Il tormentone retorico sul perché mancano i lavoratori nel settore della ristorazione: pochi formano, paghe in nero e da miseria .

PIETRO SIMONETTI
La richiesta è’ continua, in particolare prima della stagione turistica: non c’è personale di sala ,di cucina,ed altro per ristoranti e strutture ricettive. La nota degli esercenti ,puntuale come l’ora legale,trova ospitalita’ nei notiziari e sulla stampa in termini ciclici. Perché c’è carenza di personale qualificate in questo comparto.? Fatalita’,disoccupati sfaccendati,paghe basse e lavoro nero? In realtà quasi nessuno lavora sulle cause preferendo il viottolo del sintomo. Diceva il grande Karl Kraus “se permane la diagnosi,senza andare alla prognosi,la diagnosi diventa malattia. Le cose del Novecento. In Basilicata non si va oltre oltre il lamento, la depressiva pillola quotidiana, accompagnata dai successi nei borghi e di ogni cosa che prevede la “cultura”: presentazione di libri in una regione che non legge in generale, piu’presentatori che lettori.La cultura del virtuale.Il richiamo al successo e una giusta aspirazione a comparire . Sulle questioni importaN ti,concrete,polpa non osso,si osserva il silenzio e si attendono risposte dai sordi e ciechi che gestiscono Enti e strutture pubbliche che si affidano a soggetti che non influenzano,anzi respingono e fanno ridere, qualche volta occorre ricorrere alla pieta’. In concreto chi forma in questi anni il personale necessario e che manca? Prima di tutto gli istituti alberghieri.Gli studenti oppure i diplomati vengono assunti subito,in Italia,in Europa,qualche volta ,e poche, in Basilicata. Sono diverse centinaia ogni anno. Visto che Arlab e i centri formativi privati ( 110) sono interessati ad altro e non fanno nulla per il settore, allora occorre che qualcuno indichi la strada da pèercorrere.. Qualche idea c’e’ in giro : aprire gli istituti alberghieri il pomeriggio alla formazione di disoccupati e migranti, anche nel periodo di ferie. Altra questione che riguarda gli enti bilaterali della parti sociali,che hanno robusti comitati di gestione e fondi cospicui (dagli artigiani al ciclo delle costruzioni all’agro alimentare) perchè non si muovono? Ora le parti sociali,rivendicano,e chiedono al Governo,agli enti locali e aspettano tavoli ,concertazione e segnali di fumo.Gli esiti sono del tutto evidenti: la spesa del Fondo Sociale europeo è crollata in Basilicata ed il peggio deve ancora arrivare:100 milioni in meno per i prossimi anni. Anche per tutto questo manca l’attività formativa e le politiche attive. Comprese quelle della ristorazione.