San Sago, quando si perde una battaglia giusta, per chi vuole vincere la guerra della sopravvivenza,
arriva il momento dell’analisi degli errori.
Vorrei provare a fare chiarezza.
Il 15 settembre del 2017, la Regione Basilicata giunta Pittella, analizzando fattori ambientali importanti e anteponendo l’ interesse per la salvaguardia degli Habitat riconosciuti dalla Rete Natura 2000 del Fiume Noce e delle acque marittime di Maratea, impone il diritto all’emanazione della valutazione dell’incidenza ambientale, inserendo la stessa nella procedura di rilascio delle autorizzazioni per la riapertura dell’impianto, in capo alla Regione Calabria. Il documento è Prot. 0143813/23AB a firma della dirigente Emilia Piemontese.
Il 24 aprile 2021, la Regione Basilicata giunta Bardi, con Assessore all’ambiente Gianni Rosa, trascurando il principio di precauzione, non considerando le importanti caratteristiche degli Habitat
riconosciuti dalla Rete Natura 2000 delle acque marittime di Maratea, valutando solo quelli del Fiume Noce, concede il parere favorevole di valutazione di incidenza in fase di screening. Il provvedimento dirigenziale è la Vinca Prot. 0007989/2021 a firma del dirigente Giuseppe Galante.
Il 29 settembre 2021, presso villa Nitti ad Acquafredda di Maratea, il già Assessore Gianni Rosa,
contornato da una flotta di dirigenti dipartimentali, di fronte ad una platea di Sindaci e Imprenditori, garantiva che l’impianto non sarebbe stato dannoso per il territorio e che l’ARPA Basilicata avrebbe controllato ogni impatto, così come previsto dalla Vinca.
Il 21 dicembre 2021, il Consiglio Regionale di Basilicata approva ad unanimità, una mozione che
impegna la Giunta Regionale a richiedere agli uffici competenti, nel rispetto dell’autonomia amministrativa, un approfondimento dell’istruttoria, al fine di pervenire in autotutela alla revoca della Vinca. Mai nessun seguito è stato dato a questa delibera, confermando le voci che sulla decisione ci fu un accordo tra maggioranza e una parte dell’opposizione, per giustificare il voto definito “stampella” per la sopravvivenza della giunta Bardi.
Il 23 dicembre 2021 il Comune di Tortora (CS), amministrazione Toni Iorio, protocolla un ricorso
contro la Vinca innanzi il TAR di Basilicata con circa due mesi di ritardo secondo norma, e dopo aver perso tempo presentandolo in precedenza innanzi al TAR Calabria, incompetente territorialmente. Tutto questo e’ scritto nelle due sentenze dei rispettivi TAR, confondendo definitivamente, le Comunità che avevano affidato al comitato Fiume Noce e al Comune di Tortora le strategie di lotta.
Da quel momento in poi, ogni azione di lotta organizzata ha voluto tener fuori le voci popolari che
ritenevano opportuno continuare nella battaglia contro la Vinca, ritenuto da queste, l’atto più importante al fine del rilascio della autorizzazione alla riapertura dell’impianto.
Sempre più convinto che la soluzione al problema San Sago, risieda nella capacità politica governativa lucana di costringere i dipartimenti Ambiente di Basilicata e Calabria alla redazione di una valutazione ambientale appropriata, in considerazione degli Habitat marini della Costa di Maratea e dell’isola di Dino, ricchezze di biodiversità riconosciute a livello mondiale, c’è da chiedere, a chi si è arrogato la responsabilità di scegliere le strategie di lotta, di dimettersi da ogni carica rappresentativa.
Alla rappresentanza politica locale e nazionale si chiede di fare pressione in ordine all’esercizio di legittimità che l’istituzione dell’ Area Marina Protetta di Maratea, può avere nei confronti di una nuova fase di Valutazione Ambientale tecnica dell’impianto.
SAN SAGO: PERCHE’ SI E’ PERSA LA BATTAGLIA E COME RIMEDIARE
0
Condividi