortive, e da ultimo sulla campagna a favore dell’aborto farmacologico. In questo caso abbiamo voluto evidenziare l’ambiguità di una iniziativa propagandistica che definisce “terapia farmacologica”l’uso della pillola RU 486, quasi che il concepito sia un morbo da eliminare.A nostro avviso si è trattato di una dispendiosa operazione tesa solo a provocare il trascinamento emotivo e opinionale dei cittadini, particolarmente grave se pensiamo al possibile, indisturbato ricorso alla RU 486 da parte di minori!. Una campagna in cui spiccano alcuni fragorosi silenzi: di natura scientifica, di tipo etico e perfino sul piano sanitario”.
In realtà la campagna pubblicitaria definisce l’aborto farmacologico come “una conquista da difendere”. Mi spieghi meglio quali sarebbero questi “fragorosi silenzi”.
“Certo … Il primo è quello sulle acquisizioni scientifiche che unanimemente riconoscono lo straordinario sviluppo della vita umana senza soluzione di continuità, dal concepimento alla nascita, per cui il concepito può già sostanzialmente dirsi fin dalla sua origine “uno di noi”, dotato cioè del suo insopprimibile diritto alla vita … Il secondo sta nella assenza di riferimenti ad alcuni fondamenti etici, come il principio di precauzione, o quello di correlazione tra la libertà personale eun commisurato esercizio di responsabilità. Noi crediamo che il principio di autodeterminazione (inteso come assoluta libertà di poter disporre della propria esistenza), non possa esser spinto fino a disporre della vita altrui (e qui si tratta dell’essere umano più indifeso!).Inoltre la campagna per la RU 486 non lascia neanche lontanamente balenare che non tutto ciò che è tecnicamente possibile debba ritenersi moralmente lecito, o anche solo eticamente legittimo.In sostanza viene promossa una procedura di aborto per così dire “facilitato”, ma non per questo scevra da responsabilità e conseguenze morali”.
La campagna pubblicitaria dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) insiste sul fatto che l’assunzione della RU 486 sarebbe possibile “in tutta sicurezza”. Tra l’altro la donna, che ha prestato l’immagine, Alice Merlo, è stata attaccata e anche minacciata sui social.
“Dispiace che la testimonial sia stata oggetto di attacchi e minacce a mezzo web, perché la dignità della persona deve essere sempre tutelata e la violenza, anche solo verbale, merita netta e inequivocabile condanna … Semmai stupisce come una associazione di cosiddetti “razionalisti” si sia prestata ad un’abile iniziativa di marketing, accreditando una campagna fondata su affermazioni parziali, reticenti e a loro modo “dogmatiche”.Infatti privatizzando e semplificando la procedura abortiva non si riducono, ma si amplificano i pericoli connessi in generale con l’interruzione di gravidanza.L’aborto farmacologico comporta tutti i potenziali rischi per la salute della donna, comprese le accertate possibili patologie nel caso di successive gravidanze (parto pre-termine, sanguinamento uterino, basso peso del feto alla nascita, placenta “previa”, ecc.). Senza dire poi delle cosiddette “sindromi post-abortive” che possono insorgere anche dopo anni, perché a lungo latenti a livello inconscio … “
Fermo restando che il 12 agosto 2020 il Ministero della Salute ha riformulato le Linee Guida per l’accesso alla pillola Ru486, eliminando l’obbligo di ricovero per l’interruzione volontaria della gravidanza, tramite aborto farmacologico,le vostre proposte alternative quali sono?
“Nel nostro comunicato abbiamo affermato che in questo tempo di drammatico “gelo demografico” più che di Linee Guida per incentivare la riduzione di gravidanze indesiderate, si sentiva piuttosto il bisogno di politiche specifiche di prevenzione del dramma dell’aborto e di promozione della vita (queste si, conquiste di civiltà come ad esempio:
- l’affermazione anzitutto del concepito all’interno del diritto positivo come “uno di noi”, titolare di tutti i diritti umani, alla luce del moderno principio di uguaglianza;
- poi una seria educazione (che parta dalla scuola e non escluda le famiglie) alla affettività, alla relazione tra i generi, al valore della fertilità come ricchezza e non come limite, ad una visione integrale dell’amore capace di coinvolgere la persona nella sua totalità;
- quindi una riforma che garantisca la corretta funzione preventiva dei Consultori pubblici, sulla base di quanto peraltro previsto dall’art. 2 della stessa 194/78 (legge le cui finalità in questo senso sono ancora gravemente inapplicate);
- e da ultimo, ma non per ultimo, la predisposizione e l’offerta di aiuti concreti alle famiglie e alle donne, spesso “costrette” all’aborto per solitudine, per mancanza di ascolto, o per carenza di sostegni materiali.
Mi rendo conto che, all’interno del contesto italiano a rischio di frammentazione e caratterizzato da stili di vita sempre più culturalmente omologati, le misure che abbiamo elencate possono apparire esorbitanti … tuttavia ciò non deve scoraggiare il nostro tentativo di esercitare un ruolo di supplenza ideale cristianamente ispirata, una funzione di stimolo che suggerisca alle forze politiche il recupero di una più ampia progettualità